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Dorothea Wierer: “Non pensavo di tornare con due ori, sono un animale da gara, ma è solo biathlon estivo”

Era arrivata a Ruhpolding con tanti dubbi, sentendosi stanca dopo gli ultimi raduni svolti, tanto da pensare di prendere parte soltanto alla super sprint di venerdì. Una volta indossato il pettorale, però, Dorothea Wierer è riuscita a mettere da parte la fatica, determinatissima come sempre a ottenere grandi risultati.

Così dalla località tedesca l’azzurra delle Fiamme Gialle torna con ben due medaglie d’oro, vinte nella super sprint e nella mass start, quest’ultima arrivata dopo una gara di livello altissimo, nella quale Wierer ha fatto la differenza sia al tiro che sugli skiroll.
La stessa Wierer ha ammesso che se glielo avessero detto venerdì prima della qualificazione alla super sprint, non avrebbe immaginato di tornare a casa con due medaglie. «Non mi sarei aspettata di ottenere due successi – ha ammesso Wierer in mixed zone – perché mi sentivo veramente male. Abbiamo caricato tanto la settimana scorsa e già a casa, prima di partire, avevo fatto due allenamenti nei quali mi ero sentita davvero stanca. Il caldo che abbiamo trovato qui il primo giorno, poi, non ha aiutato, infatti stavo già discutendo con Klaus della possibilità di tornare a casa già sabato, perché mi ero svegliata la mattina che non sentivo il mio corpo. Però credo che mi sia servita la prima gara per riuscire ad andare al limite, è stato un buon allenamento».

Inoltre, inutile nasconderlo, quando è in gara Wierer ha sempre una grande voglia di vincere, nonostante i tanti successi in carriera: «Sicuramente quando metto il pettorale cambio atteggiamento – ha affermato sorridendo – sono un animale da gara più che da allenamento. Dall’altra parte, bisogna stare calmi perché è solo fine agosto, c’è chi va più sugli skiroll e chi fa meglio sugli sci. Sicuramente è stato positivo perché la gara è il miglior allenamento, ma niente di più, non è che adesso torno a casa che ho chiarito tutti i miei dubbi, quelli restano».

L’azzurra è quindi tornata sulla sua estate: «Ho fatto tanta fatica a inizio stagione, per cinquanta giorni non ho fatto nulla, nemmeno una passeggiata. La prima parte della preparazione è stata quindi complicata, un po’ ero malata, un po’ gli impegni, poi la caduta e le infiammazioni a ginocchia e gomito. C’era sempre qualcosa. Ma da una parte meglio così, perché negli ultimi due anni ero in super forma fino luglio e agosto, poi ho avuto un crollo, mentre negli anni precedenti, quando andavo forte d’inverno, al contrario ero in difficoltà in estate, ero scarsa. È bello quando sei in forma, ma è più importante esserlo in inverno».

Nella giornata odierna Doro Wierer è apparsa molto più sciolta e sicura al tiro rispetto a ieri, trovando precisione e velocità: «Alla fine ieri ero sempre in ritardo, già nel corso dell’azzeramento, arrivavo al punto di dirmi “adesso spara”. Dovrebbe essere tutto automatico senza pensare, ma quando non sei in formissima e brillantissima, fai anche fatica mentalmente».

Il weekend è stato però molto utile anche dal punto di vista morale, perché dimostra che si sta lavorando nella giusta direzione. «Certo, vincere fa sempre bene al morale, anche se conta farlo in inverno. Per me era prima di tutto importante avere un confronto con le altre atlete sia in pista sia al poligono, anche perché in estate mi alleno con i maschi, cerco di stargli dietro, ma non ho il confronto diretto che trovo in gara.
Comunque mi trovo veramente bene in squadra, l’ambiente è bello, i ragazzi sono tutti giovani. È molto carino stare con loro, perché la vivono diversamente, in quanto un conto è avere l’obiettivo del podio in Coppa del Mondo e un altro avere l’obiettivo di andarci. Loro vivono le cose più tranquillamente, ci divertiamo molto e mi serve. Ah, a proposito: saluto Daniele Fauner. Scrivetelo (ride, ndr)».

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