Unitasi ai combattenti ribelli all’età di 14 anni, Mira Rai è cresciuta diventando una delle migliori ultrarunner al mondo, mentore per tutte le giovani nepalesi. Questa è la sua storia.
La lunga strada verso il successo
La ex bambina-soldato nepalese Mira Rai si è allenata per anni da sola ogni mattina e oggi, cresciuta fino a diventare una delle ultra-runner più forti al mondo, fa da guida ad altre giovani donne nella speranza che, grazie allo sport, possano trovare aiuto ed emancipazione da povertà e discriminazione.
Mira Rai, figlia di un umile contadino del Nepal orientale, è emersa come un prodigio del trail running nel 2014, affermandosi al debutto in una corsa in salita di 50 km nella capitale Kathmandu e diventando inoltre la beniamina degli scommettitori che, utilizzando siti come Bonusfinder Italia, continuano a sostenerla e a puntare su di lei in ogni competizione.
Appena un anno dopo ha conquistato la vittoria nella gara di 80 km del Mont Blanc Ultra-Trail a Chamonix, seconda donna nella Skyrunner World Series, potendo così contare su numerose sponsorizzazioni, tra cui quella del produttore sportivo francese Salomon.
La vittoria nella Ben Nevis Ultra di 120 km in Scozia nel 2017, quando è stata nominata National Geographic People’s Choice Adventurer of the Year per aver difeso le donne nello sport, è stata la più importante tra le tante gare che ha conquistato in giro per il Mondo in quello stesso anno.
Le iniziative della giovane atleta
Proprio nel 2017 Mira Rai avvia l’iniziativa che porta il suo nome per la formazione di giovani provenienti come lei da ambienti poveri.
Mira ha dichiarato di essere riuscita a salvarsi solo grazie al supporto ricevuto e proprio per questo desidera dedicarsi ad aiutare altre ragazze che come lei hanno bisogno di aiuto per inseguire il proprio sogno sportivo e non soccombere ai problemi della dura vita nepalese.
In un Paese come il Nepal tradizionalmente patriarcale, la professione di runner è una scelta osteggiata e difficilmente sostenibile per tutte le ragazze, soprattutto nelle comunità rurali, anche se crescono correndo su e giù per le colline per andare a scuola o per prendere l’acqua. La tradizione le vuole solo mogli e madri, attente al focolare domestico e ai bisogni degli uomini.
Dati aggiornati al 2016 attestano che nella nazione himalayana circa il 50% delle donne di età compresa tra i 25 e i 49 anni si sono sposate entro il 18° compleanno, mentre meno di un quarto di esse partecipa alla forza lavoro, spesso per problemi connessi all’estrema povertà delle famiglie di appartenenza.
Ancora dalla viva voce di Mira Rai:“Non è facile praticare sport come donna, ma le ragazze devono essere autorizzate, altrimenti il loro potenziale verrà facilmente sprecato e vivranno una vita nell’anonimato".
Tra le sue prime allieve, Sunmaya Budha stava per avere un matrimonio combinato ancora adolescente, ma è riuscita a convincere i suoi genitori a ritardare la cerimonia.
Correva già in segreto prima di essere ammessa agli allenamenti condotti da Rai e, a dicembre, ha battuto il suo allenatore classificandosi al secondo posto in una gara di 110 km, l’UTMB World Series Event in Thailandia. "La mia vittoria è anche sua", ha detto Budha, ancora celibe a 23 anni, aggiungendo "Mira ci ha aperto le porte".
Raggiunti i 33 anni e interrotta l’attività agonistica la pioniera si è concentrata sull’allenamento, finanziata dalla sezione di Hong Kong del gruppo comunitario Asia Trail Girls, che seleziona ragazze con potenziale provenienti da tutto il Nepal per un programma di nove mesi a Kathmandu. A queste giovani viene fornita una completa dotazione sportiva e vengono impartite lezioni di inglese, su come parlare in pubblico e gestire i social media, con la possibilità di ricevere facoltativamente formazione come guida turistica.