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Sci di fondo

Sci di Fondo – Dopo due tappe si vedono già tutte le falle del nuovo sistema di punteggio: non vince il più forte, ma chi non si ammala mai!

Alla vigilia della stagione molti erano critici per il nuovo cambiamento di punteggio della Coppa del Mondo di sci di fondo, che va a premiare non i più forti ma i più continui. Se il vincitore guadagna sempre 100 punti, il secondo classificato ne ottiene 95, mentre un quinto posto vale addirittura 80, che erano i punti una volta presi dal secondo classificato.

Premiare la continuità, pensando di invogliare così gli atleti a partecipare sempre alle competizioni, dimenticando però che gli atleti possono anche ammalarsi, avere un calo di condizione oppure prendersi il covid, che è ancora presente nella nostra quotidianità. Inoltre, pensare che così gli atleti sarebbero stati motivati a gareggiare sempre, come si era visto già alla vigilia della stagione, era pura follia, in quanto gli interventi da fare sarebbero altri.

Dopo due tappe, però, l’enorme cecità dimostrata dalla FIS nel nuovo sistema di punteggio appare ancora più evidente. È bastato veramente poco. Johannes Klæbo ha dominato le quattro gare a cui ha preso parte, ma a causa di un brutto raffreddore è stato costretto a saltare due competizioni a Lillehammer e non lo vedremo nemmeno a Beitostølen. Così Golberg, che è sempre partito, ha preso il largo nella generale, della quale era già leader addirittura dopo la prima individuale di Lillehammer. Ed eccola la clamorosa falla del nuovo sistema di assegnazione dei punti. Con tre vittorie e un successo in qualificazione, infatti, Klæbo aveva i 315 punti che avrebbe avuto già lo scorso anno. Golberg, invece, con un terzo, due secondi e un sesto posto, era in vetta alla classifica generale con 367 punti. Con il vecchio punteggio, invece, Klæbo sarebbe stato in testa con 367 e Golberg secondo con 272 punti.
L’olimpionico norvegese ha saltato poi anche la mass start a classico, così in classifica è fermo a 430 punti, mentre oggi Golberg guida la generale con 566. Con il vecchio sistema, Golberg sarebbe sempre in testa, ma i suoi punti di vantaggio sarebbero appena 6. E si potrebbe discutere anche sui ben due bonus points in una 20 km mass start come quella di domenica, ma questa è un’altra storia.
Se si considera l’assenza di Klæbo a Beitostølen, con un sistema di punteggio che non aiuta le rimonte, visto che anche il Tour de Ski inciderà meno, anche con soli buoni piazzamenti Golberg potrebbe prendere il largo in classifica e a quel punto se, come ovviamente gli auguriamo, dovesse restare sano per tutta la stagione, diventerebbe quasi irraggiungibile.

Bastava osservare, fare un confronto con gli anni passati, al di là di una pandemia di covid-19 che è ancora in corso, tanto che a Beitostølen saranno reintrodotte alcune restrizioni, per rendersi conto che si stava facendo una clamorosa leggerezza.
Vincerà il più forte? No, vincerà chi non si ammala. L’augurio è che dopo questa stagione, che per tanti motivi possiamo definire di transizione, la FIS si renda conto del gravissimo errore commesso e torni sui suoi passi.

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