Molto probabilmente, in un articolo dal titolo “verso il 2023, l’atleta su cui puntare”, nello sci di fondo molti si sarebbero aspettati Simone Mocellini (possiamo già dirvi che un pezzo a lui dedicato uscirà prossimamente, ndr). Altri avrebbero forse immaginato un Elia Barp, prossimo esordiente in Coppa del Mondo, o magari lo stesso Davide Graz, entrambi vincitori di tante medaglie a livello giovanile, e soprattutto nati dal 2000 in poi, come quel Giacomel di cui abbiamo scritto per quanto riguarda il biathlon.
Invece, abbiamo deciso di dedicare la rubrica a una donna, in rappresentanza anche di quello sci di fondo femminile che in Italia fa fatica da tanti anni, se si considera che non arriva alcun podio dal 2011, al punto che le donne azzurre sono state spesso pesantemente criticate, legittimo sia chiaro, quando però non si valica il limite del rispetto, cosa che in un giornalismo ormai logorato dalle dinamiche social sembra essere diventata una triste abitudine.
Eppure, proprio un miglioramento dei risultati della squadra femminile è ciò che più gli appassionati italiani desiderano, avendo ancora nel cuore i cicli incredibili di Belmondo, Di Centa e Paruzzi prima, e di Follis, Genuin e Longa poi.
In rappresentanza delle fondiste italiane abbiamo scelto un’atleta nata nel 1995, Caterina Ganz. Per come l’abbiamo conosciuta in questi anni, possiamo immaginare che la trentina non sarà felicissima della nostra scelta, lei che anche quando ottiene risultati di rilievo non ama essere sotto i riflettori, caratterialmente antidiva nella sua umiltà, rispetto a quanto qualcuno possa superficialmente immaginare, ma atleta che anziché con le parole preferisce parlare con i fatti, lì dove più conta, in pista.
Non ce ne voglia Ganz se questa volta la mettiamo sotto i riflettori, ma riteniamo che la trentina sia proprio colei su cui oggi è giusto puntare. A 27 anni, infatti, la fassana delle Fiamme Gialle è già stata capace di emergere, raggiungere un ottimo livello, cadere, ferirsi e alla fine rialzarsi, mostrando grande carattere e una sempre maggiore consapevolezza del proprio potenziale.
Ciò che piace di Ganz è anche la sua capacità di valutare le proprie prestazioni, la sua propensione a non accontentarsi mai e pretendere sempre tanto da sé stessa, sapendo però anche contestualizzare il momento: felice al Mondiale di Oberstdorf nel 2021, per una ventiquattesima posizione quando era il massimo che poteva ottenere, ma aveva capito che aveva iniziato a risalire la china dopo essere passata attraverso tante difficioltà, capace al contrario di non essere soddisfatta anche dopo una discreta prestazione al termine dello scorso Tour de Ski, quando riteneva di poter fare di più.
Inoltre, la fondista della Val di Fassa ha grandi doti atletiche, un bel motore e un potenziale fisico da sfruttare al meglio. Lo sa bene Markus Cramer, che dopo averla vista all’opera ai Campionati Italiani di Dobbiaco della scorsa stagione, l’ha fortemente voluta in squadra e nutre tanta fiducia in lei. A partire dalla primavera, Ganz ha risposto presente con grande decisione, allenandosi con sempre maggiori energie e consapevole degli aspetti da migliorare seguendo le direttive del tecnico tedesco, come fatto già in passato con Piller Cottrer, Paredi e Pasini.
Un lavoro che richiederà ovviamente un paio di stagioni per capire dove porterà, ma nel quale lei sta mettendo tutta sé stessa, convinta sia la strada giusta.
Puntiamo su Ganz, quindi, e con lei vogliamo puntare su tutto il movimento femminile, perché a quattro anni dai Giochi Olimpici di Milano-Cortina 2026 bisogna iniziare a mettere queste atlete nelle condizioni giuste per ottenere il massimo dal loro potenziale, ma soprattutto mostrare loro fiducia, un movimento che creda veramente in loro, impressione che non sempre si è avuta negli ultimi anni, quando spesso le donne sono state marchiate come scarse, a volte viste quasi come un peso. Un clima che, ammettiamolo, non aiuta certamente a lavorare nel modo migliore, perché se il "tutto va bene a prescidere", senza fare mai critiche, è deleterio e sbagliato, non aiutando il movimento a progredire (e chiediamo anche scusa se a volte abbiamo dato involontariamente quella impressione, perché l’assenza di autocritica non fa crescere), dall’altra parte anche l’amatissimo, da molti, "tutto va male, bastoniamo", è altrettanto, forse anche di più, distruttivo.
Prendiamo allora l’atleta più esperta dell’attuale squadra azzurra, colei su cui oggi si sta facendo giustamente più affidamento, dopo aver dimostrato che alcuni giudizi negativi affrettati nei suoi confronti erano totalmente sbagliati, per puntare sulle donne azzurre, dalle senior alle Under 23 fino alle Juniores, all’inizio di un quadriennio decisivo per tutto il movimento.
In fin dei conti chi meglio di Caterina Ganz rappresenta la capacità di cadere, toccare il fondo, ma non mollare e saper ripartire poi con grande determinazione? Proprio ciò che deve fare lo sci di fondo femminile in Italia. Il risultato finale sarà vincente? Quello nessuno può prevederlo, ma intanto che si imbocchi il percorso giusto, come sembra aver fatto Ganz. Già quello sarebbe un grande passo avanti. A lei e alle compagne chiediamo solo di dare tutto, non mollare, arrivare fino a sorprendere sé stesse e ottenere il massimo del proprio potenziale. Quale esso sia ce lo dirà solo il futuro.