Niente Bolshunov, ma nemmeno Fillon Maillet o Johannes Bø, così come tra le donne niente Johaug e Røiseland. I premi ANOC, Association of National Olympic Committees, assegnati ai due migliori atleti delle Olimpiadi di Beijing 2022, sono andati a due asiatici. Al femminile ha vinto colei che avevamo giudicato come possibile candidata al successo finale, la cinese Eileen Gu, regina del freeski nelle Olimpiadi casalinghe (anche se l’atleta è nata in California).
Al maschile, invece, vi è stata una grandissima sorpresa, dal momento che a vincere il premio di miglior atleta è stato il sudcoreano Hwang Dae-heon, vincitore di un oro individuale e un argento a squadre ai Giochi Olimpici, nei quali ha fatto registrare anche il record olimpico nel 1000 metri dello short track. Se in Francia e Norvegia hanno solo dato la notizia, in Russia è stata nuovamente la scusa buona per una bella polemica sul mondo occidentale che sarebbe, loro parere, russofobico, e dietro la mancata vittoria di Bolshunov vi sarebbe il solito discorso politico. Insomma, l’ennesima grande dose di quel vittimismo russo, da "tutti contro di noi", propagandistico e soprattutto pericoloso.
La realtà è evidente. Al di là che si può sempre giudicare l’utilità di un premio che va a scegliere il miglior atleta dei Giochi Olimpici, in un contesto che vede sport assai diversi tra loro, ovviamente ci si aspettava che a vincerlo fosse un atleta capace di imporsi in più competizioni, cosa che hanno evidentemente fatto Johannes Bø (ha vinto più di Bolshunov), Quentin Fillon Maillet e Alexander Bolshunov. Evidenetemente, in questo caso però è stato decisivo anche il fatto che l’evento si è svolto a Seoul, sede dell’incontro annuale dei ‘Associazione dei Comitati Olimpici Nazionali.
Niente Bolshunov, Bø o Fillon Maillet, il premio ANOC va a Hwang Dae-heon; tra le donne vince Eileen Gu
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