Se si guarda con attenzione al calendario della prossima Coppa del Mondo, la cosa che balza subito all’occhio sono le tredici sprint in programma da Novembre a Marzo. Per contro le gare distance nei vari format proposti dalla Fis sono diciotto. Stando cosi le cose, per ambire alla conquista della sfera di cristallo è necessario essere una sprinter di primo piano, cioè concludere con continuità ogni gara breve sul podio e con un bottino di sei/otto vittorie finali, ma che altresì, ben si difenda anche nelle distance.
Dalla progressione di rendimento e dai risultati ottenuti nelle ultime stagioni questo identikit potrebbe benissimo essere quello della svedese Jonna Sundling.
La scorsa stagione la ventisettenne fondista svedese ha terminato la overall al nono posto staccata di trecentoventiquattro punti dalla russa Nepryaeva. Ma se si considera che “Jonnis” ha saltato totalmente la prima parte di stagione in seguito alla caduta nell’opening svedese di Gällivare ed il Tour de Ski per preparare al meglio i Giochi Olimpici, al contrario della russa che è stata fermata solo nelle ultime quattro gare di stagione causa attacco bellico del proprio Presidente all’Ucraina, la candidatura di Sundling come prima favorita per sollevare la sua prima sfera di cristallo sarebbe ben solida.
Con la detentrice del titolo Nepryaeva ferma ai box, Johaug ritirata, la sola Jessie Diggins sembrerebbe avere le carte in regola per contrastare la bionda svedese. Fra le altre contendenti, le finlandesi Pärmäkoski e Niskanen sono storicamente in difficoltà nelle sprint, Weng sembra in calo di motivazioni e rendimento da un paio d’anni, la slovena Lampic si è data al biathlon, Svahn e Østberg sono un grosso punto interrogativo dopo più di un anno senza gareggiare, mentre le scandinave Andersson e Karlsson viaggiano ancora a corrente alternata e non sono in grado di contrastare, come le finlandesi, Jonna nelle numerose sprint in programma nel 2022-23, oltre ad avere già annunciato che non parteciperanno al Tour de Ski per preparare al meglio i Mondiali di Planica.
Per la solida candidatura di Sundling per la generale stiamo comunque parlando al condizionale, dato che lei ha già annunciato che nei suoi programmi per la prossima stagione, il Tour de Ski non viene al momento incluso. Al momento tutto il suo focus per la prossima stagione è rivolto ai Mondiali di Planica dove dovrà difendere il titolo conquistato a Obertdorf 2021: “Il mio schema nelle stagioni con Mondiali ed Olimpiadi è quello di non disputare il Tour de Ski. Il Tour è una competizione molto impegnativa con così tante gare ravvicinate. Per me i Campionati del Mondo sono un evento più grande del Tour de Ski. In quel periodo ho invece in programma una serie di allenamenti specifici proprio per essere al mio meglio per I Mondiali sloveni.”
La fondista nativa di Tvärälund, per i Campionati del Mondo in programma nella località dell’Alta Carnia, non solo si pone il target di ripetere quanto fatto ad Oberstdorf nella sprint, ma di voler disputare li con successo anche le gare distance in programma: ”Sono stata principalmente considerata una sciatrice da gare sprint. Ovviamente sono al mio meglio nelle sprint, ma voglio anche sciare nelle gare di lunga distanza. Voglio essere una fondista a tutto tondo che sa fare tutte le distanze. È difficile ma possibile. La scorsa stagione è stata la mia migliore finora, ne sono molto felice. È meraviglioso ripensarci. Ho cercato di migliorare la mia resistenza per le gare di lunga distanza per molto tempo, migliorarla è stata una parte del mio pensiero e del mio allenamento. Voglio diventare brava nelle distance come lo sono nelle sprint. Tuttavia, non ci ho ancora messo tutto il mio impegno. L’anno scorso, la sprint alle Olimpiadi era il mio obiettivo principale, quindi ho investito per migliorare lì in allenamento. Il mio allenamento era incentrato sulla sprint e ho messo da parte i pensieri sulle distanze più lunghe. Alla fine della stagione devo dire che è andata molto bene con le sprint, ma ho anche ottenuto risultati migliori sulle lunghe distanze come bonus. Ho sentito di essere diventata una fondista più forte in generale poiché non mi ero allenata per le lunghe distanze, questa è stata una sorpresa per me. Non è facile essere brava sia nella sprint che sulla lunga distanza, tuttavia sono ispirata da sciatori che hanno saputo farlo come Marit Bjørgen o Klæbo per esempio. È difficile ma è ancora possibile. Storicamente le gare sprint sono sempre state il mio habitat, lì mi trovo al mio meglio, ma mi piace sciare anche su lunghe distanze. Voglio essere una tuttofare del fondo, in grado di sciare su tutte le distanze. Tutto lo sci è divertente, ma è bello essere davvero brava in qualcosa, come le sprint che di conseguenza sono diventate la mia distanza preferita, ora però la situazione inizia ad essere più uniforme, ecco perché voglio diventare una brava fondista a tutto tondo.“
