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Sci di fondo

Sci di Fondo – Charlotte Kalla, la regina del fondo svedese che ha aperto la via a Ebba, Frida, Jonna & Co

Il 6 Gennaio 2008 può essere considerata come una data simbolo per lo sci di fondo svedese e che fa da spartiacque fra il dominio maschile, che nello scorso secolo ha sempre caratterizzato la disciplina nella nazione retta da Re Carlo XVI Gustavo rispetto al gentil sesso scandinavo. Infatti, nel passato, tutti i maggiori e numerosi successi, che autentici fuoriclasse del fondo come il mitico Nils ”Mora-Nisse” Karlsson vincitore negli anni ’40-50 di ben nove Vasaloppet oltre che dell’oro nella 50km a Sant Moritz 1948, il nove volte medaglia olimpica Sixten Jernberg, il barbuto ma sempre eccelso pattinatore Thomas Wassberg, il ”cigno di Vansbro” Gunde Svan, Torgny Mogren e Per Elofsson, solo per citarne i massimi esponenti, erano tutti esibiti nella capitale Stoccolma dai maschietti.
Solo saltuariamente le ragazze svedesi del fondo avevano conquistato medaglie pesanti nelle manifestazioni a cinque cerchi o iridate. Tra queste ricordiamo Toini Gustafsson, oro nella 10 km ai Giochi Olimpici di Grenoble 1968, le ragazze della staffetta 3x5km (Irma Johansson, Britt Strandberg, Sonja Edström) oro a Squaw Valley 1960 e Marie-Helene Östlund oro nella 20km ai Mondiali di Oberstdorf 1987.
Ma che cosa successe in quel famoso 6 Gennaio di quattordici anni fa?
In Val di Fiemme andò in scena la seconda edizione del Tour de Ski ed al termine della penultima tappa, una 10km in alternato mass start, la finlandese Virpi Kuitunen vantava una quarantina di secondi su una giovane svedese ancora sconosciuta al grande pubblico internazionale. Parliamo dell’allora ventenne Charlotte Kalla che prima di quel Tour de Ski aveva all’attivo un solo podio di Coppa del Mondo oltre però a tre ori, tre argenti ed un bronzo nei Mondiali giovanili. Bene, durante i nove chilometri dell’inseguimento che portava le fondiste in cima al Cermis, Charlotte, non solo recuperò quel disavanzo ma superando a doppia velocità la forte alternista finlandese trionfò sola al traguardo con trentasei secondi su Kuitunen.
La trentaquattrenne del Norrbotten apre il suo album dei ricordi descrivendo il significato di quel suo primo successo che le portò grande notorietà a livello mondiale: «E’ qualcosa che gli atleti sperimentano solo una volta. Ho dovuto sorprendermi cosi tante volte nelle tappe precedenti al Cermis, ma ero un nome nuovo e quel Tour è arrivato al momento giusto per me, ma l’ultima tappa ha sorpreso un pò anche me. Cosa sta succedendo? mi sono chiesta molte volte. C’erano cosi tanti contenuti in quel Tour, ma soprattutto ho avuto la sensazione che tutto stesse andando per il verso giusto nel finale. E’ stata una vittoria importante, ma forse e’ stato quando sono tornata a casa che ho capito quante persone l’avevano seguita in Tv e quale significato avesse per me e per tutta la Svezia. Nel Tour de Ski gareggiamo durante le vacanze di Natale e la massima attenzione di media e pubblico si verifica durante quel periodo. Poi dopo quel successo mi hanno dato il premio come miglior giovane sportiva dell’anno e io appena ventenne ero seduta accanto a tutti i migliori atleti dello sport svedese e in quel gala ricordo di essermi seduta allo stesso tavolo di Zlatan Ibrahimovic.»
Quel trionfo pose le basi per il lancio a livello top della lunga e vincente carriera di Kalla, ma segna anche il punto di partenza per il sorpasso in termini di popolarità, attenzioni e successi che il fondo femminile svedese ha successivamente effettuato sui connazionali maschi. Quello storico successo di Kalla ha ispirato un’intera generazione di giovani fondiste svedesi che ora pongono la Svezia al femminile come squadra più forte al mondo e con altri giovani talenti in rosa che presto entreranno nell’elite mondiale della disciplina con gli sci stretti. La prima ad essersi ispirata a Charlotte è stata Ebba Andersson. Sulla TV nazionale “trekroner” a volte viene proposto un video del Febbraio 2008 nel quale l’allora undicenne Ebba affermava nel corso di una gara regionale nella sua Sollefteå di voler seguire le orme di Kalla e di voler vincere in futuro il Tour de Ski alla stessa maniera che Charlotte aveva fatto alla TV il mese prima.
