Con il suo palmares, Petter Northug può permettersi di esprimere qualsiasi critica, anche forte, su un fondista o addirittura una generazione di atleti. Questa volta la leggenda norvegese del fondo ha avuto la “mano pesante” su un movimento che – a suo dire – è meno propenso agli sforzi necessari per raggiungere e mantenere i massimi livelli di prestazione.
Riferendosi ai fondisti della nazionale norvegese, il 36enne ha affermato che «non vogliono più allenarsi ad alta quota sulle Alpi. Preferiscono il comfort personale e l’allenamento vicino a casa, sono davvero preoccupato per il futuro. Per me una squadra nazionale d’élite dovrebbe contenere fondisti affamati che non hanno paura di lasciare casa per tre o quattro settimane più volte all’anno», queste le sue parole a VG. «Ho costruito la mia carriera e il mio successo su questi sacrifici e penso che coloro che non sono disposti a farli usciranno di scena nel lungo periodo».
Difficile che questo discorso includa, tuttavia, Johannes Klæbo, anche perché Northug ha più volte espresso la propria stima per il connazionale. Klæbo ha inoltre trascorso la sua preparazione a Livigno, a differenza della nazionale norvegese, che invece ha scelto di non svolgere allenamenti in quota. A difendere quest’ultima ci ha pensato l’allenatore Eirik Myhr Nossum: «Non sono affatto d’accordo con quello che dice Northug. I miei fondisti sono pronti a partire se viene chiesto di farlo. Fino a prova contraria, possiamo rendere in pista anche allenandoci in modi diversi».