Da domani si torna ad inseguire la coppa di cristallo. L’individuale maschile di Kontiolahti farà sollevare di nuovo il sipario sul biathlon che conta e lo farà all’alba di una stagione che guarda inevitabilmente verso i Mondiali di Oberhof.
Dalla località finlandese prende il via un inverno a due facce, perchè se da una parte in campo maschile è facile prevedere uno scontro tra i grandi del circuito per contendere il coppone a Quentin Fillon Maillet – sperando che Johannes Bø torni a fare il suo – sul fronte femminile pare ormai prossimo il definitivo cambio generazionale.
Tiril Eckhoff e Marte Røiseland hanno vinto le ultime due edizioni della classifica generale succedendo alla doppia Wierer del 2019 e 2020 (tutte classe 1990), ma per vari motivi entrambe non saranno a Kontiolathi lasciando così il ruolo di faro del circuito alla finanziera ora di casa a Cavalese ed in seconda battuta a Denise Herrmann.
Non è chiaro ancora quanto le due norvegesi saranno presenti in stagione – ricordiamo, da quest’anno non saranno più contemplati gli scarti e le gare mondiali non assegneranno punti di Coppa del Mondo – e questa considerazione apre la porta a diverse pretendenti per il ruolo di protagonista principale, a cominciare senza ombra di dubbio dalle sorelle Elvira ed Hanna Öberg. C’è curiosità specie sulla parabola di crescita della minore delle due, già capace l’anno passato di vestire in determinate circostanze il ruolo della dominatrice. Marketa Davidova e Julia Simon pur essendo tanto diverse dal punto di vista tecnico saranno le prime outsider con la pesante assenza del team bielorusso a togliere dal panorama profili di valore come Alimbekova e Sola.
Rispetto alla scorsa stagione, Franziska Preuss promette di essere un fattore rilevante nell’attesa di capire come si evolverà la situazione di Lisa Vittozzi.
E con la sappadina si entra nello specifico all’interno del team azzurro. Le prove estive hanno lasciato intendere come la carabiniera classe 95 possa aver ritrovato il bandolo della matassa, ma spetterà a queste prime gare dissipare tutti i dubbi, dopo due stagioni e mezzo a dir poco complicate.
Se Dorothea Wierer dall’alto del suo palmares può vivere un inverno nelle condizioni che più ama – cioè senza mettersi addosso nessuna pressione – e quindi potenzialmente andare esclusivamente all’incasso, Lisa Vittozzi ha la necessità di tornare in orbita, di ritrovare un livello di tiro degno degli standard che l’hanno condotta a duellare fino all’ultimo con la stessa Wierer nella Coppa del Mondo 2018/19.
Se Federica Sanfilippo è di fatto la terza forza del gruppo azzurro, Samuela Gomola, Michela Carrara ed a seguire le più giovani speranze azzurre (Passler, Auchenthaller, Zingerle, Trabucchi in ordine sparso) si presentano quindi ai nastri di partenza della stagione con la voglia di mettersi in mostra e a seconda dei casi di trovare una propria dimensione definita all’interno del circuito, sfruttando nel migliore dei modi le eventuali occasioni che si presenteranno sul percorso.
Il ritorno su standard d’eccellenza di JTB è invece il fulcro della stagione maschile. Il passato inverno ha visto Quentin Fillon Maillet dominare in lungo e in largo, ma l’assenza di fatto del norvegese è stata determinante. Ora il minore dei fratello Bø sembra già godere di ottima condizione ed il duello potrebbe assumere contorni davvero affascinanti, anche per le possibili incursioni di un regolarizza come Sturla Lægreid, di un imprevedibile Emilien Jacquelin e di un Sebastian Samuelsson forse pronto alla definitiva consacrazione.
Se al meglio della condizione psico-fisica, JTB sarebbe l’uomo da battere, ma come da lui stesso confermato, dopo il ritiro di Martin Fourcade non ha più saputo trovare quel pungolo necessario per riversare il meglio di sé in pista, rischiando due anni fa di essere sverniciato dal debuttante Lægreid per poi affrontare la scorsa stagione esclusivamente in ottica olimpica.
L’interesse non mancherà, come sarebbe stato interessante vedere subito all’opera Lukas Hofer dopo un’estate vissuta insieme al team svedese, alla ricerca di una maggiore competitività in allenamento e di nuovi stimoli: un problema fisico rimanderà il suo debutto (pare) ad Hochfilzen ed è quasi pleonastico sottolineare come sia un autentico peccato, specie nella prima occasione dopo il ritiro di Dominik Windisch.
Senza capitan Hofer, l’attenzione in casa Italia sarà rivolta ai giovani: Tommaso Giacomel se in giornata ha dimostrato già di valere la top10 e la non continuità è un peccato volendo veniale per un classe 2000, a patto che già da questo inverno i colpi crescano. Così come devono crescere i giri nel motore di Didier Bionaz, non propriamente convincente nell’inverno scorso. Patrick Braunhofer, Daniele Cappellari ed il debuttante David Zingerle completano il quadro azzurro in questo primo atto stagionale.
Si riparte così, dunque. Individuale, staffette, sprint ed inseguimento tra domani e domenica, primo atto di un inverno che poi seguirà le note rotte prenatalizie con Hochfilzen e Le Grand Bornard a chiudere il 2022 in attesa di un 2023 che a gennaio vivrà di Pokljuka, Ruhpolding e Anterselva prima dell’appuntamento iridato di Oberhof, dal 6 al 19 febbraio. Il terzo round della stagione quindi vedrà il ritorno a Nove Mesto, Östersund prima del finale di Oslo.
Ed allora, buon biathlon a tutti.