Francesco De Fabiani ha chiuso la tappa di Lillehammer con un 25° posto nella mass start di 20 km in tecnica classica. Un format che è sempre piaciuto al valdostano del Centro Sportivo Esercito, ma la pista norvegese, un anello di 3,3 km non troppo dura, ben diversa da quella olimpica dello sci di fondo, ha certamente penalizzato i fondisti con le sue caratteristiche.
«Avevo anche delle buone sensazioni – ha affermato il valdostano a Fondo Italia – ma la pista era un po’ particolare. Sapete che il format mi piace, ma su un tracciato come questo era impossibile fare la differenza in salita, quindi non avevo alcun vantaggio. Su questa pista, se andavi all’attacco in salita, pure se riuscivi a staccare gli altri veniri ripreso. Qui, se fossi stato nella mia miglior condizione, avrei comunque potuto ambire al massimo a una posizione nei dieci, non di più.
Anche nell’individuale, dove comunque non ho fatto bene, l’anello era troppo corto, si sono formati troppi trenini che hanno condizionato la classifica. Io purtroppo non andavo forte, ma tanti mi hanno battuto anche perché a differenza mia hanno trovato nell’ultimo giro qualcuno che era appena partito. Qui se sei bravo a resistere nel tratto di salita, poi è difficile che chi ti è davanti possa staccarti sul resto dell’anello, ti basta restare in scia.
In una pista come quella di Tesero, inVal di Fiemme, se ne hai lotti per vincere e puoi anche staccare tutti. Credo che se su questa pista ci fosse stato Niskanen, anche lui avrebbe fatto fatica a prendere margine. Il problema, poi, non è solo il dislivello, ma anche la larghezza della pista, in quanto con appena tre binari non puoi passare e resti imbottigliato nel traffico».
De Fabiani non cerca giustificazioni, ma è convinto che per le sua condizione attuale su una pista normale avrebbe anche potuto entrare nei dieci: «Alla fine ovviamente vincono i più forti, quindi complimenti a chi è salito sul podio. Oggi però ne avevo di più rispetto al risultato ottenuto. Però se in salita ti trovi con soli tre binari e finisci dietro a qualcuno che va tutto a spinta, è facile anche perdere tanto tempo.
Per la condizione attuale, su una pista diversa avrei potuto ottenere una top ten. Da una parte meglio stare al massimo della forma per una mass start come quella della Val di Fiemme che oggi. In realtà mi sarebbe tanto piaciuto gareggiare sull’altro anello di Lillehammer per provare anche lo skiathlon da venti chilometri». Purtroppo la FIS è stata costretta a spostare l’evento sulla pista del biathlon e cambiare anche il format di gara a causa dell’assenza di neve.
In queste prime due tappe, De Fabiani ha mostrato una buona condizione in classico, mentre sembra essere più indietro a skating: «Si, al momento c’è una grande differenza tra le mie prestazioni in classico e quelle in tecnica libera. Ovviamente c’è sempre stata, anche se in alcune stagioni si nota di più e in altre meno. Solitamente ho bisogno di più tempo per riuscire ad andare forte a skating, ma se riesco a farlo in classico significa che sto bene.
Adesso l’obiettivo è crescere di condizione per portarla poi al massimo in vista del Tour de Ski».
La prossima settimana la Coppa del Mondo farà tappa a Beitostølen, con in programma sprint e 10 a classico, oltre alla staffetta. «Come a Ruka posso fare due belle gare, anche perché la pista è dura e anche nella sprint c’è una bella salita finale. Senza alzare troppo le aspettative, si può fare bene come in Finlandia».