Falun, Dalarna svedese, Inverno 2007.
Sui piccoli trampolini che fanno da contorno ai più blasonati Lugnet hills è in corso una normale gara regionale, per ragazzini, di salto con gli sci e papà Magnus Westman da Örnskölsdvik ha portato tutta la sua famiglia ad assistere a questa competizione data la presenza in gara della figlia maggiore Matilda di undici anni di età a quell’epoca. Magnus descrive la figlia maggiore come una saltatrice che, fin da subito, non ha mai avuto nessuna suggestione nel lanciarsi dal trampolino ma con poca potenza nel take-off. A quella competizione, oltre alla moglie, vi era presente anche la figlia minore Frida di sei anni, che però per tutta la giornata era sembrata annoiata nel vagare su e giù per il parterre di arrivo senza praticamente poter fare nulla e di dover aspettare a lungo fra un salto e l’altro della sorella maggiore. Cosi per cercare di inventarsi qualcosa per coinvolgerla maggiormente, papà Magnus le chiese di provare anche lei a saltare dai piccoli trampolini per bambini presenti a Falun, ma la risposta della piccola Frida fu un secco:” Io non proverò mai a lanciarmi giù per un trampolino!!”
Nell’estate seguente, sei mesi dopo quella garetta di Falun, Frida Westman cambiò idea e chiese a papà Magnus: “Ok, Io voglio provare a saltare con gli sci, ma se lo faccio, col tuo aiuto, lo faccio solo per essere la migliore!”
In breve tempo Magnus Westman, che già allenava la figlia maggiore, notò subito la naturale abilità della figlia minore che fin da subito si era innamorata del salto e che ben si distingueva dal resto dei ragazzi che provavano in tenerà età il salto speciale”: La quasi totalità dei ragazzini, maschi e femmine, sono subito coraggiosi e desiderosi di provare trampolini sempre più grandi, ma poi quando si tratta di spingere al 100% nello stacco lo fanno col freno tirato, mentre Frida dal suo inizio ha sempre messo la massima esplosività nel take-off e questa è la grande differenza che dal nulla l’ha portata ad essere nell’elite mondiale e a raggiungere il primo podio di Coppa del Mondo alla diciassettesima gara ufficiale nel massimo circuito.”
Lo scorso Novembre in quel di Wisla, Frida Westman fu la prima ragazza svedese a salire sul podio di Coppa del Mondo terminando terza la seconda gara sull’HS 134 polacco, concludendo un digiuno durato trent’anni per il popolo “trekroner” se si considera anche il salto maschile, dato che l’ultimo svedese a salire sul podio fu Mikael Martinsson sul trampolino di casa di Örnsköldsvik.
E proprio dalla laboriosa cittadina di circa trentamila abitanti che fa parte della contea svedese del Västernorrland, affacciata al Golfo di Botnia e che ha dato i natali alla più forte biathleta della storia, ovvero Magdalena Forsberg, oltre che ai fantasiosi gemelli dell’hockey Henrik e Daniel Sedin e all’altrettanto talentuoso, nella stessa disciplina giocata con stecca e puck, Peter Forsberg, inizia l’avventura sportiva della famiglia Westman, papà Magnus prima e ora con diversi e notevoli risultati la figlia minore Frida.
Magnus Westman è stato un discreto saltatore fra la fine degli anni ottanta e l’inizio degli anni novanta. Oltre ad aver rappresentato la Svezia ai Giochi Olimpici del 1992 e del 1994, il suo miglior risultato in Coppa del Mondo è il sedicesimo posto ottenuto dal trampolino grande di Lahti nel Marzo 1991. Una volta appesi i larghi sci da salto al fatidico chiodo, oltre a far parte di una società dedita alla vendita di articoli per la pittura, ad Örnsköldsvik, inizia a dedicare parecchio tempo nel locale Friska Viljor ski club insegnando salto speciale alle piccole leve svedesi. Fu quindi facile per lui instillare la passione per il salto prima alla figlia maggiore Matilda e poi a quella minore Frida, diventando il loro personal coach.
Ma prima di parlare del percorso che ha portato la piccola Frida dagli inizi col K10 fino al primo podio di Coppa del Mondo lo scorso mese, è bene illustrare ciò che il Friska Viljor IF ha potuto offrirle dai suoi primi anni fino al passaggio nell’età senior ed il susseguente trasferimento a Trondheim.
Seppur la Svezia, al contrario delle sorelle nordiche di Finlandia e Norvegia, non abbia mai avuto la stessa passione e cultura vincente per il salto, ad eccezione del periodo che ha visto emergere l’inventore della tecnica a V, Jan Boklov, che vinse la sfera di cristallo nella stagione 1988-89, nelle due città di Falun e Örnsköldsvik vi sono comunque le massime possibilità per poter praticare con buon successo la disciplina.
