Mentre la stagione di salto con gli sci (maschile), sci alpino, biathlon ed altre discipline invernali si sta concludendo come da calendario, quella dello sci di fondo è già terminata. Ancora una volta, questa storica disciplina si è confermata in grande difficoltà dal punto di vista dirigenziale e organizzativo.
Rispetto al calendario originale sono state addirittura otto le gare in meno, per ben 850 punti possibili che sono andati persi, in quanto l’ultima tappa, quella di Tyumen, era una finale, quindi, oltre a 50 punti per gara, metteva anche in palio i 200 per la vittoria del mini tour. Ennesima stagione falsata e anche questa volta non dovrebbero esserci scuse. Vero, la pandemia, ma con quella stanno combattendo anche le altre discipline, oppure la guerra che ha costretto a cancellare la tappa di Tyumen, ma possibile che lo sci di fondo non riesca mai a trovare delle località alternative?
Soltanto il salto con gli sci femminile può lamentare le stesse difficoltà, in quanto rispetto al programma iniziale si sono disputate ben otto competizioni in meno. Il confronto con le altre discipline è però imbarazzante, in particolare con il salto con gli sci maschile. In quel caso, rispetto al calendario originale, sono saltate tre gare, ma tutte sono state poi recuperate in altre località. Perché non è mai possibile farlo nello sci di fondo? Ogni volta, alla vigilia della stagione, si parla di piano A, piano B e piano C, ma nei fatti esiste solo un piano A che se non va a buon fine porta sempre alla cancellazione delle competizioni.
Senza dimenticare anche i problemi che vengono provocati agli stessi atleti. La tappa francese di Les Rousses sarebbe stata utile a molte squadre per fare le prove generali in vista di Pechino e ad altre per scegliere gli ultimi convocati. Il massimo si è raggiunto con Planica, dove è stata cancellata la tappa di Coppa del Mondo, ma la settimana successiva, nella non distante Pokljuka, si sono svolti gli Europei Juniores di biathlon e, ancora peggio, proprio a Planica si è poi regolarmente disputata la tappa della Opa Cup di sci di fondo. Su Tyumen, capiamo che la situazione contingente abbia provocato anche un problema in parte morale, in quanto gli atleti russi, sospesi, avrebbero avuto uno svantaggio enorme e Nepryaeva scippata della Coppa del Mondo senza poter lottare. Ma non crediamo che le gare non siano state recuperate per questo motivo.
Non è però accettabile che siano saltate ben 8 gare delle 23 gare in calendario! Non dimentichiamoci poi delle altre difficoltà avute, come i tanti atleti che non sono partiti a Ruka, perché a loro dire faceva troppo freddo per gareggiare, oppure l’impossibilità di far disputare lo skiathlon a Lillehammer, sostituito con una individuale da 10 e 15 km a skating, non dando agli atleti l’opportunità di disputare alcuna gara in questo format prima delle Olimpiadi.
La ciliegina sulla torta è l’umiliazione della 50 km olimpica, la gara più amata dagli appassionati. A causa del maltempo si è deciso di disputare la competizione su appena 28,4 km, addirittura una distanza più breve rispetto alla 30 km femminile. Il biathlon ha stravolto il suo calendario olimpico, ma è riuscito a portarlo a termine senza modificare i suoi format, solo lo sci di fondo non ci è riuscito.
La FIS, ma soprattutto i dirigenti e le singole nazioni, devono iniziare a lavorare per rilanciare questa splendida disciplina, valorizzarla. Non è possibile far disputare lo skiathlon alle Olimpiadi e ai Mondiali, per poi non vederlo in Coppa del Mondo, oppure prevederlo in calendario in una sola occasione. Se non si crede nel format, allora lo si tolga. Come è possibile disputare una sola team sprint prima delle Olimpiadi, da far svolgere per altro su una pista come quella di Dresda, totalmente inutile per fare valutazioni in ottica olimpica o iridata? Perché in Coppa del Mondo la staffetta maschile prevede frazioni di 7,5 km, mentre alle Olimpiadi o ai Mondiali sono da 10 km? Senza dimenticare i cambiamenti all’ultimo secondo, come accaduto in occasione della team sprint mista, quando al via era prevista una squadra per nazione. Argomento che abbiamo già approfondito.
E che dire di un prodotto non valorizzato? Si è avuta, per esempio, la bella idea di assegnare punti per la qualificazione alla sprint. Ottimo, ma se si vuole dare un senso e invitare la gente a guardarla, bisogna anche capire che forse la grafica andrebbe cambiata e modernizzata. L’esempio? La Formula 1! Perché non mettere sulla sinistra dello schermo i tempi dei primi trenta in tempo reale, aggiornandoli di continuo? Inserire anche degli intermedi da rendere visibili. Così com’è, non c’è motivo di stare davanti alla tv, basta guardare il live dei tempi sul web, visto che senza di esso non si ha un’idea chiara di chi è qualificato. Ma questo è solo un piccolo esempio.
La FIS ha cambiato presidenza, Johan Eliasch è stato eletto la scorsa primavera e sicuramente ha osservato la situazione nel corso della stagione. La speranza è che oltre allo sci alpino abbia seguito con grande attenzione anche lo sci di fondo, perché inizia un quadriennio che potrebbe diventare decisivo per permettere a questo splendido sport di non avere un crollo definitivo e vivere, anziché sopravvivere.