«Finalmente dormo un paio di settimane nel letto di casa». Scherza Mirco Romanin quando lo contattiamo una volta ritornato a Forni Avoltri, dopo quasi un mese fuori tra Kontiolahti, Hochfilzen e Le Grand Bornand.
Il fitto calendario della Coppa del Mondo di biathlon richiede ovviamente di passare diverso tempo lontano da casa. Non è mai facile farlo, ma sicuramente quando si ottengono risultati positivi e soddisfazioni, vedendo che il lavoro svolto nel corso della preparazione sta ripagando, e oltretutto all’interno della squadra regna l’armonia, anche restare fuori per settimane diventa più semplice.
Le settimane di pausa natalizia rappresentano il momento giusto per fermarsi, godere la compagnia dei propri cari, ma anche ragionare su ciò che è stato fin qui. Ecco quindi che a Fondo Italia, Mirco Romanin ha fatto il punto della situazione sulla bella partenza della squadra femminile, che ha conquistato cinque podi, tre con una ritrovata Lisa Vittozzi, uno con Dorothea Wierer e l’altro in staffetta, alla quale hanno contribuito le ottime Rebecca Passler e Samuela Comola.
Buon pomeriggio Romanin. Partiamo da Le Grand Bornand, una tappa dai due volti: da una parte la passione e il gran tifo del pubblico francese, dall’altra le polemiche legate alle condizioni della neve nella pursuit di sabato.
«Parto dal discorso legato alle polemiche. Sicuramente si può accettare che alcuni atleti siano delusi in quanto consapevoli di aver perso l’occasione di poter fare un’altra buona gara. Le condizioni erano difficili, era evidente la presenza di tanto ghiaccio, ma dall’altra parte erano uguali per tutti.
A volte può capitare che non sia tutto perfetto. Purtroppo questa volta c’è stata un’azienda che ha avuto più problemi rispetto alle altre. Questa volta è toccato quindi agli atleti che hanno gli sci di questa azienda, altre volte toccherà agli altri. In alcune giornate quell’azienda fa la differenza, ma sabato è accaduto il contrario. A mio parere, da parte di alcuni atleti c’è stata anche una polemica fin troppo accesa. Bisognerebbe pensare al grande lavoro che fanno tutte le persone che dietro le quinte preparano questi eventi. È chiaro che ci sia stato un errore e la pista non fosse in perfette condizioni, ma sono anche cose che possono capitare. Si impara dagli errori e in futuro sono convinto che cercheranno di non ripeterli.
Per quanto riguarda il pubblico, la tappa francese era stata molto emozionante già nella passata stagione, anche perché avevamo avuto poche tappe con il pubblico. Gli appassionati francesi sono uno spettacolo, sono un pubblico competente e affettuoso, anche nei confronti dei colori azzurri. Ci sentiamo sempre benvoluti. È un piacere gareggiare lì, perché è un pubblico sportivo che, al di là del tifo di casa, mette al primo posto le imprese degli atleti, anche se provengono da altre nazioni. Questa è una tendenza molto marcata nel biathlon, ma lì si nota ancora più».
Iniziamo a parlare della squadra femminile che allena insieme a Jonne Kähkönen, Alex Inderst e Edoardo Mezzaro. Qual è il suo bilancio di queste prime settimane?
«Ovviamente siamo super soddisfatti di come è partita la stagione delle atlete. Personalmente non mi sarei mai aspettato di essere così avanti di livello già quest’anno. Alla vigilia della stagione, siamo partiti con l’idea di raggiungere obiettivi a medio-lungo termine con la gran parte del gruppo, ma abbiam constatato in questa prima parte di stagione che qualcosa di buono è già accaduto anche nel breve termine. Le giovani hanno fatto veramente un bel salto di qualità, soprattutto alcune. Non possiamo che essere soddisfatti e goderci la pausa natalizia al meglio, caricando le pile e lavorando in vista dei prossimi mesi».
Tre podi, quanti ne aveva raccolti nelle tre stagioni precedenti, il pettorale giallo indossato a Kontiolahti e anche nella sprint di Hochfilzen, il terzo posto nella generale, ma soprattutto la sensazione di un’atleta che è tornata a divertirsi. Immagino che avrebbe firmato per un inizio del genere da parte di Lisa Vittozzi.
