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Sci di fondo

Sci di Fondo – Iversen e Klæbo in coro: “Tutti vogliamo competere con i migliori, ma ciò cade in secondo piano rispetto a quanto accade in Ucraina”

In Norvegia sono ancora in corso i Campionati Nazionali di sci di fondo. Ovviamente per i media locali è l’occasione di parlare con gli atleti e tornare anche sull’esclusione degli atleti russi e bielorussi, una delle tematiche più calde anche in vista della prossima stagione.
Mentre in Ucraina prosegue l’invasione russa, con notizie drammatiche che arrivano ogni giorno, nel mondo dello sport si discute se sia giusto continuare a escludere gli atleti russi dalle competizioni internazionali. Gli sport invernali hanno appena terminato la propria stagione, ma già si guarda al prossimo anno, per capire se la prossima Coppa del Mondo sarà priva di Bolshunov, Nepryaeva e compagni.
In Norvegia, gli stessi atleti non sembrano avere dubbi: se la situazione politica è questa, nessun russo deve prendere parte alle competizioni, anche se oggi non è questa la priorità. In fin dei conti, gli atleti e i dirigenti norvegesi avevano già espresso questa loro opinione alla vigilia delle gare di sci di fondo a Drammen e Holmenkollen.
Dalla Russia sono arrivate numerose accuse alla Norvegia, perché i russi si sentono vittime di un sopruso, orchestrato proprio dai norvegesi che avrebbero avuto peso specifico verso la FIS, anche se in realtà la Federazione Internazionale di Sci ha semplicemente accontentato le richieste arrivare dal CIO.
«È un’idea così stupida che non ha nulla a che fare con la realtà – ha affermato Emil Iversen a VG – in realtà l’assenza dei russi dalla Coppa del Mondo distrugge il nostro prodotto, ma questo viene in secondo piano rispetto a quanto sta accadendo. Finché la Russia sarà gestita così, spero che non la vedremo di nuovo sulle piste. Non finché non ci sono stati cambiamenti lì. Posso giurare che non si tratta di non voler essere battuti. Tutti vogliono competere contro i migliori, ma è molto logico che tutto ciò venga in secondo piano quando c’è la guerra. Ogni giorno che passa ci sono immagini sempre peggiori. È molto facile relazionarsi con la guerra: è completamente, completamente inaccettabile. Sono d’accordo con tutte le organizzazioni sportive e i paesi che sono stati chiari nell’inviare il loro segnale. Spero che non li vedremo nello sport internazionale fino a quando non saranno avvenuti grandi cambiamenti. Se ho parlato con atleti russi? Conosco alcuni di loro, ma parliamo molto poco e non l’ho fatto ultimamente».

Anche Klæbo ha ammesso di non aver avuto dialoghi recenti con atleti russi, anche perché molti di loro non parlano inglese: «Non ho mai avuto così tanti contatti con loro e non li ho nemmeno avuti ora. Cosa ho pensato quando ho visto Bolshunov nell’evento di propaganda di Putin? Cosa posso dire, non penso nulla, è una situazione particolare. Posso solo dire che la decisione presa (di escludere i russi, ndr) è stata giusta. Poi vedremo dove andremo a finire. Se anche noi ci chiediamo cosa accadrà con gli sciatori russi? Allo stato attuale la situazione in Ucraina è sicuramente peggiore e più importante rispetto ai nomi degli atleti che affronteremo il prosismo inverno. Poi ovviamente è una domanda che ci porremo, ma finora non ho pensato ad altro se non al fatto che ritengo che la situazione in Ucraina sia terribile».

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