Ed ironia della sorte è stata proprio Ebba Andersson ad incoronare il suo idolo da ragazzina lo scorso mese durante i Campionati Nazionali di Piteå come la vera regina del fondo svedese, facendole indossare mantello e tiara reale al termine della 30km terminata al terzo posto da Charlotte. Riconoscimento che è seguito a quello che due giorni prima la stessa Ebba con Frida Karlsson le avevano attribuito dopo che la regina svedese le aveva beffate nello sprint finale della 15km mass start a skating. Subito dopo aver oltrepassato la linea d’arrivo nel Lindbäckstadion ed aver realizzato che Charlotte aveva conquistato il suo ventinovesimo titolo nazionale sia Frida che Ebba hanno subito messo da parte la delusione della sconfitta e si sono più volte letteralmente inchinate alla Regina svedese del fondo.
Dopo quel suo primo trionfo nella gara a tappe proposta dalla FIS, la carriera della fondista nativa di Tärendö, piccolissima cittadina del Nordbotten svedese che conta solo duecentocinquanta abitanti ed è posta ad una cinquantina di chilometri ad est del più famoso centro sciistico di Gällivare, non si è fermata ed in breve tempo per lei sono arrivate le prime medaglie a livello senior. A Vancouver 2010, alle sue prime Olimpiadi, Charlotte Marina Kalla si aggiudica subito la medaglia d’oro nel format e nella tecnica a lei più cara, la 10km a tecnica libera. Nel British Columbia canadese lei aggiunge anche l’argento nella sprint a squadre con l’amica Anna Haag sempre in skating. Sull’argomento Kalla, protagonista del programma “Hård moter: Charlotte Kalla”, conversazione che il mitico telecronista dello sci di fondo svedese Jacob Hård ha proposto alla Tv svedese SVT, ha spiegato questo suo passagio da fondista monodimensionale ovvero pattinaggio e distance 10km a sciatrice in grado di ben difensersi e conquistare allori anche in altri format: «Per me era frustrante che ci fosse una differenza cosi grande fra il mio skating e l’alternato. All’inizio della mia carriera mi vedevo principalmente come una skater e mi dicevo che non sarei mai stata brava nel classico. Poi non so cosa abbia causato questo cambiamento che è avvenuto nella stagione 2014, durante una gara preolimpica a Lillehammer dove ho fatto un grande risultato che mi ha sbloccato. Inoltre il miglioramento in classico è stata una chiave per vincere nello skiathlon e per dover recuperare il meno possibile dopo i primi 7,5km. Questo e’ stato un passo importante da fare per me. Poi nel successivo quadriennio ho lavorato molto per imporre dei cambi di ritmo e migliorare la mia velocità, miglioramenti che mi hanno permesso di vincere l’oro nello skiathlon a Pyeongchang.»