Se si percorre la lunga strada panoramica E4 che dalla nordica Luleå, porta direttamente alla capitale Stoccolma, quando si attraversa appunto Örnsköldsvik, la prima cosa che si notà è il locale “Paradisekullen”, la collina del paradiso, nella quale è stato scavato il trampolino grande del salto e adiacente ad esso si trovano altri cinque trampolini adatti per praticare salto per tutte le età e tutti in eccellenti condizioni di utilizzo. Su questi trampolini del paradiso, in breve Frida, oltre a praticare anche il calcio nello stesso locale club sportivo, si distingue come la migliore saltatrice svedese in ogni categoria che disputa in patria.
Dopo le prime esperienze in Fis Cup e Continental Cup, nel Febbraio 2017 a soli sedici anni disputa i suoi primi Mondiali Junior terminando ottava il team event e trentaduesima nella prova individuale. L’anno successivo per la svedese inizia il primo duro stop dovuto ad un serio infortunio al legamento crociato del ginocchio, che la tiene lontano dalle gare per un anno intero. Frida non si demoralizza troppo ed inizia una lunga riabilitazione che la riporta alle competizioni giusto in tempo per fare il debutto in Coppa del Mondo. Ma a Lillehammer la bionda saltatrice svedese viene però squalificata per tuta irregolare. Dopo poco tempo deve fare di nuovo i conti con un secondo lungo stop sempre al legamento crociato e con lesione del menisco ma all’altro ginocchio.
Il suo forte desiderio di essere la numero uno al mondo, pertanto, la spinge a non arrendersi a questa seconda pesante avversità ed a trasferirsi in quel di Trondheim per allenarsi assieme alla famosa scuola del salto norvegese Trønderhopp, per allenarsi con l’ex saltatore norvegese Roar Ljøkelsøy. Frida ci spiega cosi questa sua audace scelta effettuata due stagioni or sono: “Io volevo essere la migliore saltatrice del mondo, cosi ho pensato che dovevo trasferirmi se volevo realizzare questo mio sogno. A casa sentivo di non avere più il giusto ambiente per compiere questo salto di qualità. Ecco perché mi sono trasferita a Trondheim. Tu devi fare ciò che deve essere fatto se hai il desiderio di diventare la migliore.”
A proposito della sua enorme forza mentale e di questo trasferimento nel capoluogo della contea del Trøndelag norvegese, il Direttore sportivo ed ex saltatore svedese Andreas Aren ci fornisce la sua spiegazione: “Frida è un’atleta sempre molto determinata, meticolosa in tutto ciò che fa, e molto laboriosa. Prima di una gara, Frida è concentrata ma anche rilassata al momento giusto. Ha spesso un sorriso sul suo viso. Non sono davvero sorpreso che abbia raggiunto la vetta, ma nessuno di noi si aspettava che lo facesse così in fretta. Credo che ora sia importante fare un passo alla volta, rimanere calmi e analitici. Abbiamo tempo e Frida ha molte avventure da guardare al futuro. Non tutti hanno due Campionati del Mondo di fila in casa, dato che Trondheim 2025 è dove ora si allena e poi ovviamente Falun 2027, e un’altra Olimpiade tra qualche anno. Frida si è allenata duramente sin dalla giovane età con suo padre Magnus come allenatore a Örnsköldsvik. Sì, ha sofferto e lottato con due gravi infortuni al ginocchio ma lei, determinata com’è, è tornata ogni volta ancora più forte. Tuttavia è stato dopo essersi trasferita a Trondheim che i suoi progressi sono davvero aumentati. La squadra con Roar Ljøkelsøy come capo allenatore è estremamente professionale e sono molto felice di averla in quell’ambiente.”
Coraggio e volontà di ferro confermati anche da papà Magnus, che assieme alla figlia crede fermamente di poter centrare l’obiettivo a lungo termine di essere la migliore al mondo, grazie alla sua determinazione ed al lavoro fatto sulla sua tecnica. Riguardo la tecnica di salto di Frida, sia il Ds Aren che Mr Westman parlano in primo luogo della sua potenza naturale che lei esprime al momento dello stacco.
