Non arrivano buone notizie per quanto riguarda Tiril Eckhoff. In un comunicato stampa, la Federazione Norvegese di Biathlon ha annunciato il suo stop a tempo per il momento indeterminato: «Eckhoff ha attraversato un periodo difficile di recente e non sta andando bene» è scritto.
Al momento quindi, l’atleta non può prendere parte ad allenamento e nemmeno competizioni nel futuro immediato: «In questo momento non sappiamo quando tornerà. Sta ricevendo un buon seguito e tutto l’aiuto che può avere. Ovviamente speriamo che Tiril si senta presto meglio» ha affermato il medico della nazionale Aasne Fenne Hoksrud.
Il manager della nazionale Per Arne Botnan dice di non avere idea per quanto tempo Eckhoff sarà fuori. «Mentre scriviamo – ha affermato – le cose non sono del tutto ottimali in questo momento. Quindi la valuteremo di continuo per capire cosa accadrà in futuro. Per ora, è a tempo indeterminato. Come abbiamo detto prima, sono state due stagioni difficili. Dopo il covid (Eckhoff è stata contagiata dal coronavirus dopo la finale dei Mondiali di Holmenkollen la scorsa stagione) c’è stato un periodo un po’ duro in termini di sonno ed altro, e poi abbiamo rivalutato la situazione con gli allenatori e lo staff medico, determinando che non siamo ancora pronti per competere».
Secondo Botnan è troppo presto per capire se Eckhoff prenderà parte al Mondiale di Oberhof: «Prendiamo le cose come vengono adesso. Per il momento non è opportuno iscriversi a nessuna competizione, ma dobbiamo solo fare nuove valutazioni con il passare del tempo e vedere come si sviluppano le cose».
Eckhoff non ha partecipato ai raduni della squadra nazionale di biathlon in estate e in autunno. Alcuni media hanno anche speculato su quale possa essere nello specifico il suo problema, ma preferiamo non riportare nulla senza una dichiarazione dell’atleta stessa oppure della federazione. Il comunicato della Federazione Norvegese si è chiuso con la frase "Chiediamo anche la vostra comprensione che non possiamo condividere più di questo ad oggi", ma evidentemente in paesi non troppo lontani dall’Italia non hanno corsi di deontologia giornalistica.