Saranno quattro ore appena abbondanti di grandi intensità quelle di domani, nella mattinata italiana: dalle 8 all’ora di pranzo ci saranno in palio tre titoli "pesanti" nel panorama nordico, con la staffetta maschile di fondo a fare da antipasto ai tentativi di fuga di Marte Røiseland e Johannes Bø negli inseguimenti di biathlon. E con Dorothea Wierer a caccia di nuova gloria a cinque cerchi dopo il bronzo della sprint di ieri.
PROVACI, DOROTHEA – Ha sempre negato che potesse essere una fissa, ma avere al collo una medaglia olimpica è molto meglio di non averla. Chiaro. Dopo il bronzo nella sprint di ieri Dorothea Wierer può guardare con ancora maggiore tranquillità agli ultimi appuntamenti di Pechino 2022 a cominciare dalla pursuit di domani che alle 10 la vedrà scattare 37" dopo Marte Røiseland, preceduta di pochi istanti da Elvira Öberg. Se Røiseland dovesse essere anche solo vicina parente di quella di ieri, beh, l’oro sarebbe già assegnato, inutile girarci tanto attorno: oggi la norvegese è almeno un gradino più forte di tutte e domani il back to back può solamente perderlo lei, quattro anni dopo l’unico precedente di Laura Dahlmeier. Da cacciatrice è spesso letale, vediamo come se la caverà da lepre.
Dato questo per assodato, la corsa all’argento resta aperta. La più giovane delle sorelle svedesi quest’anno è cresciuta moltissimo in termini di gestione del poligono e ha a disposizione un motore di prim’ordine, ma di certo potrebbe aprire qualche spiffero in cui Wierer dovrà farsi trovare pronta per infilare lo scalpello e tentare una nuova impresa a cinque cerchi. Certo, nel farlo dovrà sempre avere uno sguardo anche alle spalle: Hauser le è in coda (+10" da Wierer) e nella sprint ha dimostrato di aver superato la fase di annebbiamento dell’ultimo mese; poco dietro Tandrevold e Reztsova sono avversarie molto temibili. Senza errori la russa ieri non sarebbe stata poi così lontana da Røiselend: d’accordo, con i se ed i ma non si va da nessuna parte, ma è una riflessione che va fatta. Alcune big sono lontane (Alimbekava, Hanna Öberg, Simon e le altre francesi), Eckhoff non troppo (parte 40" dopo Wierer) ma oggi sembra dare poche garanzie e proprio per questo quella di domani sembra essere un’occasione ghiotta per provare a bissare immediatamente l’emozione del podio. Lisa Vittozzi partirà 36ima con un distacco pesante: ostico fare previsioni, la speranza è quella di poter ammirare la vera sappadina. In gara anche Samuela Comola, 57ima ieri: obiettivo scalare quante più posizioni possibile.
Meteo Alert: pare che le condizioni domani saranno più difficili, con vento e possibili nevicate. Nel caso di "gara pazza" tutte le considerazioni di cui sopra verrebbero probabilmente spazzate via: staremo a vedere.
ANCORA A BRACCETTO? – Sin qui son sempre saliti accanto sul podio, due volte Johannes sul gradino più alto, una volta Quentin. Oggi il minore dei fratelli Bø ha impartito a tutti una sonora lezione sugli sci, ma Fillon Maillet tutto sommato è lì, ad un errore di distanza, e gongola in vista del suo format di gara preferito. L’inseguimento è il suo cavallo di battaglia e tutto lascia intendere che si vada a profilare un nuovo duello tra i due principali protagonisti del biathlon maschile in questa prima parte di Olimpiade. La differenza tra i due è che JTB è assolutamente padrone del proprio destino: se sparasse bene, potrebbe completare una doppietta che manca dal 2002 quando al debutto del format alle olimpiadi la duplice firma fu di Ole Einar Bjørndalen. Ma attenzione, da Salt Lake City in poi, l’inseguimento è quasi sempre stato francese con Defrasne a Torino e Martin Fourcade tra Sochi e PyeongChang (unico intruso recente, Bjørn Ferry a Vancouver). Alle loro spalle, sornione, Tarjei Bø potrà restare alla finestra e seguire gli sviluppi della sfida, tallonato da un Tsvetkov che dopo due quarti posti consecutivi avrà da sfogare una significativa dose di rabbia, in considerazione che l’unico errore commesso al tiro sin qui a Pechino gli è costato l’oro nell’individuale.
In rampa di lancio ci sarebbero anche i due svedesi Samuelsson e Ponsiluoma: oggi nella sprint hanno dato segnali positivi, specie Martin, ma sui quattro poligoni sono tutti da verificare, così come Lægreid, settimo a partire ma stranamente meno puntuale al tiro del consueto. Il minuto di ritardo da Bø di Jacquelin sembra onestamente tanto, ma potrebbe a sua volta rientrare nel discorso per le medaglie, tavolo a cui hanno motivo di chiedere un posto tutti i primi 15 della sprint odierna, Lukas Hofer compreso. Uscito abbastanza rinfrancato dalla 10km, Luki parte con 1’19 da JTB e a 40" dal podio: il margine è notevole, ma se dovesse trovare lo zero… può pensare di avvicinarsi e non poco alla zona medaglia. E poi c’è da garantirsi un posto per la mass start, obiettivo che lo accomuna a Thomas Bormolini e Dominik Windisch, ma a breve ci torneremo su.
RUSSIA PER IL BIS? – Le russe hanno oggi sorpreso le nordiche nella staffetta femminile. Certo, controprestazioni più o meno attese (Norvegia ed in parte Svezia) e scelte discutibili (Finlandia) hanno aiutato e permesso alla Germania di godere di un argento inatteso, ma tant’è: la ragione è tutta loro.
Bolshunov e compagni domani hanno tutte le intenzioni di imitare le compagne di team. E potrebbero anche farcela, ma di certo Klæbo e soci non sono intenzionati ad interpretare la parte delle vittime sacrificali, anzi. Si profila un testa a testa all’arma bianca, con un Iversen indemoniato al lancio pronto a scaricare a terra la frustrazione lamentata in questi giorni. Due quartetti equilibrati con Golberg che avrà il difficile compito di francobollarsi a Bolshunov, anche a costo di rischiare la crisi. Poi in tecnica libera, si vedrà: di certo nella frazione finale Klæbo sembra averne di più dell’attuale Ustiugov e quindi sembra facile intuire come i russi proveranno a metterla giù dura sin dal via. La Francia ha molto da dire, domani: non potrà tenere il passo delle altre due, ma la favorita per l’eventuale bronzo è proprio lei con la Svezia ad inseguire.
Ma attenzione anche ad un’Italia che potrebbe sorprendere: lo schieramento è nuovo ma l’intenzione sembra quella di provare a tenere il ritmo dei russi (e magari di Niskanen, in seconda frazione… occhio ai finnici) per poi gestire l’eventuale posizione interessante nella seconda parte di gara. A Pellegrino, De Fabiani, Salvadori e Graz non si può chiedere nulla, se non di provarci nel caso si aprisse uno spiraglio. Le tedesche oggi hanno insegnato che crederci, anche contro pronostico, costa davvero poco, se non un bel po’ di coraggio ed un pizzico di follia. E hanno avuto l’occasione di vivere un sogno d’argento…