“Come saltatrice con gli sci Frida ha una tecnica straordinaria e un’estrema esplosività. Ha anche molta forza mentale. Il suo punto debole è l’atterraggio su cui deve lavorare ancora. Ma questo al momento non la stressa più di tanto perché lei vede le cose con una prospettiva futura.”: è ciò che ci racconta coach Magnus. Anche Andreas Aren si accoda al giudizio del genitore di Frida, evidenziando al di sopra di tutto il suo naturale e potente take-off: “Per me il punto di forza di Frida è il suo fisico e come riesce a sfruttarlo in fase di decollo. Per come la vedo io, è più potente al decollo rispetto a molte altri. È anche mentalmente forte e sempre concentrata, il che ovviamente è un’abilità importante in questo tipo di sport. Ciò su cui ha bisogno di lavorare di più sono i suoi atterraggi, ma sono sicuro che ci arriverà col tempo a piazzare dei notevoli telemark. Non c’è stress e nessuna pressione. Frida stessa è quella che fa pressione sugli altri! “
Rientrata per la seconda volta nel circuito del salto, la rappresentante del Friska Viljor IF partecipa ai Mondiali Junior di Lahti ed il mese successivo a quelli senior di Oberstdorf 2021, ma senza destare grande impressione.
La scorsa stagione per la saltatrice di Örnsköldsvik, libera finalmente dai problemi fisici, con la possiblità così di disputare tutte le gare di Coppa del Mondo, è tutta un gran crescendo. Nelle prime tre tappe di Dicembre la sua posizione si attesta stabilmente nelle top 20. A gennaio dopo la pausa dovuta alla cancellazione della trasferta giapponese coglie la settima posizione sul trampolino grande di Willingen prima di partire per Zhangjiakou dove disputa i suoi primi Giochi Olimpici. A Pechino 2022 termina buona sedicesima sull’ostico, per le sue caratteristiche, Hs 106.
Tornata in Europa per le gare conclusive di Coppa del Mondo, Frida sfiora due volte il podio nella tappa di Hinzenbach, concludendo poi la overall con un significativo tredicesimo posto finale. Se il take-off e la prima fase di volo è una parte del salto che lei ha nel suo background in modo molto naturale fin da quando si è lanciata nei primi salti effettuati dalla “Paradisekullen”, la scorsa estate con coach Roar tutto il suo focus è stato concentrato sulla seconda fase del salto, ovvero il volo vero e proprio. Infatti la ventunenne svedese ha volontariamente evitato di gareggiare nel circuito estivo, eccezion fatta per le due gare di Continental Cup disputate a Lillehammer e chiuse al secondo e terzo posto, nelle quali si sono già intravisti i barlumi su quanto da lei poi dimostrato a Wisla, per poter lavorare duramente proprio su questa fase centrale del salto. E i risultati ed i grandi miglioramenti si sono subito visti nel debutto polacco della stagione 2022-23.
Dall’Hs 134, intitolati all’idolo di casa Adam Malysz, la scandinava sfiora il podio in gara uno, mentre il giorno successivo porta la Svezia per la prima volta nella storia sul podio in Coppa del Mondo nel salto con gli sci femminile. La grande gioia per il risultato ottenuto, nel post gara, le fanno dimenticare il piccolo dolore che lei già avverte dopo aver piazzato un approssimativo telemark, nella serie finale. Tornata in quel di Trondheim, nuovi e più specifici esami fortunatamente escludono un terzo e pesantissimo problema ai legamenti con conseguente nuovo lungo calvario per la riabilitazione, ma comunque evidenziano un nuovo infortunio al menisco che la terrà comunque lontana dal circuito fino a metà Gennaio.
Presto potremo quindi nuovamente apprezzare Frida Westman esibirsi in Coppa del Mondo e poi cercare di portare ai Campionati del Mondo a Planica, il salto svedese dove nemmeno l’inventore della tecnica a V ed illustre connazionale Jan Boklov vi è mai riuscito: conquistare una medaglia ai Mondiali. Per il futuro quadriennio poi, sistemato l’ultimo tassello con l’atterraggio in telemark, con la volontà di ferro e la promessa espressa da Frida già in tenera età potrà diventare realtà come ci conferma papà Magnus: ”Puoi vedere già oggi, se guardi alle ragazze che saltano in Coppa del Mondo che la tecnica e la potenza di Frida è fra le top 3 nella fase di stacco. Quest’estate ci siamo concentrati sulla fase di volo, coi risultati che abbiamo visto a Wisla, ora ha la terza parte su cui lavorare con l’atterraggio. Quando lei padroneggerà al suo meglio anche quella parte, sono sicuro che la vedremo in cima al podio. Ve lo prometto.”
Salto con gli sci – Dal rifiuto di voler provare a saltare, allo storico podio di Coppa del Mondo: Frida Westman e quella volontà di ferro più forte degli infortuni
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