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Sci di fondo

Sci di Fondo – Sorin su Ustiugov: “Non potevo tenerlo in gruppo senza contribuire al suo allenamento”

In Russia proseguono le polemiche tra l’allenatore Egor Sorin e Sergey Ustiugov. Il forte fondista russo era stato inserito nel gruppo allenato dal marito di Tatiana Sorina, anche se avrebbe lavorato con lui seguendo il programma preparato da Markus Cramer, con il quale Ustiugov ha continuato a collaborare pure dopo il passaggio dell’allenatore tedesco alla nazionale italiana.
È bastato meno di un raduno per vedere però terminare l’avventura di Ustiugov, vincitore dell’oro olimpico in staffetta a Pechino 2022, all’interno del gruppo di Sorin, a causa di divergenze tra i due. Il fondista russo aveva raccontato di aver lasciato la squadra dopo aver avuto già due o tre battibbecchi con l’allenatore. Ora è stato lo stesso Sorin a spiegare, in un’intervista su Sports.ru, cosa è accaduto. 
«Sergey non sbaglia quando dice che la sua presenza mi ha messo a dura prova – ha affermato l’allenatore russo – ha anche iniziato a interferire un po’ con l’atmosfera lavorativa all’interno del team. Il mio programma di lavoro non si adattava ai suoi allenamenti all’interno del mio gruppo, in quanto lui seguiva il piano scritto da Markus Cramer. Avevamo concordato che avrei inviato a Markus il mio programma di allenamento e lui avrebbe elaborato un piano per Sergey basato su di esso, in modo che fossero simili da qualche parte, i giorni di riposo e la palestra, in modo che io, come allenatore, potessi lavorare direttamente con Sergey.
Il lavoro di un allenatore non è solo elaborare un piano, ma anche implementarlo. Avrei dovuto solo occuparmi dell’implementazione e dell’organizzazione del processo di allenamento. Non importa quanto sia indipendente e riflessivo un atleta, sono sicuro che a volte è necessario che un allenatore veda l’atleta dal vivo.
E poiché Marcus non ha modo di essere nei paraggi, avrei svolto questa funzione. Ma ad un certo punto, è diventato più comodo per Sergey allenarsi da solo, il che, ovviamente, categoricamente non mi andava bene. A quel punto ho visto venire meno il mio ruolo di allenatore. E perché dovrei assumermi la responsabilità di un atleta al cui processo di allenamento non partecipo?»

Sorin ha ammesso che avrebbe in realtà tanto voluto collaborare con Ustiugov, ma il fondista non era interessato a farlo: «In generale, sarebbe stato interessante per me lavorare con Sergey, perché conosco il suo potenziale e penso che i risultati che ha mostrato fin qui non siano il suo massimo: può fare di più, ha margini di crescita. Nonostante abbia detto di essere vecchio, ha solo 30 anni, e credo che anche in questi anni l’atleta possa migliorare ulteriormente e ottenere buoni risultati. Ci sono dei dettagli, un lavoro che gli permetterebbe di progredire. Ma Sergey non vedeva il mio ruolo nell’allenamento, non aveva bisogno di un allenatore in quanto tale. A cosa mi serve un atleta con cui non posso collaborare come allenatore? Sarebbe stato solo una persona in più in squadra, e gli altri atleti sarebbero stati distratti da lui, visto che avrebbe fatto tutto da solo, senza percepirmi come allenatore? Assolutamente non mi andava bene. Non abbiamo nemmeno litigato. Aveva un programma di allenamento, gli abbiamo dato dei consigli e corretto, ma Sergey non ne aveva bisogno. Non capisco quindi perché avrei dovuto tenerlo nel gruppo, mettere una firma come responsabile dell’atleta e del suo risultato, senza giocare alcun ruolo».
L’allenatore ha poi criticato, nemmeno troppo velatamente, Ustiugov: «In generale, penso che sia stata eccessiva la fiducia di Sergey nelle proprie conoscenze. Il fatto di pensare di poter fare le cose da solo gli ha impedito di ottenere risultati migliori negli anni precedenti. Cramer si fidava di Sergey, Markus è generalmente un allenatore che lavora con un atleta fondando tutto su un rapporto di fiducia. Mi sembra che a un certo punto le convinzioni di Sergey lo abbiano penalizzato. Lui ha vinto molto, ma probabilmente avrebbe potuto vincere di più. È chiaro che ci stati degli infortuni a penalizzarlo, ma anche questi stessi infortuni a volte sono il risultato di certi errori di un atleta. Credo che Sergey sia davvero capace di fare di più. Se la vita gli ha insegnato qualcosa nel corso degli anni e se si allena in modo più corretto, sarà in grado di ottenere grandi risultati. Per Sergey sarebbe una buona motivazione per il futuro e un grande vantaggio per tutta la squadra se, nella sua situazione attuale, riuscisse a ottenere dei buoni risultati come se si fosse allenato con la squadra nazionale. Ora dipende tutto da Sergey. Se guardasse indietro per vedere gli errori commessi e traesse le giuste conclusioni, allora sarebbe davvero in grado di raggiungere un livello abbastanza alto in futuro. Mi chiedo se Sergey ci riuscirà o meno. Sarebbe fantastico sia per i tifosi che per il nostro sport se non perdiamo Sergey». 

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