Si fa sempre più caotica la situazione attorno alle competizioni che si svolgeranno in Norvegia nelle prossime settimane, a cominciare dalle gare del Raw Air di salto, della combinata nordica e di Drammen e Holmenkollen di sci di fondo. La Federazione Norvegese ha già detto a gran voce di non volere la partecipazione di atleti russi, ma dall’altra parte la FIS ha chiarito che invece potranno regolarmente prendere parte alle competizioni come atleti neutrali, senza simboli nazionali.
Ad alzare i toni, dopo il comunicato pubblicato sabato scorso dalla Federazione Norvegese di sci, è stato chi ha anche un ruolo importante all’interno della FIS, essendo il leader del Comitato Sci di Fondo della stessa FIS, Vegard Ulvang: «Non credo che dovremmo avere i russi al via delle gare – ha affermato il dirigente norvegese – l’Ucraina è membro della FIS e quel paese è sotto attacco. Non possiamo permettere che coloro che vengono colpiti fuggano a casa per combattere, mentre chi aggredisce possa invece gareggiare».
Ulvang ritiene che la FIS avrebbe dovuto già prendere la decisione di fermare gli atleti della Russia, ma anche a questo punto sia la stessa Federazione Norvegese a dover agire anche scavalcando la FIS: «È una decisione che la FIS avrebbe dovuto prendere. Quando non lo fanno, siamo noi (Norvegia), proprietari dell’evento, che dobbiamo prendere questa decisione. Se la FIS non è d’accordo con noi, può toglierci la Coppa del Mondo, è un rischio che dovremmo correre. Poi costringeremo anche la FIS ad agire attivamente».
La conseguenza dell’eventuale rifiuto della Norvegia di far partecipare atleti russi potrebbe quindi essere la perdita dello status di Coppa del Mondo alle competizioni che si svolgeranno in Norvegia. È un rischio che Ulvang vorrebbe far correre alla Federazione Norvegese: «Gli atleti russi sono degli ufficiali. Questo rende il valore simbolico della loro preseza ancora maggiore. È una sfida che dobbiamo accettare».
Intanto la FIS ha ribadito nuovamente la sua posizione con un messaggio alla tv NRK: «Il consiglio FIS è stato chiaro nel suo approccio agli atleti russi in tutte le competizioni FIS. Per garantire competizioni eque e inclusive in tutti gli eventi FIS, le federazioni nazionali e gli organizzatori locali non dovrebbero escludere gli atleti per motivi di genere, razza, nazionalità o orientamento sessuale».
La domanda è: cosa accadrebbe se, come successo con l’Estonia nel biathlon, dovesse essere lo stato stesso a escludere gli atleti? L’IBU ha deciso di dare priorità alle decisioni di ogni singolo Stato, mentre la FIS non si è ancora espressa in merito. La situazione è molto caotica. In ogni caso, per il momento lo Stato Norvegese non ha chiuso le porte agli atleti russi che possono entrare regolarmente in Norvegia, perché dovrebbe bloccarli la Federazione Norvegese di sci se non lo fa lo stato? Che le decisioni politiche restino alla politica e a quel punto anche la FIS dovrebbe accettarle.