Una nuova polemica è esplosa nei giorni scorsi, quando si è scoperto che il gruppo Borodavko della nazionale russa di sci di fondo svolgerà il suo primo raduno in Crimea. In piena guerra della Russia con l’Ucraina, è sembrata quasi una scelta simbolica far iniziare la preparazione del gruppo che comprende l’eroe olimpico Bolshunov proprio in una terra che, nel 2014, è stata annessa alla Federazione Russa.
Gli attacchi sono arrivati in particolare dalla Norvegia, dove il politico Tage Pettersen, membro del comitato cultura e famiglia, è anche responsabile della politica sportiva, ha criticato aspramente la scelta della squadra russa: «I russi probabilmente vedono questa regione come parte della loro area. Ma dal momento che il resto del mondo non la vede come loro, è una provocazione». Anche Vegard Ulvang, leader del comitato di sci di fondo della FIS, è convinto che dietro la scelta della squadra russa vi siano motivi simbolici.
Critiche sono però piovute anche da l’ex campionessa olimpica Anfisa Reztsova, che ha criticato duramente la scelta di Yuri Borodavko, allenatore del gruppo di Bolshunov: «Perché ha deciso di fare il raduno in Crimea? I raduni andrebbero fatti altrove, non capisco perché debba farlo lì ora» ha affermato a Sport-Express.
Diversa però l’opinione dell’allenatore russo, che sempre sullo stesso sito russo si è così difeso: «Abbiamo diversi raduni in Crimea già nel 2011, quando era ancora Ucraina. Nella nostra scelta non vi sono motivi politici, ci alleniamo solo. La Crimea è una regione fantastica per allenarsi».
Sicuramente dal punto di vista mediatico, magari per cercare di trovare un compromesso con le federazioni sportive internazionali e avviare delle trattative per il rientro degli atleti russi alle competizioni, si sarebbe forse dovuto fare una scelta diversa. Per il resto, sulla questione Crimea non è questo il luogo per approfondire ma vi invitiamo a farlo personalmente cercando più fonti storiche.
La certezza è che vi è stato un referendum con ampia partecipazione, nel quale la popolazione ha votato a favore per l’annessione alla Russia, dal momento che la maggioranza dei suoi abitanti è proprio originaria della Russia, in una terra che nel 1954, in pieno periodo sovietico, l’allora presidente Kruscev cedette all’Ucraina. La questione è andata avanti per decenni, una volta avvenuta la dissoluzione dell’ex URSS fino alla crisi del 2014 e l’intervento militare russo, che ha portato a un referendum non riconosciuto però dalla maggioranza dei paesi dell’ONU. Da non dimenticare, che in realtà, in quella regione vi è anche una minoranza "tatara", che era stata maggioranza fino alla seconda guerra mondiali, quando Stalin deportò questa popolazione, che per decenni ha vissuto lontano dalla propria terra d’origine. Queste poche righe per farvi soltanto comprendere in minima parte la complessità di una storia secolare interessante, da approfondire.
Sci di Fondo – Il gruppo Borodavko inizia la preparazione in Crimea e scoppia una nuova polemica

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