«Avrei messo tutte le firme del mondo (ride, ndr). Il suo potenziale lo conosco benissimo, perché l’ho vista crescere e abbiamo lavorato a strettissimo contatto nell’ultimo anno e mezzo. Durante i tanti giorni assieme mi ha sempre impressionato per la sua facilità di fare biathlon e per l’alto livello di allenamento che riesce sempre a tenere. In gara subentrano altre dinamiche e lo scorso anno è stato davvero difficile per lei. Per questo motivo anche alla vigilia della stagione avevamo la guardia ben alzata, sperando che le cose non partissero con il piede sbagliato. A dire il vero, venivamo da una preparazione che ci aveva dato molta fiducia. Lisa ci aveva dato l’impressione di aver reagito bene ai tanti cambiamenti nello staff tecnico, ma soprattutto, in occasione delle sette gare disputate tra agosto e settembre, non aveva commesso grossi errori nelle serie a terra, il suo problema più grosso negli ultimi due anni.
Le cose sono andate molto bene. Nella prima settimana di Coppa del Mondo, Lisa si è ritrovata addirittura a indossare il pettorale giallo, che le ha dato tanta fiducia ma messo anche pressione, dal momento che non era più abituata a trovarsi in questa situazione. In occasione della sprint di Hochfilzen ne ha un po’ risentito, ha faticato sulla prima serie reagendo comunque nel modo giusto ai primi due bersagli mancati, ma poi ha fatto molto bene nel resto del weekend. Ci può stare, quando ti ritrovi ad avere addosso quell’adrenalina che mancava da tempo.
Anche a Le Grand Bornand ha fatto benissimo, al di là della mass start dove ha comunque chiuso a ridosso della ventesima posizione nonostante i 5 errori. Arrivare alla pausa natalizia al terzo posto della generale è davvero un’ottima cosa. Meglio di così, considerato da dove partivamo, era difficile iniziare».
Crede sia troppo tempo per dire che è tornata la vera Lisa Vittozzi?
«Si è visto che ha fatto quello step mentale che le serviva. La vedo molto serena, anche prima delle gare. Lei è tornata a divertirsi e a fare ciò che le viene meglio. Dico sempre che è nata per fare biathlon, come si vede in alcune giornate quando le cose sembrano venirgli con facilità. Ricordiamoci però che gli atleti non sono delle macchine, ed è normali che in stagione ci siano sempre periodi di alti e bassi. È importante quindi godersi il momento, soprattutto lei, continuando a lavorare affinché possa stabilizzarsi su quella continuità ad alto livello a cui può tranquillamente puntare, e che le è mancata per troppo tempo».
Un inizio di stagione molto positivo, anzi forse anche oltre le aspettative, per Rebecca Passler e Samuela Comola, che hanno contribuito con le loro grandi prove allo splendido podio della staffetta femminile. Qual è il suo commento sulle loro prestazioni?
«Il podio in staffetta è stato una favola, quando si ottiene un risultato di squadra è molto più bello. Non ci saremmo mai aspettati di salire sul podio all’inizio di questa stagione. Vero, abbiamo Lisa e Doro che sono due fenomeni che fanno la differenza, ma sulle giovani sapevamo di avere bisogno di tempo per arrivare vicino alla zona podio.
Quel giorno lì sono state straordinarie, Rebecca ha fatto un numero incredibile e Samuela si è difesa bene, hanno tirato fuori con le unghie un risultato pazzesco.
Passler è stata ineccepibile nelle prime due tappe, facendo un biathlon di altissimo livello azzeccando sette gare su sette in dodici giorni. Anche se ha avuto poco tempo di recupero, è stata sempre super al poligono, ma anche in pista è andata benissimo per il livello che immaginavo. In Francia ha risentito un po’ della stanchezza del periodo precedente, cosa che per una giovane ci sta tutta.
Samuela ha fatto benissimo, non era facile dopo una preparazione problematica a causa dell’infortunio, partendo poi con una pressione importante. Lo scorso anno era partita dalla squadra B e quando era salita in Coppa del Mondo, si era trovata a vivere una situazione mentalmente più facile. Quest’anno, invece, doveva confermare e dimostrare un certo livello ed è stata brava a farlo. Questa atleta è lì che lotta per le prime trenta posizioni e sono abbastanza convinto che continuerà con questo trend. Se lo merita per la maturazione che ha raggiunto, e le auguro che possa puntare sempre più in alto».
Cosa dice del resto della squadra femminile?
«Ci troviamo a vivere una situazione particolare, in quanto la squadra è molto competitiva ed i posti per la Coppa del Mondo sono purtroppo soltanto cinque. Dall’altra parte, però, questa concorrenza è anche una cosa positiva, in quanto fa crescere il livello generale, e costringe tutte le atlete a tirare fuori il meglio da sé stesse per meritarsi il posto. Credo che questa concorrenza ci farà crescere moltissimo nei prossimi anni.
Ci sono e ci saranno atlete che dovranno accontentarsi di gareggiare in IBU Cup, fare bene lì senza avere però la certezza che ciò basti per trovare posto in Coppa del Mondo, dove abbiamo un livello molto buono. E’ assolutamente una situazione ottima, e dobbiamo continuare a lavorare sodo per rimanerci dentro per più tempo possibile».
