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Biathlon – Daniele Fauner, il giovane esordiente di Sappada che Wierer ha preso in simpatia: “Voglio gustarmi questo esordio”

Sarà un weekend sicuramente particolare per Sappada, terra di fondisti capaci di regalare allo sci di fondo italiano alcune delle pagine più belle della sua storia, che da alcuni anni è diventata una località centrale anche nel biathlon italiano e internazionale, grazie a Lisa Vittozzi. Nel weekend di Hochfilzen, a far crescere il gruppo dei sappadini arriverà, sempre dal CS Carabiniere, l’esordiente Daniele Fauner.

A un anno di distanza dall’esordio in Coppa del Mondo di sua cugina Eleonora, il classe 1999 è stato chiamato per esordire nel massimo circuito. Fauner è andato in crescendo nel corso della settimana di Idre Fjäll che ha aperto l’IBU Cup. Dopo aver rotto il ghiaccio con la sprint iniziale, nella quale era stato bravissimo a trovare un doppio zero al tiro, ma non aveva ancora avuto il suo buon passo sugli sci, il carabiniere sappadino aveva chiuso 20° l’individuale con tre errori, arrivati tutti nell’ultima serie. Quindi la sprint domenicale e un bel nono posto, che aveva confermato i progressi al tiro e una condizione in crescita.

Un risultato che ha spinto i tecnici azzurri a dargli subito l’opportunità di esordire in Coppa del Mondo con l’obiettivo, ovviamente di fare esperienza.
«Nonostante la bella prestazione della sprint, non pensavo alla possibile chiamata in Coppa del Mondo – ha ammesso Fauner a Fondo Italia, appena arrivato a Hochfilzen – non me lo aspettavo. Mi hanno chiamato quando ero in pulmino per tornare a casa insieme a Daniele Piller Roner. Alex Inderst ha chiamato Daniele, che mi ha subito passato il telefono, così ho ricevuto la notizia dal nostro responsabile. Mentre parlavo con Inderst, Daniele mi guardava ridendo».

Fauner ha voluto condividere subito la sua emozione con le persone più care: «Ho subito avvertito la mia fidanzata e i miei genitori». Si, suo papà, quel Silvio Fauner la cui volata a Lillehammer è un’immagine iconica nella storia dello sci di fondo italiano, capace di emozionarsi nel ricevere la notizia del figlio pronto all’esordio in Coppa del Mondo.

Una convocazione che Daniele Fauner ha conquistato grazie al tanto lavoro svolto e alla bella settimana di Idre, nel corso della quale tutti i pezzi sono andati al loro posto: «Sugli sci le prime gare, in particolare la prima, non sono andate benissimo, diciamo che dovevo un po’ trovare condizione gareggiando. Invece, fin dall’inizio le cose sono andate piuttosto bene al tiro. Solo nell’individuale ho buttato purtroppo via quell’ultima serie, che non mi ha permesso di ottenere un bel risultato. Al tiro ho iniziato a pensare soltanto al lavoro da svolgere, senza farmi distrarre da altro. Ecco, credo che il miglioramento sia stato più mentale».  
Ora l’emozione dell’esordio in Coppa del Mondo, da vivere senza aspettative: «Voglio mantenere la calma e godermela, divertirmi, ovviamente dare tutto quello che ho e poi accetterò quello che arriverà. La cosa principale però è godermi questa prima volta, perché me la sono guadagnata. Tante volte ho visto la Coppa del Mondo molto lontana, ho temuto di non arrivarci mai, invece ho imparato che bisogna tenere sempre duro, continuare a crederci perché se si continua a lavorare senza perdere la fiducia le cose arrivano».

Ovviamente Fauner è anche curioso di osservare da vicino i grandi campioni del biathlon internazionale: «Diciamo che qui c’è un livello talmente alto che è bello guardare in allenamento ognuno dei grandi di questo sport. Ci sono tanti spunti che posso trarre da loro».

In estate, nell’intervista successiva alla vittoria nel Mondiale Estivo di Ruhpolding, Dorothea Wierer aveva voluto mandare un saluto proprio a Daniele Fauner e ridendo aveva aggiunto: “Scrivetelo”. Nel corso della preparazione estiva, infatti, la campionessa azzurra ha preso in simpatia il giovane sappadino, mettendolo anche sotto la sua ala protettiva.
Ride Daniele quando gli ricordiamo quelle parole di Wierer: «Sono appena arrivato a Hochfilzen e Doro mi ha subito accolto bene, è davvero contenta per me». L’azzurro ha quindi raccontato come è nato questo bel rapporto con la tre volte campionessa mondiale: «Da una parte non saprei nemmeno spiegarlo. È nato tutto perché Doro ha subito colto il mio carattere. Vedete, io sono introverso, non sono una persona che parla subito molto, fa parte del mio carattere. Lei ha colto immediatamente questo aspetto, ha capito come sono ed essendo proprio il mio opposto ha iniziato a coinvolgermi, aiutandomi ad aprirmi».
Un bell’aspetto dei raduni estivi, quando i campioni più esperti cercano di aiutare i più giovani a crescere mettendoli a proprio agio.

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