Il conflitto che è esploso nell’est europa, dopo il riconoscimento delle regioni separatiste di Donetsk e Lugansk, da parte di Putin e i primi attacchi in Ucraina da parte della Russia, sta sconvolgendo il mondo e di conseguenza lo sport. Mentre c’è chi chiede che la finale della Champions League non si giochi in Russia come da programma, anche nel mondo dello sci di fondo sembra sempre più a rischio la tappa di Tyumen, che dal 18 al 20 marzo dovrebbe chiudere la Coppa del Mondo.
Molte nazioni si stanno opponendo al viaggio in Russia, tanto che la FIS sta monitorando la situazione, predisponendo un piano B, molto probabilmente con gare nella svedese Östersund. Intanto anche alcuni atleti hanno iniziato ad esporsi. Il primo è stato Hans Christer Holund, piuttosto critico nei confronti della Russia: «Sarebbe sbagliato organizzare delle competizioni di sci di fondo in un paese che va in guerra – ha affermato a VG – spero che la FIS riesca a spostare il weekend di gara, e non solo a cancellarlo». Il riferimento del norvegese è alle recenti tappe di Coppa del Mondo che sono state cancellate senza essere riarrangiate in una diversa località.
La FIS non dovrebbe però perdere le finali, facilitata anche dalle tante aperture che molti paesi stanno facendo dopo mesi di restrizioni per il covid-19.
Certo, ci rendiamo anche contro che è brutto affrontare questi argomenti quando c’è una guerra alle porte, ma scrivendo di sport anziché di politica (per le analisi e gli aggiornamenti sul conflitto russo-ucraino vi sono numerose testate sicuramente più adatte, ndr), dobbiamo riportare anche questo tipo di notizie.
Sci di Fondo – Dramma ucraino, lo sport si interroga; Holund: “Non possiamo gareggiare in un paese che va in guerra”

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