Richard Jouve ha fatto la storia, vincendo la sprint in tecnica classica di Falun e la coppa di specialità, primo francese a conquistare una coppa di cristallo nella storia dello sci di fondo. Un risultato straordinario per il francese, alla seconda vittoria in Coppa del Mondo. Certo, era assente Klæbo e ciò ha inciso, dal momento che al norvegese sarebbero bastati appena sei punti in due gare per vincere il titolo. Quanto fatto però dal francese è stato di altissimo livello, in particolare nei quarti di finale quando sull’ultima salita, con qualche problema di tenuta, Jouve è caduto a terra, scendendo all’ultimo posto. Il francese non si è però arreso, da sesto ha iniziato a risalire, recuperare metri, all’inizio del rettilineo finale era ancora quinto, ma è riuscito a tirare fuori un’accelerazione a dir poco spaventosa con le sue spinte, al punto da chiudere addirittura secondo nella batteria più veloce.
Superato questo rischio, in semifinale Jouve si è messo in testa fin dall’inizio con il compagno di squadra Chanavat a fargli da scudiero. Lo stesso è poi accaduto in finale, con Jouve subito davanti a tirare, seguito sempre da un ottimo Pellegrino, che ha cercato di tenerne le code fino alla fine, come Wiig, mentre Chanavat è stato sempre alla larga, attento e solo nel finale ha cercato di risalire facendo da scudiero al compagno di squadra. Sul rettilineo finale Jouve ha fatto andare i cavalli con le sue poderose spinte, tagliando il traguardo con un grande urlo per festeggiare un successo storico. Alle sue spalle un bravissimo Mäki, capace con un ottimo finale di prendersi anche il secondo posto di un soffio su Chanavat, che ha però gareggiato sempre e solo per il compagno. Quinto un bravissimo Pellegrino, che si è battuto fino all’ultimo per il podio, pagando qualcosa nel lungo rettilineo finale tutto a spinta. L’azzurro ha chiuso bene la sua stagione, nella quale ancora una volta ha vinto ciò che doveva e voleva: la medaglia olimpica. La sua capacità di preparare il grande evento non ha eguali. Non a caso dal 2014/15 a oggi, in otto stagioni, Pellegrino ha sempre vinto almeno una medaglia o una coppa di specialità, tranne la stagione 2019/20. Il poliziotto valdostano è stato anche il primo a complimentarsi con Jouve, in un ipotetico passaggio di consegne, dal momento che proprio Pellegrino era stato fino ad oggi l’unico atleta non scandinavo a vincere la coppa di specialità sprint.
La gara ha detto tanto anche nei turni precedenti. In semifinale grande beffa per Jules Chappaz, che stava disputando un’ottima semifinale, aveva guadagnato qualche metro su Pellegrino e Hjelmeset, ma sull’ultima curva della discesa è finito a terra. Un vero peccato. Bravissimo nell’occasione Hjelmeset a evitare clamorosamente la collisione e prendersi così la qualificazione con Pellegrino. Peccato per il giovane francese, talento assoluto, fermato da qualche infortunio di troppo. Oggi ha però dimostrato il suo valore ed è solo destinato a crescere nelle sprint e nelle distance. Da seguire con attenzione, perché i francesi di talenti ne hanno proprio tanti. Out anche Svensson e Halfvarsson, così la finale maschile è stata priva di svedesi.
La prima grande sorpresa di giornata è stata l’eliminazione del cinese Wang, finito addirittura due volte a terra in salita con un doppio contatto, prima con l’austriaco Föttinger e successivamente con Hakola. Wang ha dato tutto per recuperare, anche se la distanza era maggiore rispetto a quella avuta in precedenza da Jouve. Così nel tratto finale è risalito fino al quarto posto. Non abbastanza per la qualificazione alla semifinale. Fuori altri atleti che avevano ben impressionato in qualificazione, come Tefre e Gisselman, ma anche Anton Persson, che come previsto nulla ha potuto con Chanavat e Pellegrino.
Eliminati nei quarti di finale Simone Mocellini e Francesco De Fabiani. Bellissima la prestazione del trentino, che come tutti gli azzurri ha avuto qualche problema in salita, ma è stato sveglio a sfruttare al meglio anche la condotta di gara dei suoi avversari e battersi fino all’ultimo, chiudendo in un’ottima quarta posizione. Non abbastanza per arrivare in semifinale, ma molto importante per il giovane azzurro, capace di chiudere in una splendida 19ª posizione. Non male per un giovane che ha superato per la prima volta il taglio della qualificazione. Una bella iniezione di fiducia per lui e anche per gli altri giovani sprinter azzurri.
Ha provato a lottare ma nulla ha potuto Francesco De Fabiani, giunto sesto in quella che è stata la batteria più veloce dell’intero lotto, proprio con Jouve. L’azzurro ha faticato nei tratti di salita, ma è rimasto agganciato ai migliori quasi fino alla fine. Per lui 27ª posizione finale.
LA CLASSIFICA FINALE TOP 10
1° R. Jouve (FRA)
2° J. Maki (FIN)
3° L. Chanavat (FRA)
4° S. Wiig (NOR)
5° F. Pellegrino (ITA)
6° L.A. Hjelmeset (NOR)
7° O. Svensson (SWE)
8° J. Brugger (GER)
9° C. Halfvarsson (SWE)
10° L. Vuorinen (FIN)
Gli altri italiani:
19° S. Mocellini
27° F. De Fabiani
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