Biathlon - 19 maggio 2022, 18:01

Biathlon - Lukas Hofer: "La collaborazione con la Svezia mi dà fiducia e nuovi stimoli"

Tra Svezia e Italia per una nuova stimolante avventura, con l'obiettivo di prepararsi al meglio alla stagione 2022/23. È quanto farà Lukas Hofer, che come annunciato mercoledì mattina dalla FISI, si allenerà con la nazionale svedese per tre raduni nel corso della preparazione e seguirà un programma preparato di comune accordo dall’allenatore svedese Johannes Lukas e l’allenatore responsabile dell’Italia, Alex Inderst.

A 32 anni, l’azzurro ha deciso di affrontare una nuova sfida, frutto di un’idea nata quasi per gioco. «Io e Johannes Lukas ci conosciamo da diversi anni – ha raccontato l’azzurro a Fondo Italiaaddirittura dalla stagione 2010/11. Lui per un periodo si è anche allenato con noi, come molti hanno visto dalla foto da me pubblicata che risale al 2014. Siamo molto amici e questa idea è nata in realtà quasi per gioco, quando ci siamo trovati a Nove Mesto dopo il Mondiale di Pokljuka della passata stagione. All’inizio era più uno scherzo, poi è diventata un’ipotesi sempre più concreta, ma non abbiamo fatto altri passi già allora perché l’anno olimpico non era certo quello giusto per fare determinati esperimenti sia per me che per la mia squadra. Poi nel corso dell’ultima stagione ne avevamo parlato diverse volte, prima che le cose si concretizzassero quest’anno, dopo le Olimpiadi, quando ci siamo trovati nello stesso albergo a Kontiolahti».

A quel punto le cose si sono fatte più serie. Hofer ne ha parlato alla FISI ed è rimasto molto felice di aver trovato attorno a sé grande entusiasmo per questa sua proposta. «Dopo la Finlandia, ho iniziato a parlarne allo staff tecnico della nostra nazionale, abbiamo iniziato a mettere giù le idee sia da parte nostra che della Svezia, cercando di trovare una strada univoca da parte italiana e svedese, sia negli allenatori che nelle rispettive federazioni. Sono stato davvero felice di trovare il presidente Flavio Roda così entusiasta di questa idea, in quanto lui ha visto subito le possibilità per me sia nell’immediato che nel mio sviluppo come atleta, ma anche per tutto il nostro movimento».

La contaminazione di idee e la loro condivisione, secondo Hofer, possono portare a una crescita da parte di tutti: «Per me sarà importante avere degli input nuovi da parte di grandi atleti internazionali, da loro posso solo imparare. È un cambiamento che sicuramente mi farà bene, anche perché posso osservarli, vedere cosa fanno, copiare le cose che possono farmi migliorare, studiarli nelle tecniche di sciata e nel tiro, come molti atleti hanno fatto con la mia uscita dal poligono. Dare e ricevere, è questa la chiave di questo progetto».  

Hofer è convinto che la sua collaborazione con la Svezia possa aiutare anche il resto della squadra azzurra: «Intanto, come ho detto a Dido (Bionaz, ndr), la mia assenza in alcuni raduni sarà uno stimolo in più anche per loro, in particolare lui e Tommaso (Giacomel, ndr) in quanto prima o poi arriverà il momento in cui dovranno prendere in mano la squadra. Inoltre, farò con la Sveiza i primi due raduni, poi tornerò ad allenarmi con i miei compagni azzurri a fine luglio a Obertilliach. Allora sarà una settimana hit, l’occasione perfetta quindi per avere un confronto e capire se si sta lavorando sulla direzione giusta, le cose che fanno meglio in Svezia e quelle che facciamo meglio noi italiani».

Hofer è molto motivato, l’idea di una nuova avventura è troppo stimolante, anche in quelle che sono le sue incognite: «Negli anni passati, abbiamo visto che la programmazione svedese porta gli atleti a partire solitamente molto forte. Dobbiamo però vedere come funzionerà con me, come reagirà il mio corpo, perché non posso avere la certezza che funzioni. Sono dell’idea che bisogna provare a sfruttare le possibilità che si manifestano, soprattutto quando parte un nuovo ciclo olimpico e si inizia a lavorare con l’obiettivo di altri quattro anni. È quello il momento ideale per fare dei piccoli cambiamenti, che possono stimolarti e fare bene soprattutto dal punto di vista mentale».

Ma questa nuova avventura potrebbe stimolare Lukas Hofer al punto da proseguire anche oltre la prossima stagione e quell’appuntamento finale sempre rappresentato dal Mondiale di Oberhof 2023? «La mia idea è sempre stata quella di chiudere la carriera lì dove l’ho iniziata, a Oberhof. Oggi, però, non posso che guardare con attenzione al fatto che ci saranno le Olimpiadi ad Anterselva nel 2026, ma allo stesso tempo nemmeno posso dire che ci sarò. Quattro anni fa, al termine delle Olimpiadi di Pyeongchang, non avevo dubbi che avrei preso parte anche ai Giochi di Pechino. Adesso le cose sono diverse, soprattutto dopo tutti i malanni che ho avuto. Quindi dovrò valutare al momento, in base a come reagirà il mio fisico, perché andare avanti cercando di sistemare sempre problemi non è la soluzione migliore. Inoltre, anche la motivazione sarà fondamentale. Quest’ultima è cresciuta ulteriormente ora che è partito questo progetto di condivisione tra Italia e Svezia. Insomma, se il fisico dovesse reggere e la motivazione fosse presente, potrei arrivare alle Olimpiadi del 2026, anche perché avere la possibilità di chiudere la carriera con le Olimpiadi in casa sarebbe la ciliegina sulla torta».

Per il dopo carriera, Hofer non ha mai nascosto di essere attratto dall’idea di fare l’allenatore. Un ulteriore motivo in più per vivere positivamente questa nuova esperienza: «Sono reduce dal corso allenatori che si è svolto in Valle d’Aosta – ha raccontato – ho conosciuto diversi aspetti del lavoro che viene svolto dall’altra parte del cannocchiale e devo dire che è veramente difficile e complicato. Ci sono tante cose da osservare, ma soprattutto bisogna comportarsi in maniera diversa a seconda degli atleti, specie se giovani, meno sviluppati ed esperti. È un lavoro duro. Sicuramente questa esperienza all’estero potrebbe rivelarsi utile anche sotto questo aspetto, perché potrò vedere come lavorano, come approcciano la stagione e cosa fanno di diverso all’estero. Ovviamente la gran parte del lavoro sarà simile, alla fine la zuppa si fa sempre partendo dall’acqua, ma ci saranno dei particolari diversi anche nell’atteggiamento e nell’approccio. Sarà bello scoprirlo».

Già nelle passate settimane, quando erano iniziate a circolare le voci su questa collaborazione, alcune persone l’avevano giudicata quasi una fuga di Hofer, fantasticando una sua assenza di fiducia nei confronti del nuovo staff tecnico della nazionale: «Ci tengo a precisare che non sto andando via dall’Italia – ha sottolineato l’atleta del CS Carabinieri – perché ho sentito girare voci strane sul fatto che non mi fidassi degli allenatori azzurri o altre cose simili. Nulla di più falso! Questo progetto sarà frutto della collaborazione tra tecnici, che devono parlarsi e trovare insieme una strada unica da seguire, per arrivare agli obiettivi che ci poniamo. Il responsabile della nazionale azzurra, Alex Inderst, e l’allenatore svedese Johannes Lukas programmeranno insieme la strada che andremo a intraprendere».

In conclusione Lukas Hofer ha voluto ringraziare chi ha avuto fiducia in questo progetto: «Come ho scritto anche nel post, sento di dovere un grosso ringraziamento alla Federazione Svedese e alla FISI, in particolare al presidente, che mi ha proprio sostenuto, era favorevole e aperto a questa idea per sviluppare qualcosa di nuovo, una collaborazione tra due federazioni ed altrettanti allenatori, che secondo il suo parere può solo portare frutti. Ringrazio poi il mio corpo sportivo, il Centro Sportivo Carabinieri, in quanto mi sono rivolto in prima battuta a esso. Davide Carrara e Gabriella Paruzzi hanno valutato la fattibilità del progetto e mi hanno dato un grande aiuto. Infine, voglio dire grazie a Johannes Lukas, mio amico da tanto tempo, che mi ha accolto come suo atleta. È una persona di cui mi fido e so che mi darà il massimo sostegno in ogni momento».