Anche se a meno di grandi sorprese non prenderà parte a quelle gare, sul proprio canale Telegram, Veronika Stepanova ha commentato lo spostamento della tappa italiana del 21 e 22 gennaio da Milano a Livigno. La russa è critica perché le competizioni si svolgeranno ad alta quota..
«A quanto pare non capisco molto di sprint a skating – ha scritto l’olimpionica russa – ma ho una modesta esperienza personale. A Zhangjiakou alle Olimpiadi è stato molto difficile, e lì eravamo 150 metri più in basso. Livigno è un ottimo posto per allenarsi, ma l’allenamento è a bassi ritmi. Anche con una leggera accelerazione, il battito a un’altitudine di 1850 m sale immediatamente e si abbassa molto lentamente. È necessario prepararsi per tali gare in modo particolare e per molto tempo. Bene, buona fortuna a tutti coloro che parteciperanno. Almeno ci sarà la neve. Probabilmente».
La russa ha però elogiato Livigno per le possibilità che offre in allenamento, tanto che sulle colonne di Match TV ha ammesso che vorrebbe una località identica in Russia: «In Russia abbiamo tutto ciò che è necessario per allenarsi ad altissimo livello? Risposta: no. Nemmeno in Svezia e Norvegia. Altrimenti gli scandinavi non sarebbero andati ad allenarsi esattamente dove siamo andati noi nella scorsa stagione, ed io non avrei condiviso con Frida Karlsson e lo stesso Klæbo la piccola pista da sci di novembre a Livigno. Ci sono solo tre o quattro centri di formazione come Livigno o Ramsau nel mondo, ed esistono per il fatto che centinaia, migliaia di sciatori e biatleti da tutto il mondo, dall’Australia all’Islanda, vi si recano ogni anno.
Possiamo costruire qualcosa di simile? Cominciamo con il fatto che abbiamo già ottimi centri di allenamento e venue da gara: Tyumen, Malinovka, Laura. Khanty-Mansiysk, dove sto scrivendo queste righe, è semplicemente stupendo: piste eccellenti per allenamenti e gare, un buon hotel, interesse della gente. Con la neve, a differenza dell’Europa continentale, non ci sono problemi. Ma qui l’altezza è di 40 metri sul livello del mare. Se gareggi per tutta la vita in pianura, allora ok, ma per prepararti alle Olimpiadi del 2026, allora niente affatto. A proposito, Klebo ora si sta preparando, allenandosi in quota per settimane».
Insomma, secondo Stepanova, la Russia avrebbe bisogno di una sua Livigno: «È quello che ancora non abbiamo, un vero e proprio centro di allenamento in quota, simile alla stessa Livigno.
Per quanto ne so, ormai in diverse località del Caucaso è in corso uno studio approfondito sul tema della creazione di una “Livigno russa”, ma è più facile per le imprese private concentrarsi sul turista medio che sulle specifiche richieste di sciatori e biatleti. Non puoi fare a meno dell’intervento statale, ma costruendo un centro di formazione così "ideale", sarà possibile trascorrere molto meno tempo nei campi di addestramento all’estero in futuro».