Se le assenze di Svahn e Sundling non erano bastate per fermare la Svezia in una sprint femminile, grazie alle due vittorie di Emma Ribom, il forfait di quest’ultima e una Dahlqvist apparsa in evidente difficoltà hanno fatto scendere la Svezia dal gradino più alto del podio.
La sprint a tecnica classica di Beitostølen è stata la sorprendente Caporetto della Svezia, anche prevedibile viste le tante assenze. Nessuna svedese si è qualificata alla finale, dopo le eliminazioni in semifinali di Dahlqvist, ancora lontana parente rispetto all’atleta ammirata nella passata stagione, e Johanna Hagström, che ancora una volta non è riuscita a ritagliarsi il ruolo di protagonista nonostante l’indiscutibile potenziale.
Così si è aperta una porta importante per le altre nazioni e a godere è la Svizzera con Nadine Fähndrich, che ha dominato la gara, imponendosi prima in qualificazione e successivamente anche nelle batterie, regalando alla nazione rossocrociata la prima vittoria in una sprint a tecnica classica.
Alle sue spalle una bravissima Lotta Udnes Weng, al primo podio in Coppa del Mondo, che ha lanciato il prima l’attacco in salita, mentre terza ha concluso a sorpresa la finlandese Matintalo. Quarta la leader, senza mai vincere, della Coppa del Mondo, Tiril Udnes Weng. Alle sue spalle Skistad, come sempre in difficoltà atletiche nell’ultimo turno delle batterie, mentre quarta ha chiuso la ceca Beranova, sempre più in crescita.
Caterina Ganz, unica azzurra qualificata nelle batterie, è stata eliminata ai quarti di finale. La trentina ha chiuso al sesto posto una batteria molto veloce, che ha qualificato tre atlete (Beranova, Lotta Udnes Weng, furba nel prendersi un warning per violazione della tecnica, e Gimmler) eliminando anche Jessie Diggins. Per Ganz quindi 28ª posizione finale.