Nelle stagioni seguenti al primo oro olimpico del 2010, Charlotte mostra i primi segni di miglioramento nell’alternato vincendo il primo oro iridato in coppia con Ida Ingemarsdotter ad Oslo 2011. La stagione successiva bissa il miglior piazzamento finale nella overall di Coppa del Mondo finendo quarta come nel 2007-2008. Nella seguente rassegna iridata della Val di Fiemme 2013, Kalla non brilla particolarmente, mettendosi al collo il solo argento nella staffetta 4x5km. Ma è a Sochi 2014 che lei con Haag, Ingemarsdotter ed Emma Wiken porta il quartetto “trekroner” sul tetto del mondo. Nel centro sciistico del Krasnodar russo, l’allora ventiseienne scandinava aggiunse al suo palmares anche l’argento nello skiathlon e nella 10km in alternato. Ma la vittoria olimpica in staffetta rimane il successo che la inorgoglisce maggiormente fra i tanti raggiunti nella sua lunga carriera: «La vittoria Olimpica in staffetta è stata qualcosa di speciale. Seguire le mie compagne lottare al loro meglio nelle prime tre frazioni da bordo pista ed essere ancora concentrata su quello che stavo per fare, mi ha dato ancora più carica. Mi sentivo in una forma incredibilmente buona quel giorno, ma sapevo che 5 km erano una distanza difficile per le mie capacità di resistenza. Quando ho cambiato per la mia ultima frazione eravamo in terza posizione ad una trentina di secondi dalla testa, ma io sapevo che ci voleva un pò di pazienza su quel tracciato che presentava le difficoltà maggiori nel finale dell’anello, quindi non potevo sparare tutto subito. E su quel percorso che ti permetteva di vedere il distacco da chi era davanti è stato esaltante vedere che visivamente mi stavo avvicinando a Finlandia e Germania metro dopo metro. In quei momenti una voce nella mia testa mi diceva che anche il bronzo non sarebbe poi male mentre l’altra mia voce mi diceva vai a tutta per l’oro! E sul rettilineo finale questa scommessa si è concretizzata. E’ stata una vittoria di volontà e di strategia comune. Ma nella mia lista di successi preferiti vi è anche una gara di Coppa del Mondo ad Östersund una settimana prima dei Mondiali di casa a Falun 2015. Quella era una 10km a skating e la vinsi con 36” su Bjørgen e 53” su Johaug e ricordo che una volta oltrepassato il traguardo non mi sentivo per niente affaticata. Ciò mi diede molta fiducia in vista dei successivi fortunati Campionati del Mondo. Raramente mi sono sentita così forte come in quella occasione.»
Appunto, Marit Bjørgen e Therese Johaug appena citate da Kalla sono state le fondiste con le quali Kalla nel corso della sua carriera ha dovuto confrontarsi nel secondo decennio di questo millennio, in un era fondistica nella quale le due migliori fondiste dei tempi moderni hanno lasciato poca gloria alle altre sciatrici. Charlotte riserva un giudizio positivo sulle due rivali ma allo stesso tempo amiche: «Da giovane ho ammirato per prima Lina Andersson come fondista di sesso femminile mentre Per Elofsson è stato il mio riferimento a livello maschile. E poi Marit Bjørgen è salita alla ribalta internazionale. Marit è cosi impressionante, è stata davvero una persona che ha segnato un’epoca. Mi sembrava irreale che in seguito sarei stata in grado di competere contro di lei ed in seguito anche batterla. Non l’avrei mai pensato quando ho iniziato a seguirla in TV, e l’ho vista vincere l’oro ai Mondiali del 2003. Therese ed io ci siamo sfidate fin dai Mondiali Juniores e più tardi ai Campionati del mondo senior. E’ stato pazzesco quando a diciotto anni ha vinto il bronzo a Sapporo quando eravamo ancora juniores, mentre io ho fatto il quinto posto nella 10km skating.»
Detto delle annate 2014 e 2015, le migliori per la rappresentante del Piteå Elite SK, il successivo anno per lei si rivela un anno piuttosto deludente, che la porta ad una drastica decisione: abbandonare il team nazionale ed allenarsi in proprio. Charlotte spiega questa sua scelta personale al collega Jacob: «Era da molti anni che cercavo di arrivare a quel punto ed avere una collaborazione ancora più stretta col mio personal coach Magnus Ingesson. Una cosa era averlo come allenatore della nazionale ma quando non lo è più stato, si è rivelata una grande perdita per me personalmente. Non essere in grado di lavorare a stretto contatto con lui come quando abbiamo cominciato nel 2008 ha incominciato a pesarmi. Ma allo stesso tempo ero piuttosto frustrata dall’ambiente che avrei creato in Nazionale non frequentando i loro training camps. Quello di avere un mio team privato è un’idea che avevo li da un po’. Ma non ero mai stata abbastanza coraggiosa e matura per compiere questo salto. Ma dopo quella brutta stagione sentivo di aver bisogno di un cambiamento se volevo essere di nuovo al mio livello massimo per i Mondiali di Lahti e le Olimpiadi del 2018. Naturalmente avevo anch’io dei dubbi se potevo fare tutto da sola senza il team nazionale alle mie spalle. Non avere compagni di allenamento e test interni durante l’estate e l’autunno mi avevano fatto dubitare sul livello che avrei raggiunto in gara. Inoltre ho dovuto decidere io dove e quando pianificare i training camps sulle alpi e quali tecnici dei materiali portare sui ghiacciai per preparare al meglio i miei materiali. Il fatto che ho osato fare la mia scommessa probabilmente dimostra che non mi importava tanto di ciò che gli altri pensano e dicevano dopo il mio brutto 2016. Anche se ero fuori dalla Nazionale svedese ho sentito comunque il bisogno di mimetizzarmi in un gruppo e per questo sono grata a Bjørgen, Johaug e Østberg che in quel periodo mi hanno permesso di allenarmi con loro. Quella collaborazione con loro mi ha fatto evolvere sul lato sportivo ma anche umano.»