Nel corso del pregevole report proposto dal canale in lingua svedese della televisione finlandese Yle, “Sportliv”, la medaglia d’oro di Oberstdorf 2021 ha iniziato raccontando dell’infortunio occorsale in apertura di stagione scorsa e delle extra motivazioni che l’hanno portata a disputare con successo le sue prime Olimpiadi: ”La scorsa stagione è stata la mia migliore finora, ne sono molto felice. È meraviglioso ripensarci. È un vero miracolo che la stagione sia andata così bene se si pensa alla mia gara di apertura a Gällivare quando mi sono infortunata il pollice e la situazione sembrava triste.. Non mi ero mai infortunata in quel modo prima, è stato un vero shock. Era la gara sprint di Gällivare. Quel giorno avevo deciso come avrei sciato quella curva nei quarti di finale. Io sapevo che avrei potuto sciare giù per quella curva senza dover rallentare gli sci come la maggior parte degli altri. Ho ostinatamente pensato che in qualificazione avrei trovato la traiettoria giusta, ma invece non è andata bene, il che è stato fastidioso, quindi mi sono detta di cambiare modo di affrontarla nei quarti. Quindi mi sono impegnata nei quarti di finale e ho preso il comando, il che è stato fantastico. Ho sciato quella curva esattamente come avevo pensato. Sono stata davvero felice di aver trovato la traiettoria giusta ed invece mezzo secondo dopo ero a terra. Il pollice della mia mano destra aveva subito una lesione ai legamenti. Non avrei voluto quel tipo di inizio di stagione nell’anno delle Olimpiadi. Si spera sempre che tutto vada come previsto, ma non tutto va sempre secondo i piani, quindi ho dovuto solo fare del mio meglio in quella situazione. Ho potuto iniziare ad allenarmi abbastanza presto. Sono stata in grado di fare tutto il resto al massimo, ma c’era pochissimo sci nei primi giorni. A volte avevo in mente le Olimpiadi, ma cerco soprattutto di vivere il momento e di fare del mio meglio ogni giorno. So come vivere il momento. Mi ha aiutato quando sono stata infortunata. Questo mio modo di pensare, mi ha impedito di stressarmi e di preoccuparmi troppo. Sono stata in grado di concentrarmi su me stessa e accettare la situazione così com’era. Ho potuto già gareggiare a Dresda a Dicembre. Quella gara è andata davvero bene ed è stato allora che ho visto la luce in fondo al tunnel. Sapevo di poter partecipare alle Olimpiadi, ne ero davvero felice. Mi ha motivata ad andare avanti."
La bionda fondista del Västebotten, da tre stagioni residente ad Östersund, ha poi illustrato le aspettative che aveva ad inizio stagione nel disputare per la prima volta in carriera la rassegna a cinque cerchi: ” L’oro olimpico era il mio obiettivo principale. Aspettavo da anni di disputare la sprint ai Giochi Olimpici. È difficile dire perché tutto sia andato così bene quel giorno. Penso che dipenda dal fatto che ho trovato un equilibrio in allenamento e ho creduto in quello che faccio. L’infortunio ha solo alimentato il fuoco dentro di me, mi ha fatto arrabbiare così tanto e volevo la mia rivalsa. Essere infortunata non è stato divertente, ma allo stesso tempo ne ho ricavato qualcosa, mi ha fatto concentrare sul fatto che volevo andare alle Olimpiadi. Sono diventata ancora più orientata sugli obiettivi che mi ero posta. Ho trovato il modo giusto per allenarmi e ho iniziato a vedere cosa funzionava. Inoltre, credo in ciò che io faccio, devono essere stati questi i fattori più importanti nel fatto che tutto sia andato così bene.”
In Cina, Jonna oltre alla medaglia d’oro nella sua sprint ha conquistato anche l’argento nella team sprint ed il bronzo nella 4x5km, sfiorando la quarta medaglia nella 30km a tecnica libera: “Sono andata alla gara della 30 km alle Olimpiadi come un outsider, solitamente non sono mai andata particolarmente bene su quella distanza, tuttavia, ero così in forma che era proprio il momento giusto per prendere parte a quella distanza e col livello di competitività più alto, invece è stato fantastico arrivare quarta e così vicino alle medaglie.”
Tornata in Europa, il suo finale di stagione è stato di prima della classe con due vittorie, cinque podi nelle sei gare finali, fra cui spicca il prezioso e significativo, per quello che lei potrà ottenere in futuro anche nelle lunghe distanze, terzo posto nella 30km a tecnica classica ad Holmenkollen. Come detto, questo suo ruolino di marcia sia nelle sprint che nelle distance, su cui come da lei riferito, ci ha investito parecchio questa estate, la porrebbero come favorita per la generale.
Ma il fatto che anche il prossimo anno, la favorita per la sfera di cristallo diserti, come avvenuto in passato con Johaug, Bjørgen, Kalla, l’evento che la FIS considera come main event stagionale, dovrebbe una volta di più da parte di chi governa questa disciplina quantomeno imporre una seria riflessione sulla collocazione e durata del suddetto principale evento stagionale dello sci di fondo.
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