«Una parte del lavoro lo abbiamo concluso, ma adesso c’è ancora tanto da fare nei prossimi mesi. Dai Campionati Italiani di Dobbiaco non mi sono mai fermato». Freddy Stauder è stato confermato direttore agonistico dello sci di fondo italiano, dopo aver incassato la fiducia del presidente Flavio Roda, e ha lavorato molto nell’ultimo periodo per organizzare la stagione che aprirà il nuovo quadriennio olimpico. «Nell’ultimo mese, in famiglia mi hanno visto poco, tra riunioni e telefonate sono stato sempre assente. Per fortuna mi hanno aiutato tanto Paolo Rivero e Paolo Riva nell’organizzazione e nella programmazione di tutto» ci ha raccontato Stauder al telefono, quando lo abbiamo intervistato per conoscere programmi e obiettivi della nazionale italiana di sci di fondo in vista della stagione 2022/23, che vedrà Markus Cramer allenatore della Squadra A.
Lo scorso aprile, a Dobbiaco, non avevate nascosto la trattativa con Markus Cramer e alla fine l’accordo è stato raggiunto. È soddisfatto? Quando è nata l’idea di affidarsi all’allenatore tedesco?
«Sono sicuramente più che soddisfatto, in quanto ritengo Cramer un allenatore molto valido e con tanta esperienza, capace di ottenere bei risultati in tutte le squadre che ha allenato, non ultimo anche Federico Pellegrino. L’idea era nata in realtà già in occasione del Tour de Ski, quando lui stesso è venuto a parlarmi proponendo di dare una mano all’Italia. Figuriamoci, era proprio quello che volevo, dal momento che io stesso stavo per chiederglielo. Da allora, per tre mesi non ci siamo mossi, eravamo tutti concentrati sulle Olimpiadi. A fine stagione, quindi, siamo tornati a parlare e la cosa ha preso piede, complice anche quanto accaduto in Russia. Era comunque già sua intenzione vivere una nuova esperienza, anche perché dopo tanti anni di viaggi, voleva riavvicinarsi a casa».
Cosa porterà Markus Cramer al fondo italiano?
«Sicuramente porterà con sé un metodo di allenamento da lui provato già in passato con varie squadre, a partire dal modo di affrontare gli allenamenti estivi, la programmazione e la gestione. Darà delle indicazioni a tutte le squadre, non soltanto a quella di Coppa del Mondo, ma anche ai gruppi Milano-Cortina. In un primo momento sarà fatto il volume e alla fine del ciclo di allenamento si lavorerà sull’intensità, perché Cramer ha provato che quando gli atleti forzano anche se affaticati, migliorano poi la loro resa in gara. Lui lavora con un sistema molto semplice, ma l’importante è seguirlo.
Cercheremo di divulgare a tutto l’ambiente quelle che sono le sue idee. Ovviamente, per quanto riguarda le nazionali, saranno date delle indicazioni su come programmare la preparazione, poi ogni allenatore ci metterà del suo, come è sempre stato. Cramer è un uomo pratico e semplice, non ti obbliga a fare le cose, fa capire quello che può servire e che ritiene utile, confrontandosi continuamente. Poi, il resto spetta all’atleta, è lui che deve avere voglia di cercare il proprio limite».
In squadra A è stato inserito anche Davide Graz, che potrà allenarsi con Pellegrino e De Fabiani. Crede sia una grande occasione per lui?
«Graz fa parte di questo gruppo perché merita di esserci per quello che ha fatto vedere alla sua età. Ovviamente, Cramer valuterà durante la preparazione se è il caso di fargli seguire lo stesso programma di allenamento dei compagni più esperti e anche abituati a certi carichi, oppure se preparare una programmazione appositamente per lui. L’obiettivo è tirare fuori il meglio da questo ragazzo».
Ci ha detto in precedenza, che anche i gruppi Milano-Cortina 2026 riceveranno delle indicazioni da Cramer. Sono in programma anche raduni con tutte le squadre azzurre presenti?
«Si. Abbiamo previsto tre raduni congiunti tra Squadra A e Milano-Cortina. Anzi, inizieremo subito tutti assieme a Dobbiaco dal 15 al 28 maggio, poi ne faremo altri due nel corso della preparazione».
A Dobbiaco si partirà con un grande raduno anche per dettare la linea?
