Lo sci di fondo italiano sogna e si emoziona guardando la sprint di Beitostølen e per una volta non lo fa grazie a Federico Pellegrino, che da anni e anche in questo inizio di stagione regala podi e vittorie al tricolore, ma assente in Norvegia. Oggi a far sognare i tifosi è un giovane del 1998, proveniente dal Trentino, capace di crescere tantissimo nel corso dell’ultimo anno, Simone Mocellini.
Il trentino ha chiuso al secondo posto la sprint a tecnica classica in terra norvegese al termine di una gara stupenda, bellissima, da far commuovere i tifosi. L’azzurro ha chiuso alle spalle di Richard Jouve, il vincitore della coppa di specialità nella passata stagione. Sul terzo gradino del podio ha chiuso, invece, Calle Halfvarsson.
La giornata di Simone Mocellini è stata un fantastico crescendo. Il trentino delle Fiamme Gialle ha chiuso al terzo posto la qualificazione, dove i norvegesi erano clamorosamente mancati. Ovviamente ci si aspettava un riscatto dei padroni di casa nelle batterie, ma Mocellini ha fatto la sua gara con una sapienza tattica che non ci si aspetta da un giovane alla seconda qualificazione. Moce, come lo chiamano i compagni e tutto l’ambiente, ha gestito in maniera perfetta il suo quarto di finale, prendendosi anche il lusso di mettere la scarpa davanti a Jouve. Una scelta coraggiosa, perché lo ha portato nella parte alta del tabellone e una semifinale durissima con Chanavat, Halfvarsson, Northug, Golberg e Grond. L’azzurro ha commesso qualche errore tattico, si è trovato bloccato il secondo binario, ha dovuto cambiare all’ultimo e perso qualche metro chiudendo quarto. Il tempo della batteria è stato però velocissimo, così è volato in finale.
Lì, Mocellini ha capito dove aveva sbagliato nel turno precedente ed è stato perfetto, gestendo la gara da veterano, consapevole anche di una condizione da favola. L’azzurro ha capito di avere i mezzi per chiudere addirittura sul podio e non ha avuto paura, alcun timore reverenziale di fronte ad atleti più esperti di lui. Il Moce ha lottato con tutte le proprie forze per farsi spazio e in salita ha cambiato passo con l’obiettivo di prendere le code di Jouve. L’azzurro lo ha fatto e ha scelto il binario del francese, mettendosi alle sue spalle e provando negli ultimi metri a cambiare addirittura binario e andare per la vittoria. Il campione francese ha comunque tagliato il traguardo in testa, ma alle sue spalle è scoppiata la festa per Mocellini. Tutti i tecnici azzurri hanno invaso l’arrivo correndo ad abbracciarlo, mentre l’azzurro è scoppiato presto in lacrime di gioia. Una scena bellissima.
E siamo convinti che dalla Valle d’Aosta, Federico Pellegrino se la sarà goduta, felice di vedere finalmente un altro azzurro salire sul podio in una sprint. L’ultimo, oltre a De Fabiani, era stato Rastelli a Drammen nel 2014. Ma soprattutto è il primo podio di un atleta non valdostano (Pellegrino o De Fabiani) da Clara sul Cermis nel 2015.
Sul podio ad accompagnare Jouve e Mocellini, spazio a un bravissimo Calle Halfvarsson, splendido terzo, davanti a Golberg.
Ma oggi, poco importa del resto. Siamo solo felici per Mocellini e per lo sci di fondo italiano che vive una giornata importante, perché significa che c’è futuro, bisogna soltanto dare fiducia a questi giovani e metterli nelle migliori condizioni possibili per emergere. Dispiace per chi aveva già preparato i "coccodrilli", lo sci di fondo italiano è vivo.