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Sci di fondo

Sci di Fondo – Lampic alla Federazione Slovena: “Per i risultati ottenuti in questi anni, meritiamo delle condizioni migliori”

È l’atleta simbolo dello sci di fondo sloveno, viste le vittorie ottenute negli ultimi anni, guidata dall’allenatore italiano Stefano Saracco. Anamarija Lampic si è tolta tante soddisfazioni vincendo tre gare di Coppa del Mondo e conquistando 14 podi individuali, oltre a una coppa di specialità, un argento (team sprint 2019) e due bronzi mondiali (sprint e team sprint nel 2021). L’ultima stagione è stata però molto complicata per la slovena, non avendo ottenuto quella medaglia olimpica che sognava. A Pechino, Lampic non è riuscita ad agguantare un posto in finale nella sprint, come nella team sprint, complice anche, nell’ultima caso, una Urevc in difficoltà fisiche.

Quanto è accaduto in Cina, però, ha fatto molto riflettere Anamarija Lampic, che alcune settimane fa, prima di partire per le vacanze in Messico, dal quale è tornata ieri, ha voluto lanciare un chiaro messaggio alla federazione slovena, prima di mettersi al lavoro per una stagione importante, che vedrà Planica ospitare il Mondiale di Sci Nordico, nel quale Lampic dovrebbe difendere il bronzo conquistato a Oberstdorf.

A siol.net, la fondista slovena, che compirà 27 anni il prossimo 17 giugno, ha chiesto maggiore professionalità alla sua federazione. Lampic è rimasta particolarmente dispiaciuta dalla mancata vittoria di una medaglia olimpica: «Credo che negli ultimi quattro anni ci siamo preparati davvero tanto. L’anno scorso avevo detto che avrei cercato di fare del mio meglio per essere la migliore alle Olimpiadi di Pechino. Speravo che funzionasse, ma non è andata così. Ho fatto del mio meglio e non posso essere delusa, perché sono consapevole di quello che ho fatto. So quanto sforzo c’è stato, non solo mio, ma anche quello di Bostjan Klavzar e gli sforzi di Stefano Saracco. Ultimo, ma non meno importante, anche da parte di tutta la mia famiglia che mi sostiene, capendo anche la mia esigenza di restare distanti a causa del covid. È importante avere attorno gente che ti supporti e comprenda. Se fosse arrivata una medaglia sarebbe stato tutto più facile, ma non è la fine del mondo, tutti abbiamo fatto del nostro meglio. Quanto accaduto l’ho dimenticato una volta tornata a casa».

Lampic è tornata sulla sprint di Pechino: «Dopo la gara, ci era chiaro che il ritardo era così grande a causa degli sci. Dopo la qualificazione non abbiamo potuto dire nulla perché non si sa, si gareggia da soli. Ma subito dopo i quarti di finale, ho detto immediatamente che non sentivo la giusta velocità sotto gli sci e che mancava qualcosa. Ho davvero fatto di tutto per passare, ho speso molte energie nei quarti di finale. Devo dire che dopo la fine della gara non tutti avevamo la stessa opinione in squadra. In pace, senza discutere, ci siamo seduti, abbiamo riguardato la gara ed era evidente che non avevamo gli sci migliori. Avevamo degli sci normali, ma per gare come queste servono quelli sopra la media. Posso anche aggiungere che quel giorno io stessa non ero al cento per cento, quindi è stata la somma di tutto. Comunque, pure in semifinale ho lottato davvero con tutte le mie forze, ma non è bastato. Dopo la gara non ho parlato degli sci, ma mi sono concentrata solo su me stessa, ammettendo di non essere al cento per cento. In molti mi hanno chiesto come mai non avessi menzionato gli sci, dal momento che era chiaro a tutti che non andavano. Comunque non possiamo tornare in dietro, la medaglia era ovviamente un obiettivo dopo lo scorso anno, non è arrivata ma andiamo avanti. Speriamo che la fortuna sia dalla nostra parte in futuro. Inoltre, devo dire che anche la cancellazione della tappa di Planica non mi ha aiutato, perché sono il tipo di atleta che ha bisogno di gareggiare. Se voglio rendere, il mio motore deve girare (ride, ndr)».

La slovena ha quindi criticato l’organizzazione della sua nazionale, chiedendo maggiore considerazione per lo sci di fondo: «Siamo davvero una piccola squadra e ciò ci fa essere in ritardo. Ad esempio Bostjan Klavzar e Nejc Brodar devono aiutare. Non credo che gli allenatori testino gli sci nelle altre squadre. Alle Olimpiadi, tutti i componenti del team erano in pista a testare. Considerati i risultati che abbiamo ottenuto in passato, dovremmo avere delle condizioni migliori, invece le cose peggiorano ogni anno. Devo chiedere ogni cosa che mi serve, chiedere se posso. Per un livello del genere, lo trovo un po’ triste. Queste sono le piccole cose che fanno la differenza. Non sono una persona che si fa condizionare da queste cose, ma forse restano da qualche parte nella testa. Nelle grandi squadre, l’atleta si allena e il team si occupa di tutto il resto. Da noi, invece, bisogna scrivere un piano per l’intera stagione, prenotare gli hotel, i viaggi. Sono cose che dopo anni si accumulano. Grazie a Dio ho con me Bostjan, perché se non fosse per lui, non sarei dove sono oggi, perché fa molto per me».

Dopo la sprint olimpica, Lampic ha anche dichiarato che in futuro potrebbe decidere di cimentarsi in un’altra disciplina. I media sloveni non hanno compreso, però, quanto lei fosse seria su questa dichiarazione. «Anche mia mamma mi ha chiesto cosa avessi in mente e se andasse tutto bene. Un po’ stavo scherzando, ma c’è del vero dietro a ogni cosa. Non ci ho mai pensato seriamente. Dipende da cosa accadrà in futuro, quali saranno le condizioni».

L’appuntamento di Planica è molto importante per la Slovenia, ma Lampic vuole delle rassicurazioni prima di promettere che ci sarà. «Se sarò a Planica il prossimo anno? Vedremo. A seconda di quale sarà la situazione. Potrei essere in competizione, ma a sorpresa potrei anche non esserci. Lo vedremo a seconda di quali saranno le condizioni di lavoro per la prossima stagione. Dobbiamo concordare prima di Planica se opteremo per la professionalità o il turismo. Ne ho abbastanza di dover risolvere sempre problemi e fare tante richieste in ginocchio, pur essendo ad un livello alto da ormai tanto tempo». 
Sicuramente nelle vacanze in Messico, Lampic avrà avuto l’opportunità di riflettere tanto e ricaricare le batterie in vista di una stagione per lei davvero importante, ma l’augurio è che le sue richieste vengano accolte dalla Slovenia, che non può sprecare la fortuna di avere un’atleta con questo enorme talento.

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