La Norvegia rischia di essere esclusa dalle prossime Olimpiadi e Paralimpiadi e di non poter organizzare alcuna competizione entro i propri confini nazionali. La notizia giunge dal Nord Europa come un fulmine a ciel sereno e si abbatte violentemente sul mondo sportivo, già privato della presenza di atleti russi e bielorussi a causa dell’invasione ai danni dell’Ucraina.
Ma perché la Norvegia rischia di non poter partecipare ai Giochi e di incorrere in ulteriori sanzioni? Colpa dell’interpretazione della legge, che decreta che gli atleti di età compresa tra 15 e 18 anni non possono essere testati per doping senza il consenso dei genitori. Ergo, nessun minorenne è stato sottoposto a test senza preavviso negli ultimi due anni e l’ADNO (Antidoping Norvegia) non sta quindi adempiendo ai propri obblighi, secondo il codice internazionale antidoping.
Ma perché la Norvegia rischia di non poter partecipare ai Giochi e di incorrere in ulteriori sanzioni? Colpa dell’interpretazione della legge, che decreta che gli atleti di età compresa tra 15 e 18 anni non possono essere testati per doping senza il consenso dei genitori. Ergo, nessun minorenne è stato sottoposto a test senza preavviso negli ultimi due anni e l’ADNO (Antidoping Norvegia) non sta quindi adempiendo ai propri obblighi, secondo il codice internazionale antidoping.
L’ADNO, in particolare, prevede di diventare "non conforme" alle norme entro la fine della prossima stagione e, qualora questo accadesse, ci potrebbero essere ripercussioni significative sull’intero universo sportivo della Norvegia.
Espen Bjervig, manager dello sci di fondo, ha commentato ai microfoni di NRK la situazione: "Questo è un quadro grave, che deve essere risolto. Ho fiducia e credo che il problema possa essere superato, scongiurando uno scenario che vada a inficiare gli atleti e gli eventi norvegesi".
Anders Solheim, numero uno di Antidoping Norvegia, ha rimarcato a "NRK" l’urgenza di intervenire al più presto: "I giovani norvegesi che prendono parte alle competizioni non possono doparsi quanto vogliono. Non vogliamo uno sport in cui ci si possa dopare fino a 18 anni senza fare un test. Questo fornisce l’opportunità di imbrogliare e di ottenere un vantaggio ingiusto".
Nel contempo, il Ministero della Cultura e dell’Uguaglianza e il Ministero dell’Infanzia e delle Famiglie hanno inviato una lettera in cui affermano che "torneranno rapidamente sulla questione durante l’estate", aggiungendo che "il regolamento Wada prevede che, ove necessario, il consenso per l’esecuzione di un test antidoping debba essere ottenuto da un tutore, se un atleta è minorenne. La valutazione del Ministero è che i minori non abbiano una competenza di consenso indipendente per essere conformi ai regolamenti della WADA, ma stiamo ora esaminando più da vicino la necessità e la possibilità di estendere tale opportunità agli atleti nella fascia di età compresa tra 15 e 18 anni. Potrebbe essere una soluzione appropriata".
E utile, aggiungiamo noi, a dribblare l’ipotesi peggiore di tutte: le Olimpiadi e le Paralimpiadi di Milano-Cortina 2026 senza alcun alfiere della Norvegia in gara (e nel 2024 ci sono già i Giochi estivi a Parigi…).
E utile, aggiungiamo noi, a dribblare l’ipotesi peggiore di tutte: le Olimpiadi e le Paralimpiadi di Milano-Cortina 2026 senza alcun alfiere della Norvegia in gara (e nel 2024 ci sono già i Giochi estivi a Parigi…).