Entrando nello specifico delle atlete?
«Michela (Carrara, ndr) ha fatto discretamente bene a Kontiolahti qualificandosi per la pursuit nonostante i tre errori commessi nella sprint. Il suo livello sugli sci è buono, ha fatto registrare ottimi course time nelle tre settimane di gara, ma le è mancato il tiro. Anche a Ridanna, purtroppo, tre errori al poligono si sono dimostrati troppi per essere lì davanti nella sprint. Nella pursuit invece ha espresso veramente un gran biathlon, facendo risultare il miglior tempo sia sul pursuit time che sul course time, ma purtroppo nella mass start 60 ha commesso nuovamente troppi errori. Sta facendo una bella stagione, più bella rispetto scorso anno, ma si ritrova ad avere attorno un livello di biathlon più alto da parte delle compagne di squadra. Credo molto nel suo potenziale, ovviamente però la continuità al tiro diventa fondamentale per esprimerlo.
Beatrice (Trabucchi, ndr) ha faticato al tiro in un paio di occasioni. Quello solitamente è il suo punto di forza, quindi se parte con degli errori a terra, le gare si fanno subito in salita, ma nelle ultime due prove a Ridanna si è rifatta alla grande e mi fa molto piacere. Sugli sci ritengo stia andando bene, per quello che è il suo livello attuale, ma sono convinto che abbia ancora dei margini di miglioramento da esprimere in stagione. Eleonora (Fauner, ndr) è un po’ sotto tono sia sugli sci che al tiro, ma solitamente in stagione è un diesel. Da lei mi aspetto qualcosa in più nei prossimi mesi.
Hannah (Auchentaller, ndr) ha fatto molto bene nelle ultime gare di Idre in IBU Cup, guadagnandosi un pettorale di Coppa del Mondo. In Francia a mio modo di vedere si è comportata bene, chiudendo tutti i bersagli all’esordio stagionale e andando vicina a far punti, che non è mai facile, disputando anche un discreto inseguimento. Anche lei per il resto della stagione continuerà a essere pericolosa nella lotta per i posti che contano.
Linda (Zingerle, ndr) sono contento abbia avuto un recupero abbastanza veloce dall’infortunio, anche se ovviamente non è ancora al 100%. Non mi aspettavo di vederla già in pista a dicembre per come si era messa la situazione in autunno. Invece sia in Coppa Italia a Forni Avoltri, che in Junior Cup a Obertilliach ha disputato buone prove, soprattutto se si calcola che fino a un mese fa si allenava con il tutore, facendo palestra ed ercolina o cyclette. Può quindi solo continuare a crescere.
Ci tengo a fare una menzione speciale sulla Fedi (Sanfilippo, ndr), anche se non la seguo direttamente io (si allena con le Fiamme Oro, ndr). Lei è partita dalla Coppa Italia di sci di fondo, poi ha disputato quella di biathlon, quindi è andata in IBU Cup a Ridanna, mostrando in tutte queste gare di avere una grande fame nonostante non sia più giovanissima. Le va dato merito di ciò. Sta facendo un ottimo biathlon e merita tanti complimenti.
Bravissime anche le Junior, che da dietro stan spingendo forte per farsi trovar pronte nei prossimi anni».
Dall’esterno la squadra sembra molto unita, a partire dallo staff tecnico, come si è visto quando avete recentemente festeggiato il secondo posto di Vittozzi e il quinto di Wierer a Le Grand Bornand.
«Ecco, non ho ancora parlato di Doro (Wierer, ndr), che in estate si è allenata con il gruppo maschile. Credo che ormai non serva nemmeno parlare di una fuoriclasse come lei, ogni parola in più è superflua. Wierer ha mostrato che, nonostante passino gli anni, è sempre ad altissimo livello e in ogni gara può dire la sua. Di lei abbiamo ancora tanto bisogno come Squadra, e nelle prove a staffetta risulta di fondamentale importanza la sua presenza per far bene.
Per rispondere alla domanda invece, lo staff tecnico è molto unito e affiatato, anche il nuovo gruppo di skimen mi piace molto. Non era facile quest’anno partire col piede giusto visto le tante nuove figure mescolate col vecchio staff, ma è filato tutto liscio, grazie anche all’ottimo modus operandi del nuovo DT Klaus Höllrigl, che ha raccolto l’eredita di Fabrizio Curtaz con molta professionalità, e sta continuando a portar avanti l’ottimo lavoro degli anni precedenti. C’è molto entusiasmo in gruppo, come è normale che sia quando inizia un nuovo percorso, e quando le cose funzionano. Siamo contenti di come stanno andando le cose, e abbiam tanta voglia di continuare così, e migliorare sempre».