Da promettente fondista a promettente biatleta, è questa la storia della giovanissima Stina Nilsson. Qualcuno si sorprenderà per questo aggettivo, giovanissima, ma non è casuale, perché in realtà parliamo di un’altra Stina Nilsson, una giovane del 2003, dello Skidklubben Bore.
Una omonimia molto particolare, che già un anno fa non era sfuggita all’Expressen, sito svedese, in occasione dei Campionati Nazionali Giovanili di sci di fondo. Allora, la diciassettenne, originaria di Dalarna, attirò l’attenzione dei presenti per il suo nome, venendo immediatamente intervistata dai giornalisti in loco: «Ormai, capisco la reazione della gente – aveva scherzato la ragazza, una giovane alta e bionda – immaginavo che qualche giornalista avrebbe prestato attenzione al mio nome questo weekend. Non posso andare da nessuna parte, senza essere associata a lei. Addirittura avevo pensato anche di passare al biathlon, quando mi sono trasfertita al liceo di Torsby, ma pochi mesi dopo proprio l’altra Stina Nilsson ha fatto la stessa scelta. Insomma, non era più così divertente». Insomma la Stina del 2003 aveva rinunciato al biathlon, scegliendo lo sci di fondo.
Un anno dopo l’Expressen ha incontrato nuovamente la ragazza, in occasione della sprint di sci di fondo dello Smart Energy Drink, a Sollefteå. Nel frattempo, oltre ad aver compiuto 18 anni, la giovane Stina ha avuto un’altra novità da raccontare ai media: «Si (ride, ndr), sono stata qui a Sollefteå qualche settimana fa e ho vinto l’oro nei Campionati Svedesi Giovanili di biathlon».
Alla fine, anche la giovanissima versione di Stina Nilsson ha deciso di investire anche nel biathlon. Insomma sia nella categoria senior che in questa Giovani (2003 – 2004), la Svezia ha una campionessa nazionale di nome Stina Nilsson. «Si allora avevo detto che avrei evitato di fare biathlon – ha ammesso la giovane – ma ho capito che non mi interessa nulla, devo fare quello che ritengo divertente, non mi deve importare di come si chiama qualcun’altra. Ho un ottimo allenatore e mi sono allenata molto. La sera posso anche fare prove di tiro in appartamento, è bello perché nel biathlon ci si può allenare sempre. Almeno anche nel tempo libero posso fare qualcosa di sensato, anziché guardare Netflix».
Stina del 2003 è all’ultimo anno di liceo, ma anche quest’anno proseguirà con la doppia attività, gareggiando sia nel biathlon che nello sci di fondo, anche se ha una preferenza ben chiara: «Se c’è una gara di sci di fondo a Boden e un’altra di biathlon a Mora, probabilmente andrei a Mora. In realtà penso che entrambi gli sport siano divertenti, quindi non ho ancora intenzione di rinunciare a nessuno dei due. Ma spero che dopo possa esserci qualcosa con il biathlon».
La giovane Stina Nilsson aveva ammesso un anno prima che era complicato essere associata sempre all’altra Stina Nilsson, la campionessa olimpica dello sci di fondo, oggi già capace di salire sul podio in Coppa del Mondo anche nel biathlon. Maturando, però, la ragazza ha iniziato a dare meno importanza a questa cosa: «Ma probabilmente devo solo accettarlo. Non è una cosa che posso cambiare, né è una cosa che migliora se ci resto male. Devo solo accettarlo. Sarebbe stato più bello se venissi riconosciuta sempre per la Stina che sono, ma probabilmente sarà sempre così fino a quando non cambierò cognome. Non ho altri cognomi di famiglia, quindi devo trovare qualcuno da sposare».
Ci ha scherzato un po’ su la giovane Stina, che ha vinto il titolo svedese Under 19 nell’individuale. Un successo arrivato in un weekend nel quale erano assenti le quattro convocate agli EYOF di Vuokatti e con una grande prova sugli sci. Al tiro, infatti, la ragazza ha commesso dieci errori, cinque in più rispetto a Thuva Andersson, seconda classificata, mancando cinque bersagli nella prima serie in piedi. Sugli sci ha però dato un distacco di ben 4’20” sulla seconda classificata. Il potenziale è quindi ben evidente e sicuramente questa ragazza è determinata a lavorare tanto al tiro per riuscire a proporsi a ottimi livelli nel biathlon, mettendo da parte con un sorriso quella omonimia, scrivendo la propria storia.