Questa sua scelta ha portato i primi frutti a Lahti 2017, con argento in staffetta e il bronzo nello skiathlon, ma soprattutto nei suoi terzi Giochi Olimpici. A Pyeongchang 2018, nello skiathlon che apriva il programma del fondo, Kalla tiene il ritmo delle migliori nella parte in alternato per poi staccare Bjørgen a skating e conquistare la sua terza medaglia d’oro olimpica. Sulle nevi coreane porta a nove il suo bottino di medaglie olimpiche con gli argenti nella team sprint, nella 10km con tecnica libera e in staffetta. Rientrata nel Team Nazionale nella stagione 2018-19, la regina svedese del fondo ottiene il suo ultimo successo internazionale nei Campionati del Mondo di Seefeld dove con Ebba Andersson, Frida Karlsson e Stina Nilsson in ultima frazione, porta la sua Svezia al primo successo iridato della sua storia.
Detto delle caratteristiche tecniche di Kalla come fondista di eccelso valore nello skating, nei format di resistenza e dei miglioramenti avvenuti anno dopo anno nella tecnica classica, un’altra sua peculiarità è stata quella di presentarsi sempre al massimo della forma negli eventi clou di stagione vuoi che siano Olimpiadi o Mondiali. Per fare questo ha spesse volte disertato il Tour de Ski dopo la sua eclatante vittoria nell’esordio del 2008. Molte volte nel corso della sua carriera Charlotte sembrava in ritardo di condizione un mese prima di un grande evento ma a ridosso di essi è sempre stata in gardo di trasformarsi e modificare da anonima a di successo la sua stagione. Altra sua importante caratteristica è stata quella di grande cacciatrice vuoi che fosse uno skiathlon, una frazione in staffetta o un pursuit come lei stessa spiega: «Nello sci di fondo si può visivamente vedere cosa siano sette, quindici o venti secondi di distacco da chi ti sta davanti nel pursuit o nello skiathlon mentre con le partenze ad intervalli è più difficile da immaginare. Cosi tu ti rendi subito conto coi tuoi occhi se stai guadagnando o perdendo dal tuo avversario. Per me è molto motivante il vedere che stai andando nella direzione giusta ed il distacco sull’atleta che ti sta davanti si riduce progressivamente. Nel corso della mia carriera, inoltre, la passione per la nostra disciplina è sempre stato un requisito incredibilmente importante. Ancora oggi sto scoprendo nuovi lati del mio sci e sento che questo è qualcosa che sarà dentro di me ancora per molto tempo. Sarà un amore per tutta la vita. Non ho intenzione di smettere di sciare solo perché non indosserò più un pettorale. Penso anche che la pazienza sia stata molto importante per me, se ho vinto così tanto in carriera è anche perché non mi sono mai fatta soprafarre dalla frenesia di ottenere un risultato all’istante.»
Nella sua città d’adozione di Piteå, Charlotte Kalla ha terminato una carriera di successo nella quale ha inserito in bella mostra nella sua vetrina nove medaglie olimpiche, tredici medaglie Mondiali, sette medaglie a livello junior, dodici vittorie e cinquantanove podi in Coppa del Mondo con il Tour de Ski 2008 incluso, oltre a cinquantatre medaglie Nazionali svedesi, ed i prestigiosi premi Jerring e Bradguld.
Il nuovo capo della Federazione svedese di sci Lars Öberg al termine della 30km che ha concluso la fortunata carriera di Kalla ha voluto sottolineare l’importanza della regina svedese per lo sci di fondo “Made in Sverige”: «Charlotte ha aperto la strada alle nostre ragazze che ora stanno continuando a raccogliere successi. Tu sei sempre stata professionale in tutto, sia nel gestire gli allenamenti che i Media, sia nei tuoi tanti successi che nelle avversità. Ed il tuo carattere forte ma umile allo stesso tempo che ti caratterizza, ti ha seguito in tutti questi anni e ne sono certo ti seguirà anche nei fortunati anni che seguiranno dopo lo sci agonistico.»

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