I tempi e le temperature cambiano, anche per Bionaz. Per la prima volta nella sua storia il centro di biathlon della Valle d’Aosta ha utilizzato la pratica dello snowfarming, tecnica che consente di conservare la neve anche nei periodi più caldi.
3500 metri cubi di neve e li ha protetti con teli formati da quattro strati, cercando di salvarne il più possibile in vista della stagione successiva. Un tentativo che ha avuto successo, malgrado tutte le difficoltà: «Siamo stati un po’ condizionati dal meteo, ma abbiamo accumulato 3500-3800 metri cubi. Questo è il nostro primo anno, dunque è stato un esperimento. Abbiamo avuto anche un po’ di sfortuna, c’è stata una stagione estiva senza precedenti. Ciononostante grazie ai teli nuovi abbiamo salvato il 50% di neve. Chiaramente va fatto un mucchio, che più alto e grosso e meno si consuma: sono rimasti 1700 metri cubi di neve. Qui ha fatto caldo da maggio a ottobre, la neve ha continuato a sciogliersi», ha confessato Leo Betemps, la cui famiglia gestisce la pista di sci di fondo e biathlon. «Ci siamo confrontati con altre realtà come la val Martello, ma anche loro hanno perso un 40%, nonostante avessero un mucchio più grosso e un’esperienza maggiore. Noi siamo contentissimi dei risultati, la neve salvata è comunque tanta. C’è da dire che l’amministrazione comunale ha fatto un grandissimo sforzo: abbiamo usufruito di un contributo regionale che copre l’80% del solo investimento strutturale, al comune va tutta la parte della posizione della neve, oltre a camion ed escavatori per portarla in pista».
3500 metri cubi di neve e li ha protetti con teli formati da quattro strati, cercando di salvarne il più possibile in vista della stagione successiva. Un tentativo che ha avuto successo, malgrado tutte le difficoltà: «Siamo stati un po’ condizionati dal meteo, ma abbiamo accumulato 3500-3800 metri cubi. Questo è il nostro primo anno, dunque è stato un esperimento. Abbiamo avuto anche un po’ di sfortuna, c’è stata una stagione estiva senza precedenti. Ciononostante grazie ai teli nuovi abbiamo salvato il 50% di neve. Chiaramente va fatto un mucchio, che più alto e grosso e meno si consuma: sono rimasti 1700 metri cubi di neve. Qui ha fatto caldo da maggio a ottobre, la neve ha continuato a sciogliersi», ha confessato Leo Betemps, la cui famiglia gestisce la pista di sci di fondo e biathlon. «Ci siamo confrontati con altre realtà come la val Martello, ma anche loro hanno perso un 40%, nonostante avessero un mucchio più grosso e un’esperienza maggiore. Noi siamo contentissimi dei risultati, la neve salvata è comunque tanta. C’è da dire che l’amministrazione comunale ha fatto un grandissimo sforzo: abbiamo usufruito di un contributo regionale che copre l’80% del solo investimento strutturale, al comune va tutta la parte della posizione della neve, oltre a camion ed escavatori per portarla in pista».
La crisi climatica ha difatti obbligato Bionaz a scegliere la strada dello snowfarming: «Viste le condizioni, è una pratica irrinunciabile. Non c’è neve in tutto il nord Italia e da noi si prevede che ci sia qualche centimetro solo settimana prossima. Ha fatto 20 centimetri due giorni fa, ma era neve bagnatissima. Il futuro sembra non roseo: ho tre figli che fanno biathlon, vederli arrancare per sciare sulla neve è dura, fanno lo skiroll per compensare ma a fine ottobre sarebbero contenti di trovare condizioni diverse: più scii tardi sulla neve, e meno in forma arrivi alle prime gare». Tuttavia, Bionaz non si piange addosso, e oltre allo snowfarming ha in cantiere altri progetti per migliorare il centro. Per esempio l’allungamento della pista, cosa che permetterebbe di ospitare le grandi nazionali di biathlon: «Abbiamo allestito una palestra attrezzata per le squadre che verranno ad allenarsi, abbiamo allungato anche la pista portandola a 1,7 km», ha proseguito Betemps. «Sempre il comune ha fatto la richiesta in regione per arrivare prima a 2,6 km e poi a 4,5 km. La regione ha già messo i soldi per il 50%, il comune, che vuole già muoversi per il 2023, dovrà trovare i fondi restanti. Il minimo per chiudere un campionato italiano è proprio 2,6 km, che è anche il chilometraggio basilare per poter portare squadre nazionali ad allenarsi».
Una vista dall’alto dell’anello di 800 metri che il centro sta per chiudere
Una vista dall’alto dell’anello di 800 metri che il centro sta per chiudere