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Biathlon – L’allenatore Daniele Piller Roner parla della nazionale giovanile dopo i successi di Soldier Hollow

Dal viaggio al seguito della nazionale juniores e giovani nel Mondiale di Soldier Hollow a quello verso la più vicina Finlandia per gli EYOF, passando anche per i Campionati Italiani Giovanili di Anterselva. È una fase conclusiva della stagione molto impegnativa per Daniele Piller Roner, allenatore della nazionale italiana Juniores e Giovani insieme a Pietro Dutto, Samantha Plafoni e Aline Noro, sotto la supervisione del responsabile Francesco Semenzato.

A Fondo Italia, il tecnico del Centro Sportivo Esercito ha parlato del Mondiale Giovanile, nel corso del quale venne inquadrato esultante al poligono dopo l’ultima serie di Auchentaller nella staffetta femminile juniores, ma anche del prossimo evento in programma in Finlandia.

Buon pomeriggio Piller Roner. È già in Finlandia al seguito della delegazione azzurra degli EYOF, ma sono ancora vive le emozioni del Mondiale di Soldier Hollow. Si aspettava di tornare a casa con un bottino tanto ricco?
«Certamente avevamo delle aspettative alte perché tutti avevano mostrato delle belle cose. Avevamo Sara Scattolo leader di IBU Cup Junior pur essendo nella categoria Youth, mentre non avevo visto gareggiare di persona quest’anno tutti gli junior, ma sapevo che avevano ottenuto buonissimi risultati in IBU Cup, tanto da meritare, alcune atlete, anche la convocazione in Coppa del Mondo. C’erano delle belle aspettative, ma eravamo anche consapevoli che il livello generale fosse altissimo, soprattutto nella categoria junior, gente proveniente direttamente dall’Olimpiade di Pechino. Siamo partiti un po’ con il freno a mano tirato, anche a causa della quota, essendo arrivati dopo gli altri. Dopo la fatica iniziale, il gruppo si è ripreso e abbiamo vissuto emozioni fortissime, come si è visto anche in tv dalla mia esultanza nel corso della staffetta junior femminile. È stato bello che tutti i quattordici componenti della squadra siano tornati a casa con almeno una medaglia, cosa che non so se fosse mai accaduta in precedenza. Di questo, ci tengo a ringraziare anche coloro che negli anni precedenti hanno allenato questi atleti, come Mirco (Romanin, ndr), Fabio (Cianciana, ndr) ed Edoardo (Mezzaro, ndr), che hanno avviato questo lavoro. Ringrazio lo staff di quest’anno, gli skiman Quinz e Marchesin, e personalmente anche il CS Esercito che mi dà l’opportunità di svolgere al meglio questo lavoro».

I convocati della categoria Juniores si erano allenati con la Squadra B. Siete riusciti subito a entrare in sintonia con loro, pur non essendo i tecnici di riferimento?
«Certamente. Al di là che conosciamo già da anni atlete e atleti di quel gruppo, quindi non era difficile gestirli. Per quanto riguarda le ragazze, poi, Samantha e Aline hanno avuto la possibilità di conoscerle bene. Si è creato un bellissimo clima, che si è rivelato essere un’arma fondamentale. Inoltre, bisogna anche sottolineare che nel sistema voluto dalla direzione agonistica si lavora seguendo una linea comune dal basso all’alto».

È stato bello vedere le juniores festeggiare sotto il podio il successo in staffetta delle giovani e viceversa.
«All’interno del gruppo c’era un’atmosfera positiva che si è creata in modo autonomo negli anni. Lo spirito è di aiutarsi a vicenda, non c’è rivalità all’interno del team, ma si vince o perde tutti assieme, atleti e tecnici».

Nel corso del Mondiale è anche arrivata la vittoria della classifica generale di IBU Cup Junior da parte di Sara Scattolo.
«Questo è stato un successo inaspettato, in quanto la sua rivale alla classifica generale aveva tutte le gare mondiali per superarla, mentre lei non poteva gareggiare con le junior essendo youth. È stato bellissimo vederla alzare la coppa, perché è una ragazza in gamba, che ci crede e ha la testa sulle spalle. Da allenatore sono stato molto soddisfatto, perché ho visto che è stato fatto un bel lavoro».

Al Mondiale, ovviamente, non hanno preso parte tutti i componenti del gruppo juniores e giovani. Quanto è stato difficile comunicare agli atleti esclusi, che non avrebbero preso parte alla competizione?
«Innanzitutto parliamo sempre di giovani, che devono crescere. Queste esclusioni fanno parte di una stagione e, guardando più in là, di una carriera. Si può imparare tanto anche dalle sconfitte e le mancate convocazioni, anzi a volte queste ultime sono ancora più importanti delle vittorie. Una mancata qualificazione non significa che tutto il lavoro fatto sia da buttare, ma che bisogna rialzarsi e lavorare ancora di più. Ovviamente, dal punto di vista umano, è difficile per noi tecnici dire a qualcuno che non lo portiamo, anche se abbiamo incontrato degli atleti molto maturi».

Molto significativa è stata la convocazione di Christoph Pircher, che partiva dal Comitato, non facendo parte della nazionale. Può essere un segnale positivo anche per gli altri giovani che sono fuori dalla nazionale?
«Assolutamente si, perché le porte sono aperte a tutti, in quanto ai grandi eventi vanno coloro che meritano di più e sono in una forma migliore. La convocazione non riguarda solo coloro che fanno parte della nazionale, ma tutti i giovani».

Ora spazio agli EYOF. Ho notato che vi sono alcuni reduci del Mondiale di Soldier Hollow, ma anche nuovi inserimenti.
«Avremo un contingente ridotto rispetto al Mondiale, appena quattro atleti per genere. Sarà una nuova esperienza per questi atleti, utile a crescere. Per le convocazioni abbiamo tenuto conto della graduatoria della Coppa Italia, convocando i primi due rispettivamente tra i 2003 e i 2004. Volevamo lanciare a tutti il segnale che la Coppa Italia è importante, valorizzare una competizione che riteniamo molto competitiva per i nostri giovani».

Da friulano è emozionato pensando che il prossimo anno gli EYOF si svolgeranno nella sua regione?
«Certamente. È anche un motivo in più per capire come sono organizzati in Finlandia e vengono gestite le cose. Dai siti e i vari account social degli organizzatori di EYOF 2023, vedo che ci tengono tutti molto, la nostra regione sta investendo tanto nelle strutture. Questo mi fa piacere, perché la buona riuscita della manifestazione sarà un bellissimo stimolo per tutto il movimento».

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