Sophie Chauveau deve aver benedetto la mancanza di neve che ha impedito all'IBU Cup di esordire – come da programma – a Sjusjøen, in Norvegia. Lo slittamento della stagione ha dato giorni in più ad atleti e atlete in cerca di un posto al sole, quel pettorale in Coppa del Mondo che Chauveau non aveva mai indossato. Grazie alla sua prova nelle selezioni di Bessans (Savoia), in cui ha battuto Gilonne Guigonnat per due punti, la biatleta coronerà il suo sogno sulla neve di Kontiolahti (Finlandia), dal 29 novembre al 4 dicembre, dove si aggiungerà ad altre sei compagne per comporre la squadra francese.
Chauveau ha dato il suo 100% a Bessans, ma non sapeva (forse per precisa scelta dei tecnici) che quei test fossero decisivi per la selezione in vista della Coppa del Mondo: «Quando abbiamo capito che l'inizio della IBU Cup sarebbe slittato, abbiamo chiesto agli allenatori come sarebbe andata a finire: ci hanno risposto che avrebbero esaminato i risultati di Bessans e fatto dei test a Idre la settimana prima dell'inizio della IBU Cup. Così abbiamo fatto le nostre gare a Bessans senza pensare alla selezione. Personalmente, ho fatto qualche buona prova in un'atmosfera tranquilla. Ero felice di me stessa, e dopo la gara del venerdì mi hanno detto che avrei partecipato alla Coppa del Mondo. Ero scioccata, mi hanno preso alla sprovvista e non sapevo cosa dire o come reagire! È stata una bella sorpresa, non me lo aspettavo. Mi chiedevo se fosse un sogno o la realtà. Non ho nemmeno fatto i salti di gioia, per rispetto delle mie colleghe, ma ancora oggi non riesco a credere che andrò alla Coppa del Mondo», ha confessato la 23enne a Nordic Magazine.
La giovane vuole solo godersi il momento, poi penserà alle gare. Anche perché, sotto il profilo mentale, è già cresciuta molto: «Voglio solo imparare, fare più esperienza possibile, e anche dimostrare a tutti che ho fatto progressi e che posso farcela anche io! Quest'estate ho acquisito tanta fiducia in me stessa e sono consapevole di ciò che posso fare! Parto senza pensare agli sci, ma solo al tiro, dicendomi che l'errore non è un'opzione».