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Elezioni FISI, Fondo Italia incontra i candidati – Giacomo Bisconti: “Aiutare gli sci club, migliorare la Scuola Tecnici Federali, puntare su ricerca tecnica e scientifica”

Sabato 15 ottobre, a Milano è in programma l’Assemblea Federale Ordinaria Elettiva per la presidenza della FISI e per rinnovare il Consiglio Federale.
Cinque sono i candidati alla presidenza: il presidente uscente Flavio Roda, Angelo Dalpez, Stefano Maldifassi, Alessandro Falez e Giacomo Bisconti.
Fondo Italia ha quindi deciso di intervistare i cinque candidati, proponendo loro nove domande identiche.

Oggi vi proponiamo l’intervista a Giacomo Bisconti. Senese, classe 1973, è attualmente il direttore della Co.scu.ma. Il dirigente toscano fa parte del mondo FISI da ormai vent’anni, nei quali ha anche guidato il Comitato Toscano. Nel 2014 è diventato direttore della Co.scu.ma (Commissione scuola maestri) e recentemente ha avuto la responsabilità della STF (Scuola Tecnici Federali).

Buonasera Bisconti. Cosa l’ha spinta a candidarsi alla presidenza della FISI?

«Sono più di vent’anni che lavoro in Federazione, quindi conosco perfettamente sia ciò che funziona sia quello che si può sviluppare e migliorare. Alcune cose vanno cambiate, perché credo che sia importante iniziare una fase due proprio quando le cose vanno bene, senza aspettare si presentino dei problemi per poi arrivare al punto di distruggere per ripartire. Dal punto di vista personale, credo che, in questa fase della mia vita professionale, fosse il momento giusto per fare questo passo nel mio percorso, così con serietà, determinazione ed esperienza ho deciso di compierlo».

Su cosa si incentra il suo programma e quali sono i suoi punti di forza?

«Parto dai valori della FISI che sono importantissimi, oltre a quelli che già esprime la montagna, perché la montagna ha un indotto importante e un grande impatto sul turismo del nostro paese, rappresentando una grande parte del nostro territorio. La stessa FISI è composta da 1100 club, ha 81mila tesserati, 450 atleti nelle varie discipline, dei quali 160 sono in Coppa del Mondo e hanno ottenuto tantissimi risultati, se pensate che solo nell’ultimo anno abbiamo ottenuto 155 podi in Coppa del Mondo e 9 medaglie olimpiche. Abbiamo un punto di partenza solido e importante, dal quale si può migliorare.
Ho individuato alcuni valori da cui partire, che sono intanto gli sci club, che hanno il compito importantissimo di far crescere l’atleta dal reclutamento fino all’alto livello. Questo percorso richiede delle fasi, come reclutamento, gioco, addestramento, allenamento e infine l’ingresso nell’alto livello. È un percorso focale per la federazione, è la base. La federazione deve quindi aiutare lo sci club, accompagnarlo in questo percorso aiutandolo economicamente e nelle progettualità specifiche per ogni fase.
Dopo ci sono i Comitati, che sono le mani, le orecchie e gli occhi della FISI, perché è la cinghia di trasmissione tra tutte le decisioni, il processo decisorio dall’alto verso il basso e viceversa. Un processo che va anche snellito con delle consulte, ovviamente fatte anche più sovente, condividendo con loro le progettualità.
Poi c’è la STF, cosa di cui mi sono occupato negli ultimi anni. Credo che il valore della Scuola Tecnici Federali sia importante anche rispetto alle altre federazioni, in quanto partiamo da una buona preparazione. Credo sia il nostro fiore all’occhiello. Anche nello sci di fondo, sotto questo aspetto non partiamo da zero. Noi siamo la nazione che esporta più tecnici al mondo, almeno nello sci alpino, quindi tutte le nazioni blasonate hanno allenatori che si sono formati nella nostra scuola. Credo che la cultura sportiva vada propagata attraverso la Scuola Tecnici Federali, che può essere sviluppata e ulteriormente implementata, con più soggetti destinatari e più materie, con opportunità più moderne come la digitalizzazione.
Un altro punto è l’alto livello, ci sono atleti che vanno gestiti, curati con team federali interdisciplinari di altissimo livello. Per quanto riguarda la base, credo che il progetto osservati abbia funzionato abbastanza bene, ma ovviamente va migliorato.
Un’altra cosa importante su cui lavorare è l’immagine della federazione, che deve diventare un brand in grado di attrarre sponsor che devono sposare i valori della Federazione.  
Infine, l’ultimo punto sono le Olimpiadi, che sono un’opportunità per tutto il sistema montagna e Italia».

Cosa pensa della FISI attuale?

«I numeri parlano chiaro, credo sia stato fatto un lavoro importantissimo. Oltre ai risultati tecnici a cui facevo riferimento, ci sono anche quelli economici, un bilancio che parla chiaro con 40 milioni di fatturato, impensabile fino a qualche anno fa, e quindi io credo che le cose abbiano funzionato. Poi, come in tutte le cose, qualcosa si poteva fare meglio e qualche incidente di percorso c’è stato, come può sempre accadere, ma il bilancio nel suo complesso è assolutamente positivo sotto molteplici punti di vista».

Se dovesse vincere le elezioni, quale sarebbe il suo primo intervento?

«Vorrei cominciare a lavorare subito, perché conoscendo i meccanismi federali non ho bisogno di tempo per capire e comprendere. Dopo pochi giorni c’è la prima gara di Coppa del Mondo, bisogna quindi dare stabilità e certezze agli atleti che gareggiano, perché dopo pochi mesi già ci sono i Mondiali. Farò immediatamente alcuni interventi in base al programma, ma l’aspetto prioritario è quello di dare subito certezza agli atleti e tenere il timone ben saldo sulle cose che servono alla FISI».

Qual è secondo lei lo stato di salute delle discipline nordiche e quali sono le sue proposte per far crescere questo settore?

«Abbiamo una grande tradizione nel settore nordico, soprattutto nello sci di fondo, mentre nel biathlon abbiamo ottenuto tantissime vittorie, soprattutto negli anni recenti. Quindi sottolineiamo che abbiamo degli aspetti positivi, poi ci sono delle aree che vanno sviluppate soprattutto in vista futura.
È ovvio che ci sono delle situazioni che hanno interrotto un flusso di crescita e di ricambio di atleti soprattutto ad alto livello, ma non è tutto da buttare come alcuni pensano. Ci siamo strutturati in Federazione, formando la Squadra di Coppa del Mondo, la Squadra Milano-Cortina 2026 e gli Under 20. Credo che il progetto osservati stia funzionando anche nel fondo, pure se va migliorato per allargare maggiormente la base.
Occorre però strutturare questo percorso in maniera più seria attraverso tre assiomi: ricerca scientifica, ricerca sui materiali, perché non possiamo pensare di andare alle Olimpiadi ed essere secondi agli altri in questo aspetto, e la commissione medica. Questi tre pilastri nell’alto livello, soprattutto nelle discipline nordiche, sono fondamentali, senza di esse non si va da nessuna parte. Inoltre bisogna implementare la ricerca scientifica dell’allenamento, io credo che ormai serva lo scienziato dello sport al fianco dell’allenatore, che prenda i dati senza andare a seguire solo l’esperienza».

Quali sono le sue idee per far crescere ulteriormente la FISI dal punto di vista economico?

«L’immagine della federazione è già ottima, ma si deve entrare in una fase due, quindi io la vedo più come un brand che deve andare oltre il saper attirare qualche sponsor, ma diventare un valore. Lo stesso sponsor deve seguire il nostro valore, il modo di fare, essere, agire e vincere».


Come intendete promuovere i settori giovanili?

«Come ho detto in precedenza, credo che il progetto osservati stia funzionando, anche nello sci di fondo, perché da qualche tempo si ottengono risultati di rilievo a livello giovanile. Bisogna che questa organizzazione venga ulteriormente migliorata, magari con più periodi di allenamento insieme e maggiore interscambio tecnico, con la possibilità di mettere a disposizione di tutti i comitati dei tecnici che possano occuparsi di quello. Anche nello sci alpino sta funzionando bene come progetto. Io allargherei la base sotto questo punto di vista e aggiungerei delle piccole migliorie dal giorno dopo».

Sport Invernali, professionalità e formazione. A che punto siamo e quali sono le sue proposte in tal senso?

«La mia risposta è migliorare ulteriormente la già ottima Scuola Tecnici Federali. Noi stiamo lavorando bene nella formazione, ma bisogna implementare e sviluppare alcune tematiche, orientare la formazione anche ad altri soggetti, creare risorse, strutturarsi in maniera seria e stringere una collaborazione stretta con università e centri di ricerca, aspetto che va assolutamente migliorato».

Quali iniziative ha intenzione di intraprendere affinchè il percorso di avvicinamento a Milano-Cortina 2026 non sia fine a sé stesso ma lasci anche un’eredità, a differenza di quanto accaduto vent’anni fa con le Olimpiadi di Torino?

«Questa è una grande opportunità per la federazione, il sistema turistico italiano e l’intero paese, perché io immagino che questo valore aggiunto, che sono le Olimpiadi, possa cambiare le sorti di come si vive la montagna. Per quanto riguarda la FISI, spero che la pista di bob a Cortina possa produrre in futuro dei campioni, perché darà la possibilità a tanti ragazzi di cimentarsi in quelle discipline, perché senza infrastrutture non si va da nessuna parte. Certi sport non funzionano perché semplicemente non c’è possibilità di praticarli».

LEGGI LE INTERVISTE AGLI ALTRI CANDIDATI
:: Alessandro Falez :: Angelo Dalpez

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