«Si e coinvolgeremo tutti. Approfittando del fatto che è in programma la commissione giovani tra il 20 e il 21, organizzeremo un incontro tra Cramer e i rappresentanti di comitati e corpi sportivi, per presentare e spiegare a tutti idee e metodi di lavoro proposti. Ognuno potrà consultare Cramer e tirarne poi fuori ciò che ritiene più interessante, magari provandolo. Insomma il 20 avremo la commissione giovani e il 21 una giornata dedicata al tipo di programmazione e metodo di lavoro, dall’alto livello fino ai comitati. Sarà un evento importante in quanto presenteremo un progetto quadriennale, daremo le indicazioni su ciò che vorremmo fare in futuro, gli obiettivi da raggiungere nei vari settori, tutte le informazioni necessarie per arrivare poi pronti sotto ogni aspetto, dai materiali alla preparazione fisica, alle Olimpiadi del 2026. Sicuramente le squadre A e Milano Cortina si incontreranno anche a Lavazè e Oberhof. Proprio in Trentino faremo qualcosa di simile per chi volesse seguire gli allenamenti. Vorremmo ci fosse uno scambio di informazioni e un rapporto sempre più aperto e diretto tra nazionale, comitati e corpi sportivi. Ovviamente, ognuno è poi libero di preparare la propria programmazione. Nessuno qui è il messia, ma sicuramente da parte nostra vogliamo dare qualche input».
Nella passata stagione, il gruppo Cramer comprendeva, oltre ai russi, anche i due italiani e Stadlober. Potrebbero essere presenti atleti stranieri anche nel gruppo italiano?
«Per il momento solo italiani, anche se forse in qualche raduno potrebbe aggiungersi Stadlober, la cui presenza farebbe bene alle nostre ragazze, perché vedrebbero all’opera un’atleta che è al top della disciplina».
Sarebbe sicuramente utile, anche perché la Squadra A ha perso Lucia Scardoni, che ha annunciato il ritiro. A proposito, la veneta verrà sostituita oppure la squadra sarà composta da sole tre donne?
«La notizia del ritiro di Lucia Scardoni è stata una sorpresa anche per noi. Comunque non la sostituiremo, almeno all’inizio, in quanto faremo tre raduni insieme al gruppo Milano-Cortina e allora valuteremo se vi saranno atlete meritevoli di allenarsi nel gruppo di Coppa del Mondo».
Quindi vi è la possibilità di qualche cambiamento in corso d’opera?
«Abbiamo deciso di lavorare molto verticalmente. Se un o una atleta va molto bene può salire e dall’altra parte qualcun altro o altra scendere, se magari sta faticando con i carichi di lavoro. Non ci siamo posti delle regole fisse, se qualcuno non sopporta il carico, lo riduce oppure può anche fare un raduno con il gruppo sotto. Una linea che manterremo anche nel corso dell’inverno».
A proposito, come vi comporterete per le convocazioni in Coppa del Mondo? Avete già stabilito i criteri di selezione?
«Innanzitutto non vi saranno più limiti d’età per l’Opa Cup, a differenza di quanto è stato fatto negli ultimi anni. Chi va bene in Coppa Italia andrà in OPA Cup e se va bene lì, allora è convocabile per la Coppa del Mondo. Vogliamo in questo modo stimolare tutti, cercando di creare un ambiente basato sulla meritocrazia. Non ci sono più limitazioni legate all’età, rispetto alle quali, personalmente, non ero d’accordo. Chi merita va avanti, ci sarà spazio per tutti. Lo stesso Cramer osserverà gli atleti e valuterà per bene anche chi convocare. Inoltre, ci tengo a dire che chi otterà un risultato molto positivo in OPA Cup, tanto da meritarsi la convocazione per la Coppa del Mondo, non andrà su a fare solo una gara, ma giustamente avrà più chance, perché se vinci in Coppa Europa significa che scarso non sei. Poi, se dopo alcune tappe non avrà ottenuto nulla, allora tornerà giù e si preparerà al meglio per l’occasione successiva, forte però dell’esperienza fatta».
Uscito il calendario dello skiroll, non è passata inosservata l’assenza del Summer Cross Country? Non vi sarà quindi occasione di un confronto estivo o autunnale sugli skiroll?
«Come ben sapete, dal momento che vi saranno gli EYOF, l’impianto di Forni Avoltri quest’anno non era a disposizione per alcuni lavori. Al suo posto, il GP Sportful sarà considerato come prima gara invernale di Coppa Italia. In quell’occasione, oltre alla gara in salita della domenica, potremmo proporre anche una novità, su indicazione di Markus Cramer. Al posto della sprint del sabato, infatti, abbiamo l’idea di organizzare una gara di atletica sui tremila metri in pista, piuttosto che una corsa campestre, come si usa fare in Germania. Un test di valutazione fisica. Personalmente mi piace la filosofia di Cramer, che prevede corsa più skiroll. Magari, in questa maniera possiamo spingere gli atleti ad allenarsi di più sulla corsa, che forse nel nostro paese è stata un po’ troppo trascurata negli ultimi anni, mentre all’estero tanti grandi campioni continuano a macinare chilometri sulle scarpe da corsa».