La stagione 2021/22 ha mostrato che il biathlon norvegese sta diventando sempre più competitivo e dominante. Al di là dei successi di Fillon Maillet e le difficoltà avute da Johannes Bø in Coppa del Mondo, la Norvegia ha raccolto tantissimo in campo maschile, non soltanto grazie al suo fuoriclasse ai Giochi Olimpici.
Infatti, ai quattro big Johannes Thingnes Bø, Tarjei Bø, Sturla Holm Lægreid e Vetle Christiansen, si sono aggiunti almeno Filip Fjeld Andersen e Sivert Bakken, quest’ultimo addirittura vincitore della sua prima gara in Coppa del Mondo e della coppa di specialità mass start. Non male per un atleta che alle Olimpiadi non aveva nemmeno trovato spazio.
Ancora più clamorosi e pesanti sono i nomi degli atleti che sono rimasti fuori per buona parte della Coppa del Mondo: Erlend Bjøntegaard e Johannes Dale.
Il primo è apparso indietro già nelle gare di Sjusjøen, finendo in IBU Cup, che ha ovviamente vinto, guadagnandosi così il pettorale per le gare di Oslo Holmenkollen, da lui chiuse con tre top venti: 17°, 13° e 18°. Un atleta che sarebbe confermato nella squadra A di qualsiasi nazionale al mondo, tranne quella norvegese.
«Durante le Olimpiadi, a Vetle è stato chiesto com’era sbagliare i primi due colpi in una serie a terra dell’individuale. Lui ha risposto che è un po’ come essere licenziato all’inizio della giornata, e doverla finire comunque. Quando il mio sogno olimpico è andato in frantumi, ho anche capito che il posto in nazionale sarebbe sfumato dopo questa stagione. Insomma, mi è sembrato di essere licenziato all’inizio della stagione e di doverla comunque concludere. È una sensazione piuttosto complicata» ha raccontato Bjøntegaard ai media norvegesi.
«Lo sport non è sempre giusto – ha ammesso Bjøntegaard – ma penso che le convocazioni e le scelte siano state giuste. Ciò che è frustrante per me è che mi sento abbastanza bene per andare, ma quando gli altri stanno andando così bene, chi posso mettere fuori? Pertanto, non ho nulla da dire, sarebbe stato quasi meglio se ci fosse qualcosa di cui lamentarsi. Per entrare nella squadra maschile credo che dovrebbero amputarsi un piede altri quattro o cinque uomini».
Parole che fanno pensare a un ritiro, ma il norvegese potrebbe avere una motivazione per andare avanti, in quanto ha già vinto il pettorale per la tappa di apertura della prossima stagione grazie al successo in IBU Cup. «Ad oggi, sono l’unico atleta norvegese che ha un posto lì. Resta da vedere se posso farlo con la pancia e una cattiva forma o se mi allenerò al meglio, ma voglio soprattutto essere allenato al meglio e lottare per andare in Coppa del Mondo per tutta la stagione. Per me, non si tratta solo di farlo (continuare, ndr) solo per il gusto di farlo. Voglio competere ai massimi livelli. L’avere un pettorale per la prima tappa aiuta enormemente a motivare e a mettere in piedi un programma. Ho detto che finirò la stagione e poi prenderò una decisione. Devo scoprire cosa significa investire su se stessi stando fuori dalla nazionale».
Insomma fuori Bjøntegaard restano presumibilmente tre atleti per due posti: Johannes Dale, Filip Fjeld Andersen e Sivert Guttorm Bakken.
Dale ha dalla sua parte l’essere stato uno dei migliori biatleti al mondo lo scorso inverno, con il quinto posto assoluto nella Coppa del Mondo e due medaglie individuali ai Mondiali. Questo inverno, tuttavia è stato rapidamente spostato in IBU Cup dove ha continuato a soffrire, e quando la rotta alla fine si è invertita e ha ottenuto la sua prima vittoria, si è ammalato di covid e ha perso la settimana di Holmenkollen.
Filip Fjeld Andersen e Sivert Guttorm Bakken provengono entrambi dalla squadra di reclutamento e partecipano regolarmente alla Coppa del Mondo da dicembre. Entrambi sono andati anche alle Olimpiadi come riserve e ottenuto ottimi risultati in Coppa del Mondo. Nell’ultimo weekend Bakken ha addirittura vinto la mass start e la coppa di specialità.
Andersen crede di meritare la squadra A: «Sento di aver gareggiato abbastanza bene da meritare un posto lì, sì. Quindi incrocio le dita. Per il momento non abbiamo ricevuto alcun messaggio. Probabilmente passeranno un po’ di tempo a valutare i pro e i contro. Se non dovessi essere selezionato non mi arrabbierei, ma devo ammettere che resterei deluso. Ma qui è normale: in ogni convocazione c’è chi è deluso e altri che bussano alla porta. Ciò è positivo, mostra quanto sia alto il livello nel biathlon maschile norvegese».
Sivert Guttorm Bakken non ha invece risposto alla domanda, affermando che si augura di avere questa opportunità ma che anche gli altri sono bravi.
A TV2, Dale aveva detto la sua sull’argomento prima di risultare positivo al Covid: «È naturale che veda minacciato il mio posto in nazionale. I migliori sono nella squadra d’élite e non sono stato il migliore quest’inverno. Ma allo stesso tempo sento di essere stato molto stabile nei due o tre anni precedenti, e di aver ottenuto ottimi risultati da quando ero piuttosto giovane. La scorsa stagione ho vinto in Coppa del Mondo, conquistato medaglie mondiali e così via. Mi auguro di avere un’altra possibilità. Ovviamente non è possibile continuare come ho fatto quest’anno per molti anni, ma è necessario che si possa avere un brutto anno». Sarà così? La vittoria di Bakken ha probabilmente cambiato tutto e forse, oggi, la corsa è a due per un solo posto: Andersen o Dale? Sicuramente problemi che tutte le nazionali vorrebbero avere.