Una crisi lunga tre anni e mezzo, una promessa che sembrava destinata a non realizzarsi mai. Sono state stagioni difficile per Kristine Stavås Skistad, dal titolo mondiale juniores e lo splendido impatto con il mondo d’èlite, quando aveva mostrato di poter addirittura lottare per una medaglia in occasione del Mondiale di Seefeld, alle lacrime dopo la caduta nella semifinale della sprint dell’evento iridato austriaco e le tante delusioni degli anni successivi, quando sembrava essere sempre fuori condizione, fisica e anche mentale.
I dubbi saranno cresciuti enormemente nella testa di Skistad in questi anni, complici anche i tanti commentatori norvegesi spesso severi nei suoi confronti. La scelta di lasciare la squadra di reclutamento e lavorare con il Team Konnerud, sempre al fianco dell’allenatore Lage Sofienlund, persona che non ha mai smesso di incoraggiarla e credere in lei.
Oggi, finalmente, il grande ritorno. Una Skistad concentrata, molto più sicura di sè, come si è notato dallo sguardo cattivo e focalizzato sull’obiettivo prima della partenza, ma soprattutto in grandi condizioni fisiche e anche mentali, migliorata pure tatticamente. Certo, non basta una gara per iniziare a festeggiare il suo ritorno in pompa magna e permettere alla Norvegia di rilanciare la sfida alla fortissima Svezia, ma certamente oggi nell’ambiente norvegese c’è qualche sorriso in più.
Sicuramente uno bello grande è proprio quello di Skistad. «Quando sei finita così in basso che è difficile salire le scale, allora è fantastico quando riesci a ritornare e diventare anche migliore rispetto a quanto sei stata in passato». Sono queste le sue prime parole a VG. La fondista norvegese, che ricordiamo ha appena 23 anni, ha poi aggiunto: «È stato un periodo terribile. Sono stata messa alla prova. Non ero abituata a dover lottare così tanto. È stato fantastico superarlo. È bello da parte mia».
La sua vittoria è stata elogiata dagli esperti televisivi, ma soprattutto ha fatto gioire il suo allenatore, Lage Sofienlund: «Quando arrivano le avversità – ha affermato il coach della norvegese – inizia anche a crescere il dubbio, l’atleta inizia a chiedersi se sarà in grado o meno di progredire, se tornerà almeno ai suoi livelli. Poi arriva il giorno del ritorno e con esso la sensazione di "sì, ne è valsa la pena". Tutto quello sforzo, le avversità e la resistenza». Emozioni forti che Skistad non ha nascosto, visibilmente emozionata al termine della gara.
Sci di Fondo – La gioia di Skistad: “Quando finisci tanto in basso, è fantastico tornare a un livello anche superiore rispetto al passato”
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