La Svezia si prende finalmente il palcoscenico del biathlon e lo fa con una gara decisamente solida grazie al quartetto formato da una brillante Linn Persson in apertura, seguita da Mona Brorsson e dalle sorelle Hanna ed Elvira Öberg. Una gara senza sbavature (6 ricariche utilizzate complessivamente) ha permesso alle gialloblù di interpretare il copione preferito, con Elvira a prendere il largo e gestire senza patemi i poligoni della frazione finale.
Con le svedesi trovano posto sul podio la Russia (Kazakevich, Reztsova, Mironova, Nigmatullina) nonostante il giro di penalità colto da Mironova e la Germania (Voigt, Hinz, Preuss, Hermann). Resta così senza medaglie una Norvegia tradita da Tiril Eckhoff nel secondo step (2 giri in piedi), dopo il concreto lancio di Caroline Knotten e la vana successiva rimonta di Ida Lien prima e di Marte Røiseland poi. Si chiude così la striscia da podio di Røiseland dopo 3 ori e un bronzo.
Quinto posto per un’Italia davvero entusiasmante che si è permessa il lusso di mantenere per tre frazioni la testa della gara. Lisa Vittozzi (2 ricariche, una per poligono) in apertura si è presentata nelle sue vesti migliori, responsabilizzata dal ruolo in staffetta che evidentemente l’aiuta ad alzare il livello di concentrazione: nella cruciale seconda frazione Dorothea Wierer si è esibita con due poligoni da manuale (0+0) che le hanno consentito di stare nella scia della scatenata Reztosva. A quel punto è toccato a Samuela Comola salire in cattedra, con una prova di grande carattere, determinazione ed efficienza. Una sola ricarica, in piedi, e la soddisfazione di uscire in testa dal proprio secondo poligono. Poi Hanna Öberg (invero non entusiasmante) ha inevitabilmente preso il largo per lanciare la sorellina verso il trionfo, ma era impossibile prevedere uno sviluppo migliore di questo per il team azzurro, se non per inopinati regali altri.
Francia, Bielorussia e parzialmente la Norvegia hanno provato a fare donazioni ma poi Røseland nel finale ha saputo rifarsi sotto e sorpassare una Federica Sanfilippo molto positiva (2 ricariche in piedi) che ha completato il quinto posto. Un risultato di grande valore, sorretto da una prestazione al tiro convincente (5 ricariche in tutto) e soprattutto la sensazione di aver trovato la definitiva dimensione di una Comola che si candida punto fermo del futuro. L’inseguimento di domenica e la gara odierna sono due prove evidenti, in tal senso.
Bravissima Italia, ma grande Russia che a meno del passaggio a vuoto di Mironova ha messo in campo una prova eccezionale.
Davanti a tutte però, è l’ora della Svezia: quattro anni dopo i colleghi maschi, le ragazze in gialloblu sono salite sul trono olimpico per la prima volta nella storia dello sci svedese. Per Elvira si tratta del primo oro a cinque cerchi dopo gli argenti dei giorni scorsi ed anche oggi ha dimostrato una maturità sempre più evidente nella gestione dei momenti delicati, anche se la condizione non è quella dei mesi passati, complice la quota.
Una considerazione la merita anche Franziska Preuss che dopo una lunga serie di problemi ha visto la propria stagione iniziare proprio a Pechino: si è messa al collo un bronzo in una giornata che ha confermato la crescita di Vanessa Voigt e la solidità di una Denise Herrmann già campionessa olimpica in apertura della rassegna cinese.
Assente non giustificata del giorno, la Bielorussia: le campionesse uscente (la sola Alimbekova in realtà) non sono mai state della partita ed il 13° posto con 5 giri di penalità non rende onore ad una stagione di grande spessore.
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