La stagione 2021/22 è stata molto importante e dura per Linda Zingerle. La giovane altoatesina delle Fiamme Gialle, classe 2002, si è allenata per la prima volta con la squadra B, con carichi e obiettivi diversi, ma soprattutto ha vissuto un anno intero nel circuito internazionale, facendo numerosi viaggi. Esperienze nuove, importanti e difficili, alle quali non era abituata ma che fanno parte del percorso di un’atleta verso l’obiettivo: la Coppa del Mondo.
L’azzurra si è anche tolta qualche soddisfazione, vincendo addirittura una super sprint di IBU Cup e facendo il suo esordio in Coppa del Mondo, seguita al cannocchiale da suo papà Andreas Zingerle. «E stato un anno duro – ha raccontato Linda a Fondo Italia nel corso del weekend di gare in Val Ridanna – sono stata inserita in squadra B e ciò ha rappresentato un cambiamento importante. Ovviamente ho avuto diverse difficoltà nell’allenarmi con atlete più grandi e mature di me, anche perché l’obiettivo di tutte era la convocazione in Coppa del Mondo. Pure l’impatto con l’IBU Cup non è stato semplicissimo, ho trovato un livello più alto, in particolare sono state difficili le prime gare. Sono però riuscita a non buttarmi giù, mantenere le motivazioni alte e sono riuscita a disputare anche delle belle gare. A febbraio, purtroppo, ho iniziato nuovamente ad avere qualche problema di troppo al poligono, che come si è visto anche qui a Ridanna devo risolvere».
In particolare sono stati i tanti viaggi la sfida più grande per Linda Zingerle: «Si, ho viaggiato veramente tanto, non ero abituata a farlo ed è stato davvero difficile per me riuscire a trovare subito il giusto equilibrio, stare tanto lontano da casa. È stata però una nuova esperienza, sicuramente molto importante, perché ho molto da imparare».
La stagione si è però conclusa con il bellissimo oro nella staffetta femminile dei Mondiali Juniores di Soldier Hollow, arrivata ancora con Passler e Auchentaller, alle quali si è aggiunta, rispetto all’argento Youth, Beatrice Trabucchi. Zingerle è stata splendida nella sua frazione, forse la miglior prova della sua stagione: «È stata una bellissima gara, non so come ho fatto in quella serie in piedi, è andata veramente bene (ride, ndr). Tutte noi abbiamo disputato una grande gara. Alla fine, credo che la medaglia in staffetta sia ancora più bella rispetto a quella individuale. Una vittoria del genere dà tante motivazioni, ci fa capire che siamo una squadra forte e possiamo ottenere dei risultati importanti. Dobbiamo crederci, lavorare e crescere».
Inevitabile poi chiederle della decisione di suo papà Andreas, di lasciare la guida della nazionale azzurra di biathlon dopo tanti anni da protagonista, prima da atleta e successivamente da tecnico. «Ovviamente noi in famiglia già lo sapevamo da tempo. Mio papà ha dato tanto al biathlon italiano. In questo momento non ho parole per parlare di lui (si ferma, emozionata, ndr) ha fatto così tanto per l’Italia e, anche per il futuro, ha messo delle basi importanti per il nostro biathlon. È stato un grande allenatore. Anche noi che siamo giovani e dobbiamo fare ancora esperienza abbiamo imparato tanto da lui».