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Biathlon – Martina Trabucchi: “Inutile rammaricarsi per la prima parte di stagione, so su cosa lavorare”

Il finale di stagione sta sorridendo a Martina Trabucchi. La valdostana del CS Esercito è stata la migliore italiana nella gara casalinga di Ridanna, concludendo al 12° posto con un doppio zero. Un risultato positivo, anche perché conferma il già bel nono posto della scorsa settimana nella sprint di Lenzerheide.

Prestazioni che fanno felice una Martina Trabucchi che, fino a poche settimane fa, era molto dispiaciuta per l’andamento della sua stagione. «È un risultato tanto importante per me, anche perché in carriera non ho fatto tanti doppio zero. Sono contenta del tiro e per una forma sicuramente migliore sugli sci rispetto all’inizio della stagione».

L’alpina del 2002 ha anche apprezzato la preparazione del tracciato della Val Ridanna: «La neve, nonostante il caldo, era bella dura, non è “pappa” come capita solitamente a queste temperature. In ogni caso la pista è dura, con tanti saliscendi, quindi nel finale di stagione si sente la stanchezza».

A stagione quasi conclusa è tempo già di bilanci. La giovane valdostana non ha paura nel dire di non essere completamente soddisfatta, ma l’ottimo finale è sicuramente importante in ottica futura: «Devo dire che la stagione non è iniziata tanto bene. In IBU Cup al nord non era andata benissimo. Oltre al tiro, anche fisicamente non ero nella forma migliore. Sono anche andata in IBU Cup Junior, ma non sono stata soddisfatta dei miei risultati. Adesso sono tornata in IBU Cup, la forma è aumentata e le cose stanno andando meglio nel finale. Certo, avrei preferito trovare questa condizione un po’ prima, magari riuscito a qualificarmi anche per i Mondiali Juniores. Inutile però rammaricarsi».

Molto matura la giovane Martina Trabucchi, non è persona che si lascia andare a facili entusiasmi, anche quando le cose vanno bene come nelle ultime settimane. Il suo obiettivo è studiare, prendere appunti e migliorare. «Non mi aspettavo di arrivare così avanti in questo finale di stagione. Vero, mancavano le atlete di Russia, Bielorussia e Ucraina, ma non credevo di arrivare in top ten a Lenzerheide. Da questa stagione ho capito che devo ancora lavorare nella parte organica, sugli sci, anche se sotto quel punto di vista c’è sempre da lavorare. Quest’anno, forse ho anche patito i nuovi carichi di lavoro fatti con la Squadra B, come normale che fosse. Al di là della parte atletica, poi, posso sempre migliorare al tiro. Anche perché a Lenzerheide non c’è stato solo il doppio zero, ma pure delle brutte serie».

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