Quando nel palinsesto delle Olimpiadi giunge il momento della disputa della 30 chilometri femminile di sci di fondo, il pensiero di tutti i tifosi dell’Italia delle nevi non può non correre alla sensazionale medaglia d’oro conquistata in tecnica libera ai Giochi di Albertville 1992 da Stefania Belmondo.
Era il 21 febbraio 1992 e l’atleta cuneese era reduce da una settimana a dir poco memorabile, nella quale aveva agguantato l’argento nella 15 chilometri a inseguimento e uno strepitoso bronzo in staffetta, con annessa rimonta da parte sua nella frazione finale della gara. Le mancava, tuttavia, il metallo più prezioso da mettersi al collo per concludere al meglio quella kermesse a cinque cerchi.
Per coronare il suo sogno, Stefania si lanciò prontamente all’attacco nella 30 km, decisa a dare il mille per mille sull’anello transalpino e riuscendo sin dall’inizio ad accumulare alcuni secondi di vantaggio sulle temibili rivali, le russe Egorova e Valbe. Tuttavia, la prima delle due non si diede per vinta e, chilometro dopo chilometro, rosicchiò diversi metri, portandosi ad appena 8 secondi dalla nostra portacolori ad appena 6 chilometri dalla fine.
Fu in quel momento che Stefania Belmondo capì che, se davvero voleva laurearsi campionessa olimpica, avrebbe dovuto non soltanto stringere i denti, ma anche cercare e trovare in sé le energie residue per chiudere davanti a Valbe e incrociare le dita in attesa dell’arrivo di Egorova: quando la russa spuntò nell’inquadratura poco prima del traguardo, fu subito chiaro a tutti che il sogno era realizzato e l’Italia era sul gradino più alto del podio.
A distanza di anni, l’azzurra ricorda così la magia compiuta ad Albertville 1992: "Fu un risultato eccezionale, perché era la prima vittoria di una fondista italiana in un’Olimpiade. La cosa più bella è che le Olimpiadi si disputarono in Francia e quindi c’erano tanti tifosi italiani, soprattutto piemontesi. Vincere vicino casa mi ha regalato una gioia in più".
Da Albertville 1992 a Salt Lake City 2002 per ricordare la vittoria della friulana Gabriella Paruzzi, che vinse l’oro nella 30 km a tecnica classica con partenza in linea. La Paruzzi inizialmente tagliò il traguardo alle spalle della russa Larisa Lazutina che fu successivamente squalificata poiché venne trovata positiva alla darbopoietina, una farmaco analogo all’EPO e conquistò così l’oro davanti proprio alla Belmondo.
Giochi di memoria – Stefania Belmondo e l’oro nella 30 km di sci di fondo alle Olimpiadi di Albertville 1992

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