Le elezioni per la presidenza della FISI e il rinnovo del Consiglio Federale sono alle porte. Uno dei settori che presenta ampie potenzialità, parzialmente inesplorate, è lo sci di fondo. Proprio su questo tema si è espresso Pietro Marocco, che dopo quattro anni alla vicepresidenza della Federazione, si ricandida come consigliere federale.
Marocco, che ha una lunga esperienza nella politica sportiva e nell’ultimo quadriennio è stato vicepresidente del Consiglio Federale, ha obiettivi chiari che ruotano intorno a una parola-chiave: progetto. Occorre proseguire sulla strada tracciata dalla Federazione da due anni, senza disperarsi se i risultati non arrivano a stretto giro: “Bisogna che il territorio o comunque la struttura organizzativa locale metta la Federazione al centro, in modo da lavorare insieme. Se ognuno ha un programma suo, non condiviso, non andiamo da nessuna parte. Negli ultimi due anni, abbiamo raccolto idee e indicazioni per lo sci di fondo, abbiamo iniziato un percorso con un allenatore di grandi qualità e attorniandolo con un gruppo di lavoro giovane e capace. Ma questo progetto richiede tempo e fiducia su quello che si sta facendo: nei prossimi anni aspettiamoci miglioramenti ma non facciamoci illusioni sui risultati. Dobbiamo credere in un’organizzazione che funzioni, aumentare i contatti e la collaborazione con i territori, pensare di sviluppare nelle varie aree geografiche dei centri tecnici federali o, come preferisco chiamarli, centri di lavoro affidati a tecnici federali, che coordinino i vari sci club con un programma di lavoro condiviso”.
Bisogna continuare la semina, dunque. Una semina che, per dare risultati migliori, deve ripartire dalla scuola. Occorre un’attività di promozione e comunicazione, e parte del problema risiede proprio nella scarsa capacità di trasmettere il senso e l’importanza dei progetti legati allo sci di fondo ai giovani e alle istituzioni: “Uno degli obiettivi è la promozione soprattutto nelle scuole, per fare scouting, usando anche profili di alto livello che possano aiutare la crescita del movimento. Dobbiamo iniziare un rapporto più attivo con la scuola. Abbiamo la necessità di offrire alla scuola la possibilità di praticare gli sport invernali. E poi bisogna avere l’appeal necessario: per presentare lo sci di fondo a una scuola servono gli atleti conosciuti o locali. Dobbiamo infine rendere questa disciplina attraente con nuovi format, ad esempio fare delle sprint più veloci”.
