Non poteva trovare un modo migliore per festeggiare i settant’anni dello Sci Club Gromo, nel quale è cresciuta, che ricevere la notizia dell’arruolamento nel CS Esercito. La bergamasca Denise Dedei ha capitalizzato gli ottimi risultati della passata stagione non soltanto prendendosi un posto nella nazionale giovanile, allenata da Luciano Cardini, Michela Andreola e Fabio Pasini, ma anche ottenendo quell’arruolamento che è un passo fondamentale nella carriera di ogni atleta.
Nel giorno della partenza per Davos, dove la giovane 2002 va insieme agli altri Under 23 della nazionale giovanile, per uno stage con il gruppo Milano-Cortina 2026, Dedei ha risposto alle domande di Fondo Italia per parlare di questo importante passo della sua carriera, permettendoci così di conoscere in maniera più approfondita una giovane capace di fare tanti progressi nell’ultimo anno e mezzo.
Ciao Denise. Intanto complimenti per questo importante passo nella tua carriera, l’arruolamento nel Centro Sportivo Esercito. Cosa significa per te?
«Sono felice perché è un primo traguardo e soprattutto un punto di partenza fondamentale per la mia carriera da senior. Riuscire a entrare in un corpo sportivo mi dà maggiore sicurezza, posso dedicare tutto il mio tempo all’allenamento e cercare così di lavorare sodo per migliorarmi, senza pesare sui miei genitori che hanno fatto fin qui tanti sacrifici per aiutarmi».
Quella che sta per iniziare sarà anche la tua prima carriera da senior. Cosa ti aspetti?
«Sinceramente non lo so, in quanto non ho mai gareggiato con le atlete che mi troverò ad affrontare. Non so cosa aspettarmi nelle prime gare, ma ovviamente spero di ottenere subito dei buoni risultati in Coppa Italia e da lì iniziare a salire gli altri gradini, guadagnandomi la convocazione in OPA Cup e per i Mondiali Under 23 che si svolgeranno in Canada. Per me sarebbe un bel risultato, anche perché la concorrenza è tanta e non sarà semplice».
Parliamo della passata stagione, nella quale ti sei comportata molto bene, se consideriamo che partivi fuori dalla nazionale e non eri aggregata ad alcun corpo sportivo.
«È stata una bella stagione, perché ho iniziato subito bene vincendo a Santa Caterina, così mi hanno portato immediatamente in OPA Cup Junior, dove ho ottenuto subito buoni risultati e ho mantenuto il pettorale in questa competizione per tutta la stagione, ricevendo anche la convocazione per i Mondiali giovanili.
Sono orgogliosa di ciò che ho fatto, non me lo aspettavo. Nel corso dell’estate mi ero allenata con lo Sci Club Gromo e il Comitato Alpi Centrali, ma la maggior parte del tempo l’ho passata ad allenarmi da sola casa. Non pensavo di raggiungere subito degli ottimi risultati e devo ammettere così è stato ancora più bello».
Quest’anno fai parte della nazionale giovanile. Quanto è cambiata la tua preparazione?
«Molto, perché ci si trova più spesso per i raduni, avendo una squadra di riferimento che si riunisce circa ogni due settimane. Rispetto allo scorso anno sono anche cambiati i carichi di allenamento, aumentati rispetto allo scorso anno in termini di ore e intensità. Inoltre allenarsi con le altre mi dà qualcosa in più, perché avere un riferimento di altre atlete è utile nelle cose in cui si deve migliorare».
Sei in partenza per Davos, dove sarai in raduno con la nazionale Milano-Cortina 2026. Cosa significa per te?
«Per noi che passiamo quest’anno a senior è importante avere l’opportunità di svolgere alcuni raduni anche con le atlete più grandi e con maggiore esperienza, perché tra pochi mesi gareggeremo con loro. Sicuramente da loro avrò tante cose da imparare.
Sarà certamente una bella opportunità e personalmente anche molto emozionante, perché a Davos oltre al gruppo Milano-Cortina 2026 ci saranno pure altre nazionali, quindi avrò l’opportunità di confrontarmi e svolgere dei test con diverse atlete di Coppa del Mondo. Sicuramente è un bel salto in avanti che mi farà anche capire a che punto sono».
In nazionale Milano-Cortina 2026 respirerai un po’ aria di casa, visto che ad allenare il gruppo vi è Renato Pasini, che è stato anche l’atleta simbolo del tuo sci club.
«Si, io e Renato abitiamo nello stesso paese, tanto che mi ha spesso seguito lui quando mi alleno a casa e ovviamente lui non è in ritiro con la squadra. Inoltre, sono felice di trovare in gruppo anche Martina Bellini, che non mi abita distante e con la quale, quando possiamo, ci alleniamo insieme. Insomma, si, sentirò un po’ aria di casa.».
La notizia del tuo arruolamento nel Centro Sportivo Esercito è arrivata proprio alla vigilia della festa dei settant’anni dello Sci Club Gromo. Una bella festa per te e anche per chi ti ha allenata sin da bambina.
«È stato bellissimo saperlo prima della festa dello Sci Club. Anche perché da diverse settimane ero in attesa di conoscere il risultato del concorso, sperando di aver vinto. Ricevere la notizia proprio pochi giorni prima della festa ha reso tutto ancora più emozionante. Ero felicissima, così come tutte le persone dello Sci Club Gromo. Non vedevamo l’ora di festeggiare insieme, ma …»
Ma?
«Proprio il giorno della festa mi sono svegliata con la febbre alta, quindi non ho potuto partecipare. Mi è dispiaciuto, ma cercheremo di rifarci presto».
Nel libricino creato appositamente per il 70° dello Sci Club Gromo, la tua foto viene evidenziata insieme a quelle di Fabio Santus, Renato Pasini e Fabio Pasini. Cosa significa per te?
«Per me è un onore, ma io non mi sento al loro livello perché sono giovane e ancora non ho fatto nulla, mentre loro hanno raggiunto dei grandissimi traguardi, hanno fatto una signora carriera e ottenuto risultati di altissimo livello, medaglie comprese. Speriamo di arrivarci».
A proposito dello Sci Club Gromo, ci racconti come hai iniziato?
«A sei anni frequentavo la scuola elementare del mio paese e mi diedero il volantino dello Sci Club Gromo che pubblicizzava i corsi di sci di fondo. Chiesi quindi ai miei genitori di iscrivermi per provare, anche perché mia sorella sciava. Allora provai, ma solo come divertimento. Fu amore a prima vista, già al primo anno vidi che mi piaceva gareggiare e ogni giorno dopo la scuola andavo ad allenarmi. Ovviamente nei primi anni era più un divertimento, non avevo mai pensato ai risultati, poi sono arrivati anche quelli nelle gare regionali e iniziai così a prendere la cosa più seriamente. Ero felice poi di vedere la mia famiglia presente, che veniva a vedermi e sostenermi alle gare.
Negli anni ho iniziato ad allenarmi sempre più seriamente e dopo aver terminato le superiori, ho provato a dedicarmi al cento per cento allo sci di fondo, senza pensare ad altro. Sono così arrivati i risultati dell’ultimo anno e ho capito che questa è la mia strada».
Cosa ti piace dello sci di fondo?
«Lo sci di fondo mi aiuta a liberarmi e sfogarmi, perché quando scio non penso ad altro. Sai, ognuno di noi ha qualche pensiero o preoccupazione. Sciare mi aiuta a liberarmene, mi fa staccare da tutto e sentire meglio. È sempre stato così, fin da quando ero bambina, andavo a sciare e dimenticavo tutto. Se ero preoccupata per una verifica, una volta tornata da una bella sciata mi tranquillizzavo e mi mettevo lì a studiare, ero meno preoccupata».
A proposito della scuola. È stato difficile conciliarla con lo sport?
«In realtà sono riuscita sempre a farlo abbastanza bene. Ho studiato da Geometra, quindi una scuola più tecnica. Devo ammettere che ho sofferto un po’ nell’anno della maturità, perché c’erano più pressioni e richieste, inoltre ha coinciso con il periodo del covid, quindi nemmeno andavamo sempre a scuola e spesso utilizzavamo la didattica a distanza. Si, quel periodo non è stato semplice per tutte queste problematiche che si sono sommate, senza dimenticare l’impatto che il Covid ha avuto sulla provincia in cui vivo».
Qual è il tuo idolo o punto di riferimento nello sci di fondo?
«Senza dubbio è Therese Johaug, che purtroppo si è ritirata. Una donna sempre piena di energia, carica, capace di trasmettere la sua passione per il fondo. Inoltre era molto competitiva, grintosa ma anche sempre sorridente. Una così va solo presa come punto di riferimento».
Quali aspetti ritieni di dover migliorare ora che sei una sciatrice professionista?
«Innanzitutto devo migliorare molto nelle sprint, perché faccio fatica in quel tipo di competizione, in cui bisogna essere rapidi e scaltri.
Collegato in parte a questo, devo anche imparare ad agitarmi meno prima del via, perché soprattutto nelle sprint questo mi porta a uscire spesso male dal cancelletto e trovarmi ultima. Devo riuscire a fare in modo di essere subito sul pezzo senza sprecare energie inutili a causa dell’agitazione».
Hai appena fatto un passo importante per la tua carriera. Chi vuoi ringraziare?
«Prima di tutto dico grazie al Centro Sportivo Esercito, che ha deciso di credere e investire su di me, dandomi questa grande possibilità. Ringrazio poi lo Sci Club Gromo e tutti gli allenatori avuti in tutti questi anni, per avermi supportata standomi sempre vicino. Infine un grazie enorme va alla mia famiglia, che è sempre presente in ogni gara a tifare per me. Ciò mi mette tanta fiducia, aiutandomi a credere maggiormente nelle mia capacità».