Non poteva scegliere un weekend migliore per ottenere la sua prima top six in Coppa del Mondo. A Hochfilzen, Tommaso Giacomel ha fatto un bel regalo a chi dall’Italia era salito a vederlo, ai suoi nonni, alla famiglia della sua ragazza e ovviamente alla sua Elisa. «Ma non le regalo i fiori della cerimonia floreale perché sono di plastica» scherza, quando lo sentiamo mentre è in camera con il suo amico e compagno di squadra Didier Bionaz. Da perfetto gentiluomo qual è, Tommaso promette che le regalerà un bel mazzo di fiori quando tra una settimana, dopo Le Grand Bornand, tornerà a casa.
In fin dei conti c’è da festeggiare questo bel sesto posto, arrivato al termine di una splendida rimonta nella quale ha scalato dalla ventesima fino alla sesta posizione, ritrovandosi in cerimonia floreale con campioni come Johannes Thingnes Bø, Sturla Holm Lægreid, Emilien Jacquelin e Quentin Fillon Maillet.
Tommaso, avevi un sorriso contagiante durante la premiazione.
«Ero felice. Inoltre, avevo al mio fianco Niklas Hartweg, che è mio amico, parliamo spesso e sciamo tanto insieme nelle giornate di allenamento. È stato bello arrivare nei sei con lui. Infatti, mentre stavano premiando, continuavamo a parlare. Inoltre era bello avere lì sugli spalti di fronte a noi la mia ragazza, la sua famiglia, i miei nonni, e anche due amiche che erano alle superiori con me. Mentre ero lì, guardavo i tre sul podio e anche Fillon Maillet vicino a me, e mi rendevo conto di essere lì con atleti che hanno vinto tanto nella loro carriera. È stato figo».
A proposito, ti abbiamo anche visto chiacchierare con Johannes Bø. Cosa ti ha detto?
«Mi ha fatto i complimenti, poi ha visto il numero di pettorale e mi ha detto: “Wow, sei partito con il venti, quanti errori hai fatto? Con due hai recuperato tutte queste posizioni, davvero bravo”. Johannes è un ragazzo molto posato, è stato bello ricevere i suoi complimenti. Ovviamente, se al posto mio ci fosse stato un altro giovane avrebbe fatto la stessa cosa, perché è una bravissima persona oltre che un grande campione, come abbiamo visto anche questo weekend».
Parliamo ora di questa lunga cavalcata verso il sesto posto, passata anche attraverso una caduta prima dell’ultimo poligono.
«Siamo partiti abbastanza forte con Guigonnat e sapevo che eravamo tutti vicini dopo la sprint. Superato il primo poligono, si era messo a tirare Andersen, ma il ritmo non era altissimo, così quando Samuelsson si è spostato per mettersi in testa ho pensato di prenderne subito le code. Abbiamo alzato il ritmo e quando me lo ha chiesto, gli ho anche dato il cambio. Peccato per l’errore successivo. Uscito dalla penalità avevo davanti Hiidensalo, allora Fillon Maillet si è spostato come ad invitarmi a coprire il buco. Non ci ho pensato due volte e l’ho fatto. Arrivati al poligono ho fatto una serie in piedi nella quale ho lavorato molto bene. Mi sono quindi trovato nel quarto giro con Fillon Maillet, Dale e Ponsiluoma, ma purtroppo sono caduto sull’ultimo scollinamento prima della discesa che portava al poligono. Ahimé, ho infilato un bastone tra le gambe e sono finito per terra. In discesa ho cercato di togliermi la neve dalla faccia mentre arrivavo da solo al poligono. Sono contento che nonostante tutto ho chiuso quattro bersagli.
All’uscita dello stadio Mirco (Romanin, ndr) mi ha comunicato che avevo Fak dietro di me. So che è un atleta molto competitivo nel finale, così ho tenuto duro anche perché mi è venuto in mente che l’anno scorso ero giunto settimo perdendo la volata e oggi volevo assolutamente entrare nei sei. Quando dopo l’ultimo scollinamento ho visto che Fak non si era avvicinato, ho capito che era fatta».
Questa volta passando la linea del traguardo hai anche esultato.
«Si, ho fatto il pugnetto (ride, ndr). Nell’ultimo giro avevo un po’ di timore che Fak mi prendesse, ma sapevo di stare bene, nonostante fossi andato forte nei giri precedenti senza mai risparmiarmi. Ho fatto tutta la gara guardando avanti, senza mai voltarmi».
Quanto è stata importante, in ottica della gara odierna, la bella prestazione nella staffetta di ieri?
«Mi ha aiutato, perché oggi ero molto rilassato, volevo fare tanti punti perché voglio entrare nella mass start a Le Grand Bornand. Avevo bisogno di una gara che mi portasse molti punti, anche se non mi aspettavo di ottenerne così tanti. Sono consapevole dei miei mezzi. Ora che sono arrivato tra i primi sei, lo step futuro deve essere il podio. Se faccio una sprint migliore al tiro, posso riuscire a mettermi in una condizione tale da riuscire poi a ottenerlo in una pursuit. Poi ovviamente ogni gara è diversa, ma penso sia nelle mie corde. Chiudere una sprint in top venti nonostante due errori, con il livello che c’è oggi tra gli uomini, è un bel risultato».
A Hochfilzen, tra la staffetta di ieri e la tua bella prestazione di oggi, è arrivata anche la risposta della squadra maschile dopo le difficoltà di Kontiolahti.
«Si, dopo la Finlandia abbiamo ricevuto un bel po’ di critiche. È però normale ci siano delle difficoltà dopo i ritiri di Domi (Windisch, ndr) e Bormo (Bormoloni, ndr), due atleti molto forti, ai quali si aggiunge purtroppo anche l’assenza di Luki (Hofer, ndr) per infortunio.
Siamo una squadra molto giovane, ma sono contento di aver mostrato che anche se siamo giovani sappiamo fare le cose giuste».
Cosa ti hanno detto gli allenatori dopo la gara?
«Mi hanno detto che ho fatto un bel biathlon. Loro erano contenti, ma so che non erano stupiti perché sanno che questo è il mio livello. Devo solo trovare continuità e iniziare a ripetere più volte queste prestazioni. Nel corso di tutto l’ultimo raduno pre stagionale a Beitostølen ho sparato sempre con più del 90%. Se fai bene in allenamento, puoi ripeterlo in gara. Magari a Kontiolahti mi serviva un po’ di rodaggio. Alla fine ieri li ho presi tutti e oggi ho sparato con il 90%. I risultati iniziano a vedersi. So che abbiamo lavorato bene con tutta la squadra, basta vedere la bella prova della staffetta di ieri, ma anche le percentuali dei miei compagni in IBU Cup».
La presenza della tua ragazza, dei tuoi nonni e di alcuni amici ti hanno galvanizzato?
«Sicuramente ogni volta che Elisa viene a vedermi vado sempre bene. Era già accaduto agli Italiani estivi di Anterselva due anni fa e quelli in Val Martello dello scorso settembre. Addirittura, qui ho ottenuto una top six. Si vede che mi porta fortuna (ride, ndr).
La prossima settimana, in Francia, ci sarà ancora una volta mio nonno che salirà con un amico e anche con i miei genitori. Mi auguro mi portino fortuna. Elisa non verrà, ma magari la porteremo a Oberhof (ride, ndr)».
Qualche dedica particolare dopo questa prima top six?
«Ovviamente a Elisa, alla mia famiglia e tutti coloro che mi sostengono. Ringrazio le Fiamme Gialle e il Comandante Gianluigi Mariani, che ieri era anche presente alla staffetta e alla fine era molto contento. Voglio poi ringraziare tutto lo staff tecnico della nazionale. Siamo circondati da una squadra fantastica che lavora molto bene. Il materiale funziona sempre bene, abbiamo uno staff tecnico molto competente. Quando c’è una bella armonia e si lavora bene, i risultati arrivano, come si sta vedendo in campo femminile».