La biatleta norvegese Tiril Eckhoff ha confidato in un’intervista rilasciata a "TV2" di soffrire di insonnia e di non essere propriamente al top della forma, complice le conseguenze del contagio da Covid-19: "Ho contratto a marzo il Coronavirus e ho avuto qualche problema – ha spiegato la scandinava –. All’inizio si trattava di una normale infezione, ma ho continuato ad allenarmi, non mi sono ascoltata ed è stato allora che la situazione si è aggravata. Da quel momento non riesco a dormire".
Uno scenario che fa a pugni con la volontà di Eckhoff di primeggiare e ripagare il sostegno degli sponsor e della sua famiglia: "Non ci riuscivo, non ero in forma. Naturalmente, sui social network si mostra solo il lato positivo delle cose, non si parla di insonnia e preoccupazioni, soprattutto perché questo non è nulla in confronto a malattie molto più gravi".
Tuttavia, la norvegese ha rivelato che non augurerebbe a nessuno di soffrire di mancanza di sonno: "Fortunatamente – ha aggiunto – ho ricevuto molto supporto da parte dell’équipe medica e mi sono rilassata. Ho fatto yoga, meditazione, ho pensato al prossimo step della mia carriera… E finalmente credo di aver trovato la motivazione necessaria".
Uno scenario che fa a pugni con la volontà di Eckhoff di primeggiare e ripagare il sostegno degli sponsor e della sua famiglia: "Non ci riuscivo, non ero in forma. Naturalmente, sui social network si mostra solo il lato positivo delle cose, non si parla di insonnia e preoccupazioni, soprattutto perché questo non è nulla in confronto a malattie molto più gravi".
Tuttavia, la norvegese ha rivelato che non augurerebbe a nessuno di soffrire di mancanza di sonno: "Fortunatamente – ha aggiunto – ho ricevuto molto supporto da parte dell’équipe medica e mi sono rilassata. Ho fatto yoga, meditazione, ho pensato al prossimo step della mia carriera… E finalmente credo di aver trovato la motivazione necessaria".
Pur non avendo ancora preso parte ad alcun raduno della sua Nazionale proprio per questo problema, Tiril Eckhoff guarda con ottimismo alla nuova stagione, nella quale punta a riscattarsi dopo un’annata non propriamente all’altezza delle aspettative.
Peraltro, quando si parla di insonnia, spunta un precedente illustre e neppure troppo datato, che riguarda la "nostra" Dorothea Wierer: esattamente un anno fa, ai microfoni di "Fondo Italia", l’azzurra diceva di fare più fatica del dovuto in gara, in quanto non stava riuscendo a riposare di notte con regolarità.
Queste erano state le sue dichiarazioni: "Sono ormai tre settimane che dormo pochissimo, faremo delle analisi in ospedale appena possibile. È da tempo che in alcuni periodi si presenta questo problema, anche in inverno negli anni passati ho avuto dei momenti in cui l’insonnia si palesava, ma questo periodo in particolare è bello tosto. Ho cercato di tenere duro, ma a un certo punto si deve anche concedere al corpo un po’ di riposo. Nel 2020 ho avuto il medesimo problema in questa fase dell’anno, ma ho commesso l’errore di continuare ad allenarmi. Noi atleti a volte tendiamo quasi a sentirci in colpa quando riposiamo, ma è sbagliato: non siamo macchine".
Peraltro, quando si parla di insonnia, spunta un precedente illustre e neppure troppo datato, che riguarda la "nostra" Dorothea Wierer: esattamente un anno fa, ai microfoni di "Fondo Italia", l’azzurra diceva di fare più fatica del dovuto in gara, in quanto non stava riuscendo a riposare di notte con regolarità.
Queste erano state le sue dichiarazioni: "Sono ormai tre settimane che dormo pochissimo, faremo delle analisi in ospedale appena possibile. È da tempo che in alcuni periodi si presenta questo problema, anche in inverno negli anni passati ho avuto dei momenti in cui l’insonnia si palesava, ma questo periodo in particolare è bello tosto. Ho cercato di tenere duro, ma a un certo punto si deve anche concedere al corpo un po’ di riposo. Nel 2020 ho avuto il medesimo problema in questa fase dell’anno, ma ho commesso l’errore di continuare ad allenarmi. Noi atleti a volte tendiamo quasi a sentirci in colpa quando riposiamo, ma è sbagliato: non siamo macchine".