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Sci di Fondo – Veronika Stepanova a Dagbladet: “Trattate noi atleti russi come fate con gli israeliani, lasciateci gareggiare”

Nelle ultime settimane, la discussione sulla scelta di riammettere o meno gli atleti di Russia e Bielorussia nelle competizioni internazionale si è fatta sempre più calda. Il CIO ha lanciato un messaggio alle Federazioni internazionali, suggerendo di iniziare a discutere circa un possibile ritorno della Russia allo sport internazionale. La FIS ha subito raccolto il messaggio e il segretario generale della FIS, Michelle Vion, nel corso della conferenza del Forum Nordicum, a Planica, ha dichiarato che a suo parere Russia e Bielorussia potrebbero tornare a gareggiare in campo internazionale già questo inverno. La riunione dei leader degli sport nordici ha risposto venerdì pomeriggio con un no unanime al ritorno degli atleti russi e bielorussi, mentre c’è stata una levata di scudi da parte di dirigenti, atleti e media soprattutto nel mondo scandinavo.
Il sito norvegese Dagbladet ha contattato Veronika Stepanova, la giovane fondista russa, classe 2001, che oltre ad aver conquistato l’attenzione di tutti per i suoi splendidi risultati in pista, risultando anche decisiva alla vittoria della Russia nella staffetta femminile alle Olimpiadi di Pechino, si è fatta conoscere anche per la sua attività mediatica, tanto da essere diventata opinionista di Match TV, facendo arrabbiare Välbe, si è schierata apertamente contro l’esclusione degli atleti russi e sui social è stata attivissima in questi mesi, non nascondendo il proprio pensiero.
Per la prima volta dallo scoppio del conflitto, Stepanova ha parlato ai media occidentali cercando di portare la voce e il pensiero degli atleti russi esclusi: «Voglio sottolineare che non abbiamo mai implorato di poter tornare sulla scena internazionale. Lo chiediamo da quando siamo stati messi da parte illegalmente all’inizio di marzo. Lo chiediamo perché è un nostro diritto assoluto. Gli scontri politici non possono e non devono impedire agli atleti di gareggiare l’uno contro l’altro. Sono contenta che sempre più persone nel mondo, compresi i dirigenti sportivi, vedano il divieto agli atleti russi come moralmente sbagliato e ipocrita. Dovremmo poter tornare alle competizioni internazionali e ci sarà permesso».
Insomma Stepanova è convinta che questo blocco verrà presto tolto, anche perché la russa ha sottolineato di ricevere lo stesso trattamento riservato agli atleti israeliani, dal momento che il conflitto israelo-palestinese non ha portato a conseguenze e divieti nello sport agli atleti della Russia. «Se qualcuno vuole escludermi dalle gare, deve essere una sua decisione personale. Ma ancora una volta, credo che gli sport internazionali non consentano l’esclusione, nemmeno nei confronti, ad esempio, degli atleti israeliani. Noi russi dovremmo essere trattati allo stesso modo degli israeliani, né migliore né peggiore».
La storia però ha già dimostrato che non tutti i paesi in passato hanno ricevuto lo stesso trattamento, se si considera che la Serbia, quando ancora portava la denominazione di Jugoslavia, venne esclusa dalle competizioni internazionali calcistiche per diversi anni negli anni novanta, saltando il Mondiale del 1994 e gli Europei del 1996. Certo la stessa FIFA nel 1973 consentì che si giocasse lo spareggio Mondiale tra Cile e Unione Sovietica allo Estadio Nacional di Santiago dove fino a pochi giorni prima scorreva il sangue di coloro che si erano opposti al regine di Pinochet. Allora i sovietici decisero di non recarsi in quello stadio, così si svolse una ridicola messinscena, con la nazionale cilena schierata e l’arbitro internazionale a dare il fischio di inizio per un simbolico gol che sancisse la qualificazione del Cile ai Mondiali, con il benestare della FIFA. E di esempi contraddittori ce ne sarebbero ancora a decine. 
Stepanova ha ribadito che escludere degli atleti da una competizione è sconfitta per tutti: «Nessuno vince in questa situazione. Continuerò ad avere le mie opinioni e i miei critici sono i benvenuti ad avere le loro. Non scomparirò all’improvviso o andrò su Marte, non possiamo costruire un muro tra di noi. È meglio ricominciare a gareggiare sulle piste da sci che discutere sui media».
Ma come verranno accolti gli atleti russi quando torneranno, in particolare coloro che si sono sempre schierati, come Stepanova? «Ho ricevuto alcune parole di sostegno da atleti e fan in Scandinavia, ma ho anche ricevuto odio e attacchi. Diciamo solo che i miei contatti con i colleghi e le altre persone coinvolte nell’ambiente sciistico non sono mai cessati».
Dagbladet ha sottolineato che Stepanova non ha voluto poi rispondere alla domanda sul suo incontro con Putin avvenuto lo scorso aprile, in occasione delle celebrazioni per i medagliati olimpici.

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