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Olimpiadi 2030, dopo la Spagna anche Vancouver ritira la candidatura? Comune: “Incertezze sui fondi”

Non solo la Spagna: presto anche la città di Vancouver (Canada) potrebbe assumere la decisione di ritirare la propria candidatura per l’organizzazione delle Olimpiadi e le Paralimpiadi invernali del 2030. Si tratta dell’edizione dei Giochi che raccoglierà il testimone dall’accoppiata italiana formata da Milano e Cortina, ma, ad oggi, è sempre meno probabile che la terra delle foglie d’acero possa concedere il bis a cinque cerchi a vent’anni di distanza dalla kermesse del 2010.
In particolare, è un rapporto del Consiglio comunale di Vancouver a suggerire tale ipotesi. Nel documento, riportato dal portale "Inside the Games", Karen Levitt, portavoce del Comune canadese, dichiara: "Si ritiene che il Consiglio comunale dovrebbe disporre di una chiara comprensione dei modelli di finanziamento, funzionamento, indennizzo e governance proposti per la candidatura" per poterla avallare, in quanto "l’assenza di un chiaro impegno da parte del governo a sostenere economicamente l’evento rappresenta una differenza sostanziale rispetto ai Giochi del 2010".
Con questo scenario, ha sostenuto Levitt, non sarebbe possibile per la città "candidarsi come città ospitante per i Giochi invernali del 2030" e c’è la convinzione che "non ci sia tempo sufficiente per svolgere il lavoro necessario per valutare i potenziali benefici, i costi e i rischi per la città e per negoziare i necessari accordi legali entro dicembre".
L’eventuale organizzazione delle Olimpiadi invernali 2030 da parte di Vancouver potrebbe comportare un esborso fino a 4 miliardi di dollari canadesi (3,1 miliardi di euro). I costi per le sedi e per la sicurezza sarebbero inferiori rispetto a due decenni orsono, ma la quantità di denaro necessaria per realizzare il villaggio olimpico sarebbe superiore.
Peraltro, il Canada si sta preparando a ospitare le partite della Coppa del Mondo ci calcio nel 2026, la Laver Cup del 2023 e gli Invictus Games del 2025. Per questo motivo, Levitt ha sottolineato: "Il personale della città sta affrontando un carico di lavoro senza precedenti e, allo stesso tempo, ha a che fare con gli stessi problemi di attrazione e mantenimento del personale legati alla pandemia che sono onnipresenti in tutto il Nord America e in altre parti del mondo. Senza sostanziali investimenti incrementali in risorse umane, la Città non ha attualmente la capacità di affrontare la pianificazione e la preparazione dei Giochi invernali del 2030".
In questo momento, con la candidatura di Vancouver che sembra perdere quota, in testa ai pronostici è balzata Sapporo, in Giappone, che contende all’altra candidata, la statunitense Salt Lake City, l’organizzazione delle Olimpiadi 2030. Il CIO emetterà il suo verdetto e assegnerà la rassegna a cinque cerchi a Mumbai tra maggio e giugno 2023.
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