Ha concluso la sua stagione ottenendo in Val Ridanna i suoi due migliori piazzamenti in IBU Cup. Nella sprint di giovedì Michele Molinari ha terminato al decimo posto per poi migliorarsi già sabato chiudendo nono. Un bel modo di mettere fine a una stagione internazionale nella quale il valtellinese del CS Carabinieri ha mostrato notevoli progressi sia sugli sci che al tiro. Un ragazzo sereno e motivato, sempre più convinto nei suoi mezzi, come ci siamo accorti già prima delle gare parlando con lui a microfoni spenti alla vigilia della sprint. "Moli" è consapevole dei propri mezzi, ma ha anche imparato ad affrontare le gare con la giusta serenità, senza mettersi eccessive pressioni, consapevole del lavoro svolto. Ne abbiamo poi riparlato insieme, questa volta a “registratore accesso”, dopo le due top ten in Val Ridanna.
Ciao Michele, complimenti per aver ottenuto queste due top ten in Val Ridanna. Ti saresti aspettato dei risultati simili nel finale di stagione?
«Non pensavo di andare così bene, perché tornati dagli Stati Uniti ho faticato a recuperare bene dal fuso orario e ho dormito poco nelle notti che hanno preceduto il weekend della Val Ridanna. Per quanto riguarda le competizioni, a terra ho provato a osare un po’ in allenamento e l’ho riproposto in gara. Ci sono riuscito e sono felice di questo».
Cosa ti lasciato il Mondiale?
«È stata bella esperienza. Tranne l’individuale, sono soddisfatto di come ho corso le altre due gare singole. Poi è arrivato quell’argento in staffetta, che è qualcosa di veramente bello. Già alla vigilia sapevamo di poter fare bene. Io, Iacopo (Leonesio, ndr) e David (Zingerle, ndr) eravamo all’ultima esperienza in un Mondiale giovanile, e ci siamo detti di chiudere questo periodo della nostra carriera con una bella soddisfazione. Ci credevamo ed è arrivato questo argento. Abbiamo così chiuso il cerchio della nostra carriera giovanile, per la quale dobbiamo dare merito ai nostri allenatori, alle famiglie che ci sono state dietro, ai nostri gruppi sportivi, nel mio caso il CS Carabinieri che mi permette di portare avanti la mia carriera. Infine i nostri sci club, nel mio caso lo Sci Club Alta Valtellina, dove ho mosso i primi passi. Ovviamente ringrazio la mia famiglia, la mia ragazza e Bormio Terme che crede in me».
Quest’anno hai dato l’impressione di aver lavorato già su ciò che verrà in futuro, preparandoti alla prossima stagione, quando sarai uscito dalle categorie giovanili. Si sono visti progressi.
«Si, sono soddisfatto. Diciamo che ottenere dei risultati a livello giovanile è sempre bello, ma è ancora più importante, come avvenuto nell’ultimo inverno, fare molta esperienza nel circuito di IBU Cup. Ciò mi ha aiutato tanto, perché correndo in gara con nazioni come la Norvegia, che è un esempio da seguire, impari tantissimo su diversi aspetti, come la gestione della gara e tanti piccoli particolari che ti aiutano a crescere. Sono più che soddisfatto di aver fatto questo percorso in stagione a livello di IBU Cup, perché mi ha portato tanta esperienza».
Cosa è significato gareggiare con atleti del calibro di Dale e Bjøntegaard, che in passato vedevi in tv?
«Il livello dell’IBU Cup quest’anno era veramente alto, se si considera che ragazzi norvegesi, che hanno vinto in IBU Cup, si sono poi comportanti molto bene anche in Coppa del Mondo. Il fatto che gli juniores norvegesi in gara in IBU Cup a Orsblie, fossero poi al via dei Mondiali negli USA, significa che c’è un bel livello in più categorie. Ciò aiuta a crescere».
Mi sembri molto entusiasta di questa stagione. Quanto è importante chiudere l’anno con maggiori certezze e la consapevolezza che il lavoro fatto sta pagando?
«I risultati aiutano a crescere. Sono molto soddisfatto perché d’estate lavoriamo veramente tanto e ci sono tante persone che fanno sacrifici per noi e d’inverno vogliamo raccogliere i frutti. L’appetito poi vien mangiando, una buona prestazione tira l’altra e quando si va in fiducia poi viene tutto semplice».
Per arrivare un giorno ad esordire e stabilirti in Coppa del Mondo su quali aspetti devi migliorare?
«Sicuramente arrivare in Coppa del Mondo e in futuro partecipare alle Olimpiadi è il sogno di ogni atleta. Per arrivarci bisogna lavorare quotidianamente, non basta una sola stagione, ma più anni di preparazione ad un certo livello, per permetterti di fare quel salto in più che piano piano ti porta in Coppa del Mondo. Per me c’è ancora da crescere sia al tiro che sugli sci, devo farlo un passo alla volta e quando sarò pronto sarò veramente felice di fare l’esordio in Coppa del Mondo, se arriverà».
Una bella stagione per voi valtellinesi del biathlon, visto anche quanto fatto da Bormolini in Coppa del Mondo.
«Sono contento, perché alla fine in Valtellina siamo pochi, ma vedo tanti ragazzi entusiasti di provare il biathlon. Sarei felice di unirmi a Thomas nel diventare in qualche modo un trascinatore del gruppo dei giovani valtellinesi nel biathlon. Poi con Thomas, appena c’è la possibilità di confronto a casa, la colgo immediatamente, perché lui è un grande atleta, che ha imparato tanto in passato da De Lorenzi, il mio primo allenatore. Io ora cerco di imparare da lui e ricordarmi sempre i consigli di De Lorenzi».