Home > Notizie
Biathlon , Olimpiadi , Sci di fondo

Olimpiadi Pechino 2022 – La Team Sprint solletica l’immaginario azzurro, ma non sarà facile per DeFabiani-Pellegrino. Nel biathlon, azzurre per provarci

Domani la Team Sprint proporrà la seconda concreta occasione da medaglia per il fondo azzurro in un mercoledì che si aprirà alle 8:45 italiane con la staffetta femminile del biathlon: nel giro di un paio di ore ecco dunque tornare sulla neve cinese i due medagliati "nordici" della spedizione italiana, Dorothea Wierer prima, Federico Pellegrino poi.
TEAM SPRINT DURISSIMA – Le dinamiche di questo format sono spesso profondamente diverse rispetto alla sprint, a maggior ragione in un contesto di gara così impegnativo come quello cinese, per quota, tipologia di neve e temperature. E scorrendo la composizione delle coppie in gara domani, emerge lampante l’indirizzo di puntare molto su specialisti delle distance nelle frazioni di apertura. Niskanen per la Finlandia, Lapalus per la Francia, Poromaa per la Svezia, l’all-rounder Bolshunov per la Russia. Saranno loro insieme all’immancabile Francesco De Fabiani gli avversari di un Erik Valnes sin qui invero ben poco convincente. Nomi che lasciano intendere come nelle frazioni dispari, si andrà a tutta, a costo di rischiare la cotta clamorosa. Perchè il tira e molla dettato da tre frazioni ravvicinate in queste condizioni potrebbe rivelarsi davvero letale. Un interrogativo che si aggiunge a quello dei tempi di recupero ridotti, specie per le squadre inserite nelle seconde semifinali, Italia inclusa sia al maschile che al femminile: il compattamento dell’orario di gara non agevola in tal senso.
Poche sorprese invece in seconda frazione: a meno di imprevedibili bocciature nella semifinale nomi come quelli di Klæbo, Terentev, Pellegrino, Jouve, Maki promettono scintille nel caso di arrivo allo sprint. La sensazione però è che domani i distacchi potrebbero anche farsi sensibili. L’ultimo test in tecnica classica è stato quello della staffetta: Niskanen ha volato come nell’individuale, Bolshunov ha mostrato la consueta solidità, Pellegrino si è dimostrato all’altezza dei migliori "distancer", De Fabiani un tantino meno. E lì, secondo chi scrive, si giocheranno le reali chance di medaglia azzurra: necessario non fare l’elastico, per non sprecare energie preziose. Ma allo stesso tempo se Niskanen e Bolshunov dovessero fare il diavolo a quattro… chi potrebbe resistere?
Se Valnes è un’incognita, lo stesso lo si potrebbe dire in questo format di Terentev ma considerata la condizione generale del team russo, non sorprenderebbe una sua grande prova. E così ai punti, la Russia sembra alla vigilia avere addirittura qualcosa in più della Norvegia.
Dietro la corsa al bronzo è aperta: Francia, Finlandia, Svezia, Italia: sarà lotta durissima. 
Tornando al discorso dell’ordine delle semifinali, nella seconda insieme agli azzurri ci saranno Russia e Svezia, oltre a Svizzera e Germania: l’optimum sarebbe risparmiare quante più energie possibile. Lapalissiano, verrebbe da dire, ma tant’è.
In campo femminile la coppia svedese Maja Dahlqvist e Jonna Sundling sembra destinata a dominare la scena, almeno stando al racconto di quest’ultima settimana olimpica. Nella sprint hanno "scherzato" le avversarie, nella staffetta hanno dimostrato di avere "fondo": le favorite sono loro. Le statunitensi Brennan-Diggins hanno un repertorio di grandi risultati in questo format, ma con gli sci dei binari non è che Jessie abbia esaltato, recentemente e per la lotta ai piazzamenti che contano entrano di prepotenza le russe Stupak-Nepryaeva (quest’ultima ha più di qualcosa da farsi perdonare, dopo Oberstdorf 2021), le esperte finniche Niskanen-Parmakoski (attenzione!!) ma anche la Svizzera (Van Der Graaff – Fähndrich), una Slovenia (Urevc-Lampic) sin qui assente ingiustificata e la Germania (Henning-Sauerbrey) galvanizzata dalla staffetta.
E la Norvegia? Sin qui le vichinghe diverse da Johaug hanno faticato tantissimo e la coppia Tiril Udnes Weng – Maiken Falla non sembra convincere appieno e sulla carta merita un posto da outsider, al pari delle formazioni alpine. Spetterà a loro, smentirci.
L’Italia si presenta con Caterina Ganz e Lucia Scardoni: sarà una gara durissima e quanto avvenuto in questi giorni non sembra legittimare grandi speranze.
Semifinali a partire dalle 8:15, fase finale dalle 10:15.

STAFFETTA MULTIFACCE – Nel mezzo, toccherà alle biatlete, in una staffetta (8:45) che è di difficile interpretazione, con almeno 5 formazioni in grado di ambire al successo. Francia, Svezia, Russia, Norvegia, Bielorussia ma anche la stessa Germania possono cullare sogno di gloria in un contesto che regala ad ogni team tante certezze quante incognite.
Con Tandrevold fuori dai giochi, il quartetto più equilibrato appare forse quello svedese con Persson e Brorsson a precedere le sorelle Öberg ma i passaggi a vuoto di Hanna non garantiscono sonni troppo tranquilli, così come le frazioni norvegesi di Knotten e Lien alternate ad Eckhoff e Røiseland. Chi in prima frazione avesse voglia di attaccare potrebbe fare danni a diverse squadre. Magari la Francia? Bescond – Chevalier – Braisaz – Simon è squadra che sulla carta è seconda solo alla Svezia, ma gli alti e bassi si sono sprecati per tutte in questa rassegna olimpica mentre la Germania si presenta al via con numeri in crescendo ed una Preuss in più rispetto alla stagione in corso. Basterà per far saltare il banco? Dipenderà molto dal tiro, a prescindere da vicende alla Latypov che potrebbero riscrivere in ogni secondo la storia della gara. Parli di Eduard e pensi alle russe: Kazakevich, Reztsova, Mironova e Nigmatullina è gran bella squadra.
L’Italia a trazione anteriore con Vittozzi e Wierer a lanciare Comola e Sanfilippo può rappresentare l’elemento instabile della gara. Le azzurre sono forse le più interessate ad impostare un ritmo selettivo in avvio, con la possibilità – consistenza di Lisa al tiro permettendo – di obbligare al fuori giri alcune squadre top. Lo schema non sarebbe semplice (la durezza del tracciato può presentare repentinamente il conto) ma sicuramente stuzzica l’immaginario collettivo. Comola nell’inseguimento ha fatto vedere di essere in condizione e Sanfilippo ha ritrovato un equilibrio importante. Certo, bisognerà non sbagliare nulla, tatticamente e al tiro.
Ma attenzione. Quattro anni fa il trionfo fu della Bielorussia: Dzinara Alimbekava sa cosa vuol dire vincere ad un’Olimpiade e chi vorrà salire sul trono a cinque cerchi dovrà fare i conti con il talento e la solidità di un team davvero valido ed in piena corsa per la riconferma.

Share:

Ti potrebbe interessare

Image
Image