Il sito ufficiale della FIS prosegue la sua serie di interviste, dopo aver preso la decisione di far gareggiare uomini e donne sulle stesse distanze. A seguito dell’intervista al race director dello sci di fondo, Pierre Mignerey, questa volta è stato il turno di Virginia De Martin, che rappresenta gli atleti in FIS, assieme al suo collega Martti Jyhlä.
A poco più di un mese da quando è stata annunciata la decisione di introdurre la parità di distanza tra donne e uomini, Virginia De Martin ha risposto alle domande della FIS, partendo dal sondaggio proposto agli atleti in fase di discussione del cambio regolamentare, quando il 67% degli uomini, ma soprattutto l’88% delle atlete, avevano votato contro l’equiparazione delle distanze.
Numeri che hanno sorpreso anche la stessa De Martin. «Per noi come rappresentanti degli atleti – ha ammesso l’ex fondista della nazionale italiana e del CS Carabinieri – questi numeri sono stati davvero sorprendenti. Vedo diverse possibili ragioni dietro i numeri del sondaggio.
In primo luogo, alcuni atleti hanno interpretato le domande sulla "corsa a pari distanze" presupponendo che tutte le gare femminili venissero adattate alle attuali distanze di gara degli uomini. Il sondaggio in effetti non conteneva la proposta finale di quali fossero le distanze esatte sulle quali si sarebbe poi gareggiato, poiché di questo si è discusso solo durante gli incontri di primavera della FIS, un mese dopo l’invio del sondaggio.
Un altro motivo, soprattutto per le donne, potrebbe essere stato il timore che distanze maggiori potessero "uccidere lo spettacolo" a causa delle distanze maggiori tra le atlete.
A questo aggiungiamoci, che di solito ci vuole tempo prima che i grandi cambiamenti vengano accettati, anche se gli atleti sono disposti ad aiutare lo sviluppo di uno sport».
A Virginia De Martin Topranin è stato poi chiesto, cosa potrebbe aver invece spinto quelli atleti e quelle atlete che hanno invece votato fin da subito a favore di questo cambiamento delle distanze: «Direi principalmente il fatto che l’hanno visto come un’opportunità per l’equità di genere. Riceviamo da diversi anni commenti da atleti sulla necessità che lo sci di fondo rispetti l’equità di genere, sebbene nel nostro sport ci fosse già parità di genere in molti altri aspetti. Inoltre, l’interessante opportunità per le donne di correre famose "gare maschili" come la 50 km di Holmenkollen potrebbe essere stata una forte spinta».
Ma quale potrebbe essere l’impatto di gare su distanze uguali per un’atleta professionista, dal punto di vista fisico e mentale? Avendo smesso da poco, Virginia De Martin Topranin ha le idee ben chiare. «Personalmente non credo che cambierà in maniera massiccia le condizioni degli atleti, sia fisicamente che mentalmente. Disturbi come sovrallenamento e altri problemi sono presenti già oggi con le distanze attuali e non sono una diretta conseguenza della distanza di gara, anche se detto questo, bisognerebbe prendersene cura.
Vedo questo cambiamento come un’importante opportunità sia per semplificare lo sport e renderlo più comprensibile per il pubblico, sia per consentire alle donne migliori e pari opportunità in termini di diritti e visibilità. Dovremmo forse ricordare la storia dietro il motivo per cui le donne corrono sulle distanze attuali: sono state autorizzate a correre a livello di Coppa del Mondo fin dall’inizio della Coppa del Mondo FIS di fondo, ma sono sempre state ritenute "meno capaci" degli uomini. Questa mentalità non ha più spazio nella nostra generazione».
Infine De Martin ha parlato anche delle gare miste, che stanno finalmente trovando spazio nel programma della Coppa del Mondo di sci di fondo: «Spero davvero che gli eventi misti di genere siano sempre più presenti nel calendario della Coppa del Mondo. Inoltre, posso davvero immaginare che le competizioni di genere misto possano prendere posto nei grandi eventi, visto che sono già di successo nel biathlon. Oltre ad essere eventi spettacolari, vedo un’opportunità per spingere più squadre, insieme ad altre misure di supporto, a crescere e prendere parte a queste competizioni».
Sci di Fondo – Virginia De Martin: “Le nuove distanze possono essere un’opportunità”
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