Nel panorama recente della combinata nordica vi sono tre atleti che più di tutti hanno caratterizzato l’ultimo decennio di questa nobile, ma allo stesso tempo, estremamente tecnica e complessa, disciplina che dai Giochi Olimpici invernali di Chamonix 1924 è ininterrottamente parte del programma olimpico. Innanzitutto, è doveroso partire dal tedesco Eric Frenzel che a trentatre anni ancora gareggia ad alti livelli contro atleti di dieci anni più giovani, nonostante abbia appeso nella bacheca di casa tutto quello che si può vincere: oro nei mondiali junior, cinque sfere di cristallo consecutive, tre ori olimpici e sette ori mondiali.
Dietro di lui, segue a ruota il norvegese Jarl Magnus Riiber che se il Covid non ne avesse limitato le performance alle ultime Olimpiadi disputate a Pechino apparterrebbe di diritto allo stesso club del combinatista nativo di Oberwiesenthal. Il ventiquattrenne di Oslo vanta al proprio attivo già quattro Coppe del Mondo, altrettanti ori mondiali, due ori a livello junior ed il record di quarantanove vittorie individuali in Coppa del Mondo.
La scorsa edizione dei Giochi Olimpici ha definitivamente consacrato nell’olimpo della combinata il nome di Jørgen Graabak. Nel gelido resort di Zhangjiakou il trentunenne di Trondheim ha portato a ben quattro il proprio bottino di medaglie d’oro olimpiche. Un record dal peso specifico notevole dato che la combinata ha solo tre format disponibili nella rassegna a cinque cerchi. Graabak che vanta un secondo posto dietro Riiber nella classifica finale di Coppa del Mondo 2019-20, come suo miglior piazzamento, può aggiungere al suo già prestigioso palmares anche due ori mondiali a squadre.
Menzioni d’onore vanno anche ad Akito Watabe per la straordinaria continuità di rendimento che ha tenuto negli ultimi dodici anni e ad Ilkka Herola per le ripetute vittorie del pettorale blu di miglior fondista.
Accanto a loro, chi sembra avere il maggior potenziale per arrivare agli stessi livelli di rendimento e di metalli preziosi conquistati dagli atleti sopracitati è sicuramente il ventenne austriaco Johannes Lamparter. Il classe 2001 tirolese, a dispetto della giovane età deve essere considerato come un big del circuito della combinata nordica come è dimostrato dal suo fresco palmares nel quale già vi troviamo ben quattro ori a livello junior e due titoli mondiali a livello senior conquistati ad Oberstdorf 2021. Solo lo sprint finale, dove venne sopravanzato da Riiber sul rettilineo di Schonach nell’ultima gundersen di Coppa del Mondo, ha negato a “Jo”,come viene comunemente chiamato dagli amici, la conquista della sua prima sfera di cristallo.
Seppur ancora giovanissimo, Lamparter rappresenta il prototipo del combinatista moderno capace di eccellere in entrambi i segmenti di gara. Questo è il motivo principale dei suoi successi a livello junior e nelle sue prime due stagioni a tempo pieno disputate a livello senior in Coppa del Mondo: «Al momento, con le attuali regole della combinata, devi essere un buon saltatore con gli sci ma devi anche essere veloce sul tracciato di sci di fondo se vuoi essere un atleta di punta nella combinata nordica. E in base a questo penso di poter fare entrambe le cose abbastanza bene, quindi questo è il motivo per cui ho avuto successo durante le scorse stagioni. Abbiamo due discipline così diverse e opposte che compongono la combinata nordica, e non è sempre facile essere al massimo livello in entrambe, ed è una grande sfida per noi migliorare nelle due, cosi differenti dal punto di vista fisico, porzioni di gara allo stesso tempo. In allenamento sono un atleta che si allena un po’ più di quanto mi dice l’allenatore, e a volte va bene ma in altre occasioni, soprattutto nel salto con gli sci non lo è. Ma ho acquisito molta fiducia in me stesso nelle ultime due stagioni, sono davvero motivato come atleta e possiedo molto cuore e grande passione per la combinata nordica.»
Nato nel Dicembre 2001 a Rum, piccolo borgo poco distante dalla capitale del Tirolo Innsbruck, Johannes inizia con gli sport nordici ancora bambino col salto speciale. Fu poi l’ex saltatore e due volte medaglia oro ai Mondiali, l’austriaco e conterraneo Andreas Felder, che a quell’epoca allenava i combinatisti, a suggerire al giovane Jo di provare anche con gli sci stretti come lui stesso ci racconta durante una pausa dagli obblighi del servizio militare che ha comunque completato in prossimità dell’inizio del Summer Grand Prix: «All’età di 8 anni insieme a mio cugino partecipavo a molti eventi di salto con gli sci con molti altri ragazzi del mio land, ma un giorno abbiamo deciso di provare anche la combinata nordica. Fu l’allenatore di salto con gli sci Andreas Felder che ci ha detto di provare anche lo sci di fondo e da quel momento sono stato un’atleta di combinata nordica. Da ragazzo non ero il migliore, ma ci divertivamo molto nel nostro sci club, e non essendo la squadra più ricca non avevamo le migliori attrezzature. All’età di 15 anni ho deciso di fare l’atleta professionista entrando nel famoso liceo dello sport a Stams e da quel momento la mia carriera è migliorata sempre di più. Il mio periodo più giovane non è stato il momento più facile, ma da quando ho vinto il primo oro con l’Austria ai Mondiali Junior di Kandersteg 2018, le cose sono andate meglio. In seguito ho subito fatto il mio debutto in Coppa del Mondo e l’anno dopo ho ottenuto l’oro individuale nei Mondiali Junior 2019. L’anno scorso ho ottenuto anche due medaglie d’oro ed un bronzo nei Mondiali di Oberstdorf come senior. Quindi, dopo aver lottato un po’ nel mio periodo giovanile, la mia carriera ha avuto successo nelle mie ultime quattro/cinque stagioni e spero di poter continuare su questo percorso positivo.»
Poi, quattro anni fa hai iniziato la collaborazione con il tuo attuale coach Patrick Murnig. Raccontaci di più di lui e del suo stile di coaching.
«Per me Patrick è stato fin dall’inizio un punto fermo soprattutto in giovane età perchè non è facile fare le cose da solo quando si hanno sedici anni. È la prima persona che chiamo quando qualcosa va storto o se le cose non vanno nella direzione prevista. Se ho una domanda o un dubbio su una questione in particolare lui è sempre lì per darmi la risposta giusta ed è la prima persona che mi dà sempre la massima fiducia e supporto durante gli allenamenti e le gare. È come un secondo papà per me.»
Quale è il particolare sul quale nel corso della tua preparazione estiva stai attualmente ponendo maggiormente la tua attenzione?
«Sto mettendo la mia attenzione nella tecnica dello sci di fondo, facendo molte sessioni con il supporto video e curando molto attentamente questo versante. Accanto a questo sto anche provando del nuovo materiale sulla parte del salto con gli sci. A volte i risultati sono buoni e a volte no, ma a lungo termine le cose stanno migliorando. Un’altra cosa su cui mi sto concentrando quest’estate è di ottenere più potenza sul dente nella prima fase del salto».
Mentre quale è il maggior rimprovero che il tuo coach più spesso evidenzia sia sotto l’aspetto tecnico che mentale?
«È abbastanza difficile rispondere a questo quesito, ma direi che è la mia tecnica nello sci di fondo quando sono in gara. Ho fatto un buon miglioramento nelle ultime due-tre stagioni, ma lì penso di trovare il miglior margine su cui migliorarmi. Ovviamente in futuro vorrei essere più veloce nello sci e con una tecnica migliore credo che si possa lì, già guadagnare una ventina di secondi circa.»
In quale aspetto tecnico pensi possa maggiormente svilupparsi il tuo potenziale nelle prossime stagioni?
«Penso che lo sprint sul traguardo stia diventando sempre più importante anno dopo anno e li è dove voglio migliorare e dove penso di avere più spazio di crescita per essere un atleta di combinata nordica migliore. Nel salto con gli sci di due stagioni fa sono stato più costante sulle misure lunghe rispetto alla scorsa stagione e ho bisogno di migliorare sul trampolino la mia stabilità ad alto livello, ma lo sprint finale è la cosa principale direi.»
Raccontaci della tua prima esperienza Olimpica. E cosa è andato storto nelle tre gare di Combinata a Pechino 2022?
«C’era molto stress in quei giorni, principalmente a causa della situazione Covid che avevamo prima di andare a Pechino. E nel villaggio olimpico tutto era un po’ diverso dal solito ambiente che troviamo altrove. Eravamo soli nella nostra stanza, non c’era la TV e non c’era Netflix da guardare, quindi fuori dall’allenamento la vita era un po’ noiosa e dato che la maggior parte del tempo fuori faceva molto freddo allenarsi è stato piuttosto difficile. Sia i trampolini che le piste erano completamente nuovi per noi e questo ha amplificato la sfida lì. Ma in totale è stata una bella esperienza, anche il cibo era abbastanza buono. Tornando a casa ero un po’ dispiaciuto per i risultati che ho ottenuto, ma devo dire che è un’esperienza che ricorderò sicuramente e comunque mi servirà molto nelle future rassegne, mondiali prima e olimpiche poi, che affronterò di nuovo in futuro.»
Hai gà fissato i tuoi obiettivi per la prossima stagione? E dove intendi raggiungere il tuo picco di forma?
«Ovviamente spero di essere a Planica nella mia forma migliore, ho il titolo dal trampolino grande da difendere e il mio obiettivo è vincere una medaglia individualmente lì. Ma anche la Seefeld Triple è molto importante per me dato che è la competizione casalinga di Coppa del Mondo dove tutti i miei amici e la mia famiglia saranno lì per me. Quindi spero di essere in buona forma durante tutta la stagione.»
Nella prossima stagione di Coppa del Mondo, al momento sono in programma due mass start. Cosa pensi di questo format?
«Penso sia un bel format, è qualcosa di diverso dalla normale competizione gundersen e ci dobbiamo adattare al risultato e alla fatica che abbiamo avuto nel cross country prima del salto con gli sci, ma questo è lo stesso per tutti. È un grande evento. Abbiamo avuto una partenza in linea la scorsa stagione e ne sono stato davvero felice, mi sono divertito molto a gareggiare contemporaneamente con altri cinquanta atleti. Il segmento di fondo è spesso un po’ tattico, ma tutto sommato è un bel format.»
Cosa ti piacerebbe cambiare nella Combinata Nordica in generale?
«Forse mi piacerebbe avere qualche team sprint in più in calendario. Di solito ne abbiamo solo una o due, più quella dei Mondiali. Penso che sia una delle competizioni più interessanti della combinata nordica e anche avere una competizione mista sarebbe interessante.»
Cosa pensi della situazione attuale della combinata nordica in Austria come seguito mediatico ed interesse fra i giovani? E’ aumentato rispetto a quando tu avevi otto/dieci anni?
«Nelle ultime due stagioni, quando ho ottenuto i titoli Mondiali e Lukas Greiderer è andato in medaglia alle Olimpiadi, nuove persone sono state coinvolte grazie al seguito dato dalla Televisione e anche i bambini hanno guardato questi eventi con interesse. Ma se guardi a tutto il panorama sportivo nel mondo, notiamo che i bambini rimangono maggiormente seduti davanti alla TV invece di uscire, praticare sport o svolgere altre attività fisiche. Ma questo è un problema globale in generale. In Austria, la Combinata Nordica sta ottenendo più fan e interesse e le persone che guardano le gare in TV sono di più rispetto al passato. Ovviamente non abbiamo il livello che lo sci alpino ottiene quando ci sono le gare di Kitzbuhel sul nostro canale televisivo, ma in generale stiamo aumentando il nostro pubblico. Il Seefeld Triple è sempre un punto culminante per noi, sempre più persone vengono a tifare per noi in pista o lo guardano alla TV.»
Ma che cosa è la combinata nordica per te? E’ solo una professione da “jump and ski” o altro?
«No. La combinata nordica è la mia passione. Vivo per questo, e sempre quando salto con gli sci o mi alleno sulle piste all’aperto provo felicità. Ogni giorno, quando mi sveglio e inizio la mia attività di allenamento, è la cosa più importante della mia vita quotidiana. Ovviamente ci sono momenti difficili in cui le cose non funzionano bene, ma anche questo fa parte del gioco, ma ogni volta che pratico e gareggio nella mia attività all’aperto nella natura mi diverto davvero.»
Che tipo di ragazzo è Johannes al di fuori dei trampolini e dei tracciati del fondo?
«Direi una persona piuttosto tradizionale, che ancora incontra gli amici nel paese natale come facevo anche in passato. Per me è importante fare cose diverse dall’allenamento al di fuori della Combinata Nordica che liberino il mio cervello. Mi godo molto il mio tempo libero a casa con la mia famiglia e la mia ragazza. Quando ho del tempo libero sono per lo più fuori a fare escursioni, giocare a tennis o cose del genere. Certo qualche volta guardo la TV ma direi sempre meno ora che cresco.»
Dopo il monito del CIO riguardo la possibile esclusione della combinata nordica nel 2030, ti senti un esemplare in estinzione?
«Non siamo assolutamente contenti della decisione di non includere le ragazze nell’edizione del 2026. Ma le ragazze sono ancora relativamente giovani e hanno bisogno di tempo per sviluppare la disciplina della combinata nordica, quindi spero che in futuro prendano la decisione giusta per tutto il nostro settore. Noi, come atleti e tutti coloro che sono coinvolti nella Combinata Nordica, dobbiamo impegnarci sempre di più per far ottenere sempre maggiore attenzione alla Combinata Nordica, rendendola ancora più interessante per i Media e gli sponsor. So che non è sempre facile, ma dobbiamo provarci ogni volta. Spero che il 2026 non saranno gli ultimi Giochi Olimpici per la nostra disciplina. Ne ho un po’ paura, ma voglio rimanere positivo pensando che tutto andrà bene. Sono triste che le ragazze non siano incluse nel 2026. Il 2030 è ancora relativamente lontano, con molte situazioni da sviluppare, con molte gare di Coppa del Mondo e con molte edizioni dei Campionati Mondiali e Mondiali Junior in programma. Tutto questo migliorerà il loro movimento coinvolgendo sempre più ragazze verso la Combinata Nordica, sviluppando ed alzando ancora di più il livello della disciplina.»
Da un consiglio di Felder verso l’ingresso tra i grandi della combinata; Fondo Italia incontra Johannes